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Gioele Pagliaccia 5tet al Pinocchio Jazz di Firenze

Courtesy Annamaria Lucchetti
Pinocchio Live Jazz
Firenze
8 febbraio 2025
Musicista unico nella storia del jazz e certo non dimenticato, Eric Dolphy è tuttavia un artista la cui musica è assai di rado celebrata od omaggiata. Tra i pochi progetti a lui interamente dedicati c'è quello del batterista Gioele Pagliaccia, Aut to Lunch, uscito dieci anni fa per la AUT Records (da cui il gioco di parole rispetto al capolavoro di Dolphy) ma curiosamente rimasto anch'esso un po' in ombra, forse a causa dell'uscita solo in digitale. Meritorio perciò che il Pinocchio Live Jazz abbia recuperato quel progetto, portandolo sul palco del club fiorentino.
La formazione messa assieme da Pagliaccia non corrispondeva strumentalmente a quella del Dolphy di Out to Lunch: assenti vibrafono e tromba, erano invece presenti il pianoforte, nelle mani di Alfonso Santimone, e il trombone, in quelle di Tony Cattano, mentre al contrabbasso c'era Stefano Dallaporta, con l'onore e l'onere di suonare gli strumenti del genio afroamericano a carico di Piero Bittolo Bon.
Già quest'impostazione denunciava l'intenzione di non provare neppure a "replicare" l'originale, cosa prima inutile quale sia il senso dell'emulazione in una forma d'arte quale il jazz, che fa dell'originalità e della ricerca del nuovo il suo stigma, lo lasciamo spiegare ai non pochi gruppi cover e poi impossibile: chi mai potrebbe infatti emulare l'inimitabile fraseggio dolphiano? Né tale intenzione è stata tradita da Bittolo Bon, che ha usato sax contralto e clarinetto basso a proprio modo, arrivando a impiegare il flauto basso per interpretare una "Gazzelloni" decisamente stravolta dall'assenza del vibrafono e dalla presenza invece del pianismo atonale e pirotecnico di Santimone.
Anche gli altri brani che hanno coperto l'intera scaletta di Out to Lunch, pescando poi da altre composizioni di Dolphy hanno manifestato una forte diversità dagli originali: accanto al ruolo decisivo del pianoforte Santimone era sostanzialmente libero di avventurarsi a piacimento lungo qualunque strada armonica e timbrica, e lo ha fatto con straordinaria creatività un ruolo importante lo ha ricoperto l'intesa esistente tra Bittolo Bon e Cattano, che hanno spesso e volentieri duettato assai più di quanto non facessero Dolphy e Freddie Hubbard, inventandosi anche alcune gustose gag, mentre le loro parti in solitudine erano più calde e liriche di quelle dei loro corrispettivi.
Complessivamente, il concerto ha mostrato come la musica di Dolphy sia ancora fresca e stimolante, presentandola in una veste singolarmente diversa: per certi aspetti più frammentata e rarefatta i fraseggi delle ance, le astrazioni del piano , per altri invece più concreta e lirica le linee del trombone, i duetti con le ance, l'asciuttezza per l'assenza del vibrafono. Eccellenti i musicisti, ciascuno dei quali ha offerto suoni splendidi e notevoli contributi tematici, assai apprezzati dal pubblico.
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