Bandakadabra: Entomology

Fra marching band, fanfara di marca balcanica e orchestra da ballo, la torinese Bandakadabra, nata nel 2005 e da allora decisamente attiva, ci regala uno di quei dischi, il loro primo live, che è fin troppo facile, o per contro difficilissimo, recensire. Se da un lato verrebbe infatti da definirla l'espressione di un'arte "minore," disimpegnata e di facile presa, dall'altro non ci si può (né del resto ci si vuole) sottrarre all'alta scuola (artigianato?) strumentale (quindi individuale) e d'insieme, alla sfolgorante bellezza e ricchezza della musica, al piacere assolutamente scevro da ogni sovrastruttura mentale che—appunto—sa regalarci.

I temi prescelti denotano quale sia l'ampio ventaglio a cui, pur da un'ottica granitica, l'ensemble intende aprirsi. Ci sono Ellington e W.C. Handy, Bregovic e la Kocani, una latinità ora più grassa e ora più suadente. Tutto è servito, come si accennava, da una perizia dei singoli (a ruota libera gli assoli) e un amalgama assolutamente invidiabili, nel segno di un'opulenza e una contagiosità che, come dicevamo, non possono non coinvolgerci.

Quaranta minuti totalmente defaticanti di sano godimento uditivo. Prima di tornare ad essere in altre faccende (musicali e non) affaccendati...

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