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East Drive: Folksongs 2

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East Drive: Folksongs 2
Dalla "grande Germania" arrivano di tanto in tanto band e dischi di assoluto valore che spesso spiazzano critica e pubblico, di norma poco avvezzi a positive sorprese musicali provenienti da quelle latitudini... "di tanto in tanto," però.

Questo Folksongs 2 non è purtroppo uno dei casi. Formato in nome di questo East Drive, trio che già dal primo lavoro datato 2011 volge la propria ricerca all'est, il significato e la matrice del nuovo lavoro sono abbastanza facilmente rintracciabili in quella sorta di melassa informe che fa riferimento alla world music senza etichetta.

Vaghi profumi di jazz-rock sparsi qui e là, linee melodiche e armoniche ordinate canonicamente, riferimenti all'Est tout-court (e quindi Balcani, Russie, Indie e tutti gli est-europei che volete) e pallidi arcobaleni vari caricati alla rinfusa: tutto qui. Band che sa suonare abbastanza bene ma che in testa ha cose talmente scontate da rasentare l'imbarazzo.

Le poche parole di presentazione recuperate dal foglio illustrativo che accompagna l'uscita del lavoro, parlano di "energia, gioia di vivere, substrati europei, dialoghi spirituali, ritmi e melodie, giochi virtuosi e spontaneità". Chiedo scusa a tutti ma non sono riuscito a trovare il benché minimo accenno a tali aggettivazioni nella noiosissima ora di ascolto di questo materiale che, fra accenni fusion messi insieme alla "vai con Dio" e tanghi/polka da balera di dubbio gusto, danno sinceramente da pensare che questo straordinario "Wunder Trio" con tanto di ospiti, abbia, questa volta, sbagliato in pieno il colpo. Indietro anni luce, la scelta del trio è ciò - almeno jazzisticamente parlando - che di più sbagliato è oggi dato da rintracciare nella modern music.

Vuoto anche da quel punto "paesaggistico" che forse il trio avrebbe voluto donare al disco e (dispiace ripetersi) scontato sino all'incredibile, la sensazione che rimane è quella di tre amici (un polacco/russo, un ucraino e un serbo-tedesco), discreti musicanti che hanno tentato un'operazione di "crossover," cercando improbabili abbattimenti di barriere in virtù di un nuovo "spin" che non può certamente scaturire da una scelta di repertorio così immensamente banale. Quello che resta alla fine è una sensazione di musichetta da repertorio di fine seminario, ove ognuno dei protagonisti mette a disposizione gli insegnamenti della maestra.

Good grief, avrebbe sentenziato Charlie Brown. Ma qui, purtroppo, manca anche l'ironia.

Track Listing

1. Bulgar - 7:12; 2. Doma - 3:54; 3. Kolybel'naya - 7:56; 4. Feines Süppchen - 7:27; 5. Tangolivia - 7:05; 6. Seelenverwandtschaft - 5:44; 7. Ratka Mitrovica - 3:55; 8. Sam - 6:22.

Personnel

Vitaliy Zolotov - chitarre; Philipp Bardenberg - contrabbasso; Bodek Janke - batteria e percussioni; Olivia Trummer - pianoforte, melodica; Tamara Lukasheva - canto.

Album information

Title: Folksongs 2 | Year Released: 2013 | Record Label: Self Produced


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