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Elias Stemeseder & Thomas Morgan a Firenze

Courtesy Luca Segato
Sala Vanni
A Jazz SupremeMusicus Concentus
Firenze
4 ottobre 2024
Riapertura in grande stile per la rassegna del Musicus Concentus di Firenze, A Jazz Supreme, con un concerto attesissimo e di livello assoluto: quello del pianista austriaco Elias Stemeseder e del contrabbassista americano Thomas Morgan, come sempre in Sala Vanni.
I due si conoscono da quasi quindici anni, avendo a lungo fatto parte dell'apprezzato trio di Jim Black (con il quale avevano anche già preso parte a una precedente edizione della rassegna fiorentina) e sulla base dell'intesa in tal modo maturata da qualche tempo si esibiscono anche nella forma del duo, alla quale danno una connotazione molto specifica e personalissima, sia dal punto di vista del contenuto, sia da quello delle forme espressive.
Il programma della serata, infatti, prevedeva contenuti musicali che spaziavano dalla musica antica alla tradizione popolare, dal jazz alle composizioni originali, suggestioni che tuttavia si fondevano l'una con l'altra, articolate in modo tanto peculiare da rendere difficilissimo individuare la precisa provenienza di ciascuna e spesso persino i confini tra l'una e l'altra. Stemeseder che alternava il pianoforte a una spinetta, dal suono suggestivamente esotico, ma anche decisamente meno ricco ha interpretato gran parte dei ben diversi materiali attraverso un fraseggio estremamente frammentato e tuttavia non sospeso, anzi, decisamente propulsivo, che apriva microspazi per l'inserimento, l'intreccio e la tessitura delle linee disegnate da Morgan. Quest'ultimo ha svolto un ruolo in certo senso più lirico, narrativo, grazie proprio alla sua maggiore linearità, ma anche alla profondità del timbro del suo contrabbasso, che ha funto da centro gravitazionale del suono complessivo del duo.
Qualche perplessità ha destato solo l'uso della spinetta, impiegata soprattutto nei brani di ispirazione antica, ma il cui suono non è parso adattarsi troppo bene a quello del contrabbasso, rendendo anche non pienamente soddisfacenti le transizioni verso il pianoforte, che in genere avvenivano all'interno dello stesso brano.
Fatta salva questa piccola pecca l'uso della spinetta è stato limitato e l'esperimento comunque interessante il concerto ha rispettato pienamente le attese: il lavoro di cesello del pianista, la bellezza del suono di Morgan, l'imprevedibilità del loro dialogo e la perfetta tessitura dei rispettivi suoni in un trama perfettamente equilibrata ha convinto e affascinato il pubblico, presente in buon numero considerando anche la serata meteorologicamente davvero pessima e le difficoltà sempre più pesanti di raggiungere il centro storico in una città come Firenze, ormai stabilmente assediata dalle auto e dal turismo. Un ulteriore ostacolo per chi, come il Musicus Concentus, continua con dedizione a promuovere grande musica dal vivo in una società che pare destinata alla sedentarietà videodipendente.
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