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Due spettacolari inediti dal vivo di Rahsaan Roland Kirk
Che gioia ritrovare questi inediti dal vivo del genio del jazz americano Rahsaan Roland Kirk. Riesumati dal produttore Zev Feldman e pubblicati in parallelo da Resonance Records, questi cofanetti CD magnificamente curaticompleti di libretti sorprendenti, fotografie evocative e toccanti riflessioni personalisono un meritato omaggio al genio del multistrumentista statunitense.
Scoprii per la prima volta Kirk da adolescente, a casa di amici i cui genitori avevano una collezione di dischi che includeva i suoi album di maggior successo commerciale, come The Case of the 3 Sided Dream in Audio Color (Atlantic, 1975). Kirk mi ispirò così tanto che decisi di imparare a suonare due sassofoni contemporaneamente. In un certo senso, quell'ambizione nasceva dal desiderio di essere più come Kirk e il meno possibile come tutti gli altri. Rahsaan disse che l'idea di suonare tre sassofoni contemporaneamente gli venne «in un sogno».
Kirk era privo della vista (non amava il termine "cieco"). Di corporatura media, il peso combinato dei suoi sassofoni arrivava facilmente a 7-8 chili. Aggiungiamoci flauti, fischietti, percussioni, parole recitate... un carico non da pocosoprattutto mentre suonava alla guida di una band!
Per quanto possa essere arduo e fisicamente impegnativo suonare due sassofoni simultaneamente, non sono mai riuscito a gestire un terzo strumento. Che Rahsaan fosse in grado di farlo, usando per giunta la respirazione circolare, è per me quasi incomprensibile. Come afferma il sassofonista James Carter nelle note di copertina di Seek & Listen, "Rahsaan era un miracolo ambulante."
Registrati a quattro anni di distanza, questi due album presentano una gamma di stili musicali, con il polistrumentista sostenuto dall'accompagnamento solido dei suoi compagni di band. Se i set del Penthouse del 1967 catturano un ampio spettro di generi, quelli del Village Gate riflettono un'atmosfera più tradizionale. Ciò che condividono è l'infallibile capacità di Kirk di presentare musica imprevedibile.
Rahsaan Roland Kirk Vibrations in the Village: Live at the Village Gate
Resonance Records
2025
Il brano di apertura al Village Gate, nel novembre del 1963, è un blues di 12 battute in Fa maggiore intitolato "Jump Up and Down Fast." Il riferimento al titolo quasi infantile emerge già nel suo assolo iniziale al manzello, un soprano prodotto dalla King e venduto come saxello. Kirk si lancia in una splendida sequenza di chorus dal sapore bop, culminando in citazioni da "The Twilight Zone" e "Deck the Halls." Passa poi al tenore e inizia a usare la respirazione circolare, impiegando il soprano come un bordone. In queste sezioni la musica può assumere una qualità quasi mistica. L'assolo al tenore parte con esplosioni polifoniche prima di scatenarsi in una cascata di passaggi serratissimi. Kirk chiude poi in bellezza di nuovo imbracciando due sax. Splendido l'assolo di piano di Horace Parlan e impeccabile quello di Henry Grimes al contrabbasso. Rahsaan rientra scambiando frasi con il batterista e chiude il brano con il suo caratteristico caratteristico "Weee!..."
Rallenta poi i tempi con "Ecclusiastics" di Charles Mingus. L'introduzione in perfetta è impeccabile e crea un perfetto incastro col comping blues di Parlan. Kirk canta una strofa e si capisce subito perché Mingus lo volle con sé alla Town Hall e in altre occasioni.
La raccolta è punteggiata da forme jazz familiari: blues, temi da musical e originali. "All the Things You Are" e "Falling in Love" sono eleganti vetrine al tenore, con Rahsaan in stato di grazia. "Kirk's Delight" ha la stessa frizzantezza e la stessa piena espressività.
"Laura" è un brano che mette in evidenza la maestria al flauto, con Kirk che mette in scena tutte le sue tecniche alternative. Il flauto è uno strumento delicato, non si può trattare con la stessa forza del sax, ma nelle mani di Rahsaan acquista corpo grazie al suo vocalizzare e al suo particolare uso della lingua.
"Oboe Blues" è il pezzo forse meno riuscito dell'intera collezione, ma si apre e si chiude con un incredibile passaggio ai due sax. Kirk torna al tenore per "Blues Minor at the Gate"un brano che ci regala un assolo poderoso di Grimes e un breve duetto tra lui e il leader. Non ho sentito assoli allo stritch (un sax alto dritto) in queste tracce, ma lo aggiunge alla sezione dei sax nel suo gettonatissimo finale "Three for the Festival."
