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Gabriele Coen alla corte Tzadik
ByAll About Jazz: Partiamo da John Zorn e dal suo lusinghiero giudizio nei confronti del primo gruppo italiano ad incidere per la sua Tzadik [la quale, tuttavia aveva pubblicato nel 1999 Sprut di Giustino Di Gregorio, che era un progetto solistico di remix] l'album Awakening.
Gabriele Coen: John Zorn è sempre stato uno dei punti di riferimento più importanti: il suo progetto Masada ha tracciato la strada a molti musicisti come me, intenzionati a mescolare il jazz contemporaneo con la tradizione ebraica e la musica etnica in generale. Essendo inoltre sassofonista, per me era ancora più importante ascoltare anche il suo stile sullo strumento. Io sono però specializzato sul sax soprano (Zorn suona l'alto) e credo che questo mi abbia aiutato a trovare una mia originalità nel contesto del jewish jazz. Zorn ha fatto conoscere la musica ebraica nel suo rapporto con il jazz moderno a milioni di persone, coltivando un nuovo pubblico per questo genere, in veste di esecutore, compositore, discografico e talent scout... una sorta di Miles Davis della nuova musica ebraica.
AAJ: Come è avvenuto il contatto con Zorn?
G.C.: Più o meno è andata cosi... Dopo tanti anni passati ad occuparmi di jazz e musica klezmer sentivo la necessità di andare a New York in una sorta di pellegrinaggio, essendo città tuttora fondamentale sia per la musica di matrice afroamericana che per la nuova musica ebraica. Nell'estate del 2009 programmai finalmente quel viaggio. Passai due intere settimane di agosto ad esplorare in lungo e in largo la città dei miei sogni. Casualmente mi accorsi che proprio in quei giorni John Zorn avrebbe suonato allo Stone, il locale simbolo della scena downtown newyorchese, gestito direttamente dai musicisti e di cui Zorn è supervisore.
AAJ: E cosi...
G.C.: E cosi decisi di andare a sentire il concerto portandomi una copia del mio ultimo CD, Golem, inciso con la mia nuova formazione Jewish Experience; non si sa mai, pensai... Alla fine del primo dei due concerti, tutto il pubblico e i musicisti si riversarono in strada nella calda estate newyorchese. Presi coraggio e decisi di avvicinare Zorn. Mi presentai e gli consegnai il mio CD.
AAJ: Prassi piuttosto comune tra musicisti...
G.C.: Infatti, e con esiti non sempre soddisfacenti. E invece la cosa stupefacente fu che la mattina successiva nell'aprire la posta elettronica trovai una e-mail entusiasta di Zorn che mi voleva addirittura mettere sotto contratto per la Tzadik, la leggendaria etichetta per la quale incidono musicisti straordinari.
AAJ: E così è nata l'avventura...
G.C.: Sì, con Zorn che mi diede carta bianca riguardo al disco, raccomandandosi soltanto che non fosse un CD troppo tradizionale e quindi non in linea con l'etichetta. Gli inviai i primi rough mix al termine della registrazione e dopo l'ascolto della title-track (per sette volte di fila) mi disse che era una delle cose più belle che aveva sentito negli ultimi anni. Il sogno si era avverato!
AAJ: Fine dell'avventura ?
G.C.: Direi proprio di no. Perché a primavera si volerà a New York per presentare Awakening proprio allo Stone, e con John si sta già pensando ad un secondo CD!
Foto di Riccardo Crimi (tratte dal concerto tenuto a Roma il 12.11.2010 - clicca qui per la galleria dedicata a quel concerto).
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