Disco elegante e al tempo stesso di nerbo, attento al dettaglio ma capace di lasciarsi andare quando necessario, riflessivo e pensoso, aereo, a tratti persino elegiaco (in particolare quando a prendere in mano le redini è il violoncello della sempre impeccabile Peggy Lee), quanto, altrove, deciso, affermativo, il tutto svariando da brani brevissimi (cinque attorno al minuto) a elucubrazioni ben più distese (fino agli otto minuti di "Joe's Time"): ecco cosa ci offre questo album del trio Waxwing contraddistinto da un assortimento strumentale alquanto singolare (e comunque ad assetto variabile, visto che sia Jon Bentley che Tony Wilson non si limitano agli strumenti principali, vale a dire sassofoniin prevalenza tenoree chitarra) che già lo dota di timbrichee quindi situazioni climaticheabbastanza inusuali. Il resto arriva attraverso percorsi felicemente frastagliati, soluzioni in più di un'occasione inattese (per esempio in "Crossing Paths," ma le citazioni potrebbero essere diverse), alla fin fine la capacità di farsi ascoltare senza che nulla possa mai esser dato per scontato.
Apprezzabili sensazioni, quindi, offerte anche da un sostanziale senso di calma, di padronanza della materia, che trasmette a chi si pone di fronte al lavoro la quasi certezza di trovare sino alla fine (cioè per poco meno di un'ora) pane per i propri denti. Non dovendosi ricredere con lo scorrere dei pezzi.
Track Listing
Flicker Down; On This Day; Fweeo Walks By; Your Bet; Time Waited; A Day’s Life; Montbretia Gates; Highway of Tears; Birds in Cages; Crossing Paths; Joe’s Theme; Breathe; Invisible Something; Just Saying; Cloaks of Coax; Peace for Animeek; Chasing the End; Parasitic.
Jon Bentley: soprano saxophone, tank drum, synthesizers, percussion, bells, samples, programming; Tony Wilson: harmonica, kalimba, percussion, ektara; Miranda Clingwall: flute & space echo on tracks 7, 13, 16.
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Ecumenico ma (abbastanza) esclusivo, non sopporta la musica – e l’arte in generale – di routine, rassicurante e dozzinale, preferendo, se proprio deve, il brutto all’inutile. Un ideale spaccato dei suoi amori musicali (che non si limitano al jazz; e più o