Rahsaan Roland Kirk Seek & Listen: Live At The Penthouse
Resonance Records
2025
I set del Penthouse del 1967 si avvicinano di più alle vibranti registrazioni dal vivo con le quali mi sono avvicinato a Kirkcome Bright Moments e Volunteered Slaverycon la working band di Kirk: il pianista Rahn Burton, il bassista Steve Novosel e il batterista Jimmy Hopps.
"The Jump Thing," breve brano di apertura incompleto, è seguito da una splendida versione di "Alfie" di Burt Bacharach. Nella sua rilettura di "Confirmation" di Charlie Parker, ricostruita come "Mingus-Griff Song," Kirk scambia choruse alla fine frasicon sé stesso, passando con fluidità tra tenore e manzello.
Kirk amava le medley, e al Penthouse ne propone una che combina "Ev'ry Time We Say Goodbye" con "I Got It Bad," "Sophisticated Lady" e "Satin Doll" di Duke Ellington. Il flauto è al centro dell'escursione, ma a metà brano finalmente lo sentiamo allo stritch. Torna poi a suonare tutti e tre i sax in "Satin Doll," facendo letteralmente saltare in aria il locale.
A metà degli anni Sessanta Kirk iniziò a reinterpretare brani pop, e così mi ha fatto piacere scoprire la sua interessante versione di "Ode to Billie Joe" di Bobbie Gentry. Un'interpretazione elettrizzantesfortunatamente l'unica rovinata da una distorsione del nastro. Ritornando a Ellington, ascoltiamo un altro superbo scambio tenore/manzello in "Prelude to a Kiss."
In "Funk Underneath," Kirk scende nei toni più terreni e ruvidi del flauto, liberando passaggi incredibili che includono vocalizzi semi-scat. Il flauto nasale si conferma ancora una volta un colpo plateale, così come "Down by the Riverside," un omaggio scatenato a New Orleans. "Lovelleveliloqui" e "Please Don't Cry Beautiful Edith" sono entrambi originali di Kirk in cui si muove a perfetto agio anche allo stritch.
Tutti questi set rivelano lo spirito senza confini di Rahsaan. Quando pensiamo alla nascente avanguardia del jazz negli anni Sessanta, potrebbe sembrare un terreno ideale per un outsider come lui. Se in quegli anni la furia e l'espressione individuale spesso emergevano tramite una libertà cacofonica che allontanava molti ascoltatori, Kirk era invece più interessato a stabilire un rapporto diretto col suo pubblico.
Rahsaan avrebbe meritato maggiore fame, ma è confortante sapere che negli anni Settanta fu invitato a suonare al Fillmore e ad aprire per gruppi rock. Quincy Jones lo coinvolse in diversi progetti, incluso il suo iconico Big Band Bossa Nova.
Nonostante un grave ictus nel 1975, Kirk continuò a suonarecon un solo braccio. La musica di questi due album ci ricorda ancora una volta che ogni cellula del suo corpo era nata per esprimere musica.
Bright Moments!
Brani e musicisti
Vibrations in the Village: Live at the Village GateBrani: Jump Up and Down-Fast; Ecclusiastics; All the Things You Are; Laura; Kirk's Delight; Oboe Blues; Blues Minor at the Gate; Falling in Love with Love; Three for the Festival.
Musicisti: Rahsaan Roland Kirk: sax (tenore), stritch, manzello, oboe, flauto, voce, fischietto, percussioni; Horace Parlan: piano; Melvin Rhyne: piano; Jane Getz: piano; Henry Grimes: contrabbass0; Sonny Brown: batteria.
Seek and Listen: Live at the Penthouse 1967
Brani: CD 1: The Jump Thing; Alfie; MingusGriff Song; Medley Ev'ry Time We Say Goodbye; I've Got It Bad (and That Ain't Good); Sophisticated Lady; Satin Doll; Medley: Blues For C&T; Happy Days Are Here Again; Down by The Riverside. CD 2: Ode to Billie Joe; Prelude to a Kiss; Funk Underneath; Now Please Don't You Cry, Beautiful Edith; Making Love After Hours.
Musicisti: Rahsaan Roland Kirk: sax (tenore), stritch, manzello, flauto, voce, fischietto, percussioni; Rahn Burton: piano; Steve Novosel: contrabbasso; Jimmy Hopps: batteria.
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