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Giovanni Falzone Open Quartet all’Auditorium Stefano Cerri di Milano

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Giovanni Falzone Open Quartet
Area M
Auditorium Stefano Cerri
Milano
30.03.2016

Dopo averlo ascoltato in numerosi progetti tributo, ricchi di composizioni originali ma comunque ispirati ad una cifra stilistica ben definita (Giuseppe Verdi, Jimi Hendrix, Led Zeppelin...) salutiamo con piacere il ritorno del trombettista Giovanni Falzone ad una scrittura libera da vincoli e condizionamenti di sorta. E salutiamo con piacere anche la nascita di un suo nuovo quartetto, che lo vede affiancato da alcuni tra i migliori giovani musicisti della scena jazzistica italiana: Alessandro Lanzoni al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso, Enrico Morello alla batteria.

L'occasione di ascoltare la band, qui alla sua prima assoluta, ci è stata offerta da Area M, che nel quartiere milanese di Città Studi sta da tempo portando avanti un ricco programma concertistico, e con cui il trombettista di Aragona collabora in qualità di artista residente.

Secondo consuetudine, anche questo nuovo lavoro di Falzone si muove lungo quelle direttrici che da sempre caratterizzano la sua musica. La struttura della suite, in questo caso articolata in otto movimenti, intitolata L'inatteso incontro ed ispirata ai due gatti del trombettista. Il mix tra jazz e classica contemporanea, i due principali amori musicali di Falzone. La scrittura complessa, che pur concedendo massima libertà nei momenti improvvisativi impone una forte aderenza dei musicisti alla partitura (caso piuttosto raro nel jazz, i musicisti erano sempre molto concentrati sullo spartito).

E poi il rumorismo, l'utilizzo di qualche aggeggio elettronico, un citazionismo che può essere pensato a tavolino (gli echi di Claude Debussy nel movimento "La Comparsa di Morfeo") o che nasce sull'estro del momento (gli echi di "Caravan" nel solo di tromba di "Pablito"), una fortissima energia e tensione ritmica.

Nonostante la band fosse qui alla sua prima esibizione dal vivo, i quattro musicisti hanno mostrato una notevole coesione musicale e, ci è sembrato, interpersonale. Cosa che lascia ben sperare per il futuro di questo bel progetto (sarà registrato in estate) e di questa ottima formazione.

Foto
Giovanni Falzone

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