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Kris Davis: Duopoly

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Kris Davis: Duopoly
Per valutare l'arte pianistica di Kris Davis si ascolti l'incipit di Aeriol Piano, album solitario di qualche anno fa. La decostruzione e conseguente reinvenzione dell'usurata "All the Things You Are" rivelavano un folgorante talento di sintesi, di rara sensibilità; per apprezzarne invece la sottigliezza di orchestratrice è utile tornare a Novela, fantastico disco a nome Tony Malaby che in realtà porta il sigillo creativo di Kris. Se aggiungiamo la lucidità dei trii e il preziosismo in qualità di partner su progetti altrui, ce n'è abbastanza per essere impressionati dalle qualità assolute di questa riservata pianista canadese, naturalizzata brooklyniana.

Duopoly rappresenta forse il suo lavoro più ambizioso e comunque un'enorme soddisfazione personale, vista la caratura non meno che eccellente di ciascun interlocutore invitato.

Il disco contiene sedici duetti con otto esecutori. La prima tornata di brani è rispecchiata dalla seconda in una sorta di palindromo sonoro: un montaggio del repertorio che tenta di suggerire un disegno compositivo o perlomeno una guida ad un ascolto non dispersivo o aleatorio.

La musica è per lo più improvvisata—o appare tale—ma non mancano pagine più organizzate e sedimentate. In entrambi i casi prevalgono la atmosfere cameristiche. La gamma timbrica impegnata è selettiva ma assai varia, tra tastiere (Taborn, Sanchez), corde (Frisell, Lage), ance (Byron, Berne) e percussioni (Drummond, Gilmore). Tuttavia il tentativo di unificare idealmente il flusso sonoro non riesce appieno e il disco si gode di più se si suddividono gli ascolti per gruppi omogenei. Ad esempio quello delle chitarre: se di recente Bill Frisell ci appare troppo rilassato, in "Prairie Eyes" invece ci strabilia, dapprima a contatto con il piano preparato di Kris, alle prese con sequenze atonali di puro mimetismo timbrico (non si sa quale sia il piano e quale la chitarra), infine risolve in una consonanza quasi blues, di pura bellezza. E Julian Lage, ormai vero fuoriclasse, che in "Surf Curl" imbastisce una rincorsa cromatica senza rete con il pianoforte e addirittura in "Julian" slabbra e deraglia con uno sguardo a Derek Bailey.

I duetti con i pianisti si diversificano assai. In perfetta simbiosi quelli con Taborn, che riesce a toccare quasi tutte le stazioni espressive della tastiera; più modellati quelli con Angelica Sanchez, tra gli episodi forse più scritti del disco, abbastanza freschi eppure irrisolti. L'apice della qualità forse Kris lo raggiunge accanto ai batteristi. Torna la sua capacità di rinverdire i classici ad esempio nella monkiana "Eronel," accanto ad un effervescente Billy Drummond, oppure di improvvisare a tutto campo con uno straordinario Marcus Gilmore, sia in "Dig & Dump," che nel duetto successivo, di fantasmagorica inventiva. Rimangono le pagine accanto ai fiati: splendide anch'esse. Con Don Byron si disvela a poco a poco la ellingtoniana "Prelude to a Kiss" e si distilla un dialogo da camera tecnicamente impeccabile; con Tim Berne, la Davis lascia spazio all'immaginario tipico del sassofonista, quel zigzagare meditabondo che improvvisamente si innalza e ci travolge ("Trip Dance for Tim"), oppure indulge ai contrasti di espressione, con le alterazioni di emissione del sax alto portate all'estremo mentre il piano dialoga sommesso ("Tim").

Un disco importante, che sarà proposto in tournèe solo dall'angolazione pianistica del duo con Craig Taborn. A meno di altri progetti futuri.

Track Listing

Prairie Eyes; Surf Curl; Fox Fire; Beneath The Leaves; Eronel; Dig & Dump; Trip Dance For Tim; Prelude To A Kiss; Don Byron; Tim Berne; Marcus Gilmore; Billy Drummond; Angelica Sanchez; Craig Taborn; Julian Lage; Bill Frisell.

Personnel

Kris Davis: piano; Don Byron: clarinet; Tim Berne: alto saxophone; Marcus Gilmore: drums; Billy Drummond: drums; Angelica Sanchez: piano; Craig Taborn: piano; Julian Lage: guitar; Bill Frisell: guitar.

Album information

Title: Duopoly | Year Released: 2016 | Record Label: Pyroclastic Records


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