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Dave Liebman tra Maestri e allievi

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Classe 1946, Dave Liebman viaggia verso i settantacinque anni, ma li porta con una leggerezza e un'energia che gli permettono un'invidiabile produttività e, soprattutto, un encomiabile e continuo livello qualitativo dei suoi lavori. I tre che prendiamo qui in considerazione sono tutti di uscita recente, anche se la loro registrazione risale in due casi—entrambi live—a qualche anno fa, e riprendono il sassofonista in contesti piuttosto diversi, ora accompagnato da monumenti del jazz del suo calibro, ora invece da colleghi più giovani e dei quali è stato mentore.

The Kaleidoscope Quintet
Dancing on the Edge
Dot Time

Iniziamo proprio da uno dei due live, che risale al novembre del 2013 e vede in scena al Deer Head Inn, in Pennsylvania, il quintetto The Kaleidoscope, formazione assemblata per l'occasione dal batterista Michael Stephans, che quella sera presentava un suo libro (è anche scrittore e poeta). Liebman è qui affiancato da un altro gigante del sax contemporaneo qual è Joe Lovano, e in alcuni brani dalla voce di Judy Silvano, moglie di Lovano e anche autrice del dipinto che compare sulla copertina del disco. Completa la ritmica il contrabbasso di Tony Marino, frequente e antico collaboratore di Liebman, mentre manca il pianoforte.

I due sassofonisti non sono nuovi a collaborazioni, essendo per esempio coleader del Saxophone Summit che, proprio nel medesimo periodo, faceva uscire l'album Visitation, e hanno stilemi ed espressività sufficientemente diversi da valorizzarsi a vicenda nell'interazione. L'estrema lunghezza dei brani—tra gli otto e i diciotto minuti—permette poi che qui questa sia ampia, libera e creativa, che le atmosfere dei brani mutino ripetutamente e che tutti abbiano ampio spazio per far valere le proprie qualità.

L'inizio è travolgente, con un brano di Lovano, "Topsy Turvy," nel quale l'autore è al tenore e Liebman al soprano, con la Silvano che—vocalizzando senza mai cantare—si aggiunge come terza voce strumentale in modo davvero eccellente. Notevole fin da questo primo brano il peso della ritmica, in particolare della batteria di Stephans. Ancora contrasto tra tenore e soprano nella successiva "Day and Night," una non pedissequa rilettura del classico di Cole Porter: complice la dinamica appena meno intensa e un maggiore spazio solistico, Liebman ha modo di sfoggiare la sua maestria strumentale. Formidabile poi l'inizio assegnato ai flauti, sospeso ed evocativo, di "Blackwell's Message," altra bella composizione di Lovano, dopo il quale irrompono prima la Silvano sostenuta dalla batteria, poi, a turno, i due tenori, dei quali è una delizia cogliere il confronto: ampio e rilassato il fraseggio di Lovano, espresso con un suono rotondo e morbido; nervoso e spezzettato quello di Liebman, con un suono più aspro e concentrato sui toni alti. Un dialogo tra uguali ma diversi che continua nel conclusivo—e di nuovo travolgente—"Get Me Back to the Apple," brano di Liebman, che invece occupa interamente la scena nello standard "There Is No Greater Love," ove va avanti con un assolo di ben otto minuti.

Disco eccellente, il cui ascolto dona grandissima soddisfazione, forse a maggior ragione in questo periodo di astinenza dai concerti, visto che conserva tutti i pregi di un ispiratissimo live, complice il valore dei protagonisti, tra i quali però è giusto sottolineare in particolare quello del batterista Michael Stephans, davvero superlativo.

Generations Quartet
Invitation
Nea

Assai diversa la situazione del secondo CD, nel quale è di scena un quartetto classico, con musicisti di diverse generazioni—da cui il nome della formazione—in qualche modo però tutti considerabili "allievi" di Liebman: il batterista Ian Froman ha suonato a lungo con lui agli inizi della sua carriera ed è poi stato tra i maestri del contrabbassista Evan Gregor, il quale ha deciso di diventare un musicista professionista proprio conoscendo Liebman; il pianista Billy Test, il più giovane dei quattro, è stato allievo del sassofonista prima di suonare assieme agli altri due. Curioso tuttavia che i quattro non avessero mai suonato tutti assieme prima di un concerto tenutosi, anche questo, al Deer Head Inn (e documentato nell'ultima traccia dell'album), che precedette la registrazione in studio.

In questo caso la formazione è alle prese con una serie di soli standard, nove in tutto, mentre Liebman suona in prevalenza il sax soprano, che la varietà delle situazioni gli permette di utilizzare in tutti i possibili modi: in "My Foolish Heart," condotta con la giusta lentezza, il sassofonista esprime grande qualità espressiva, così come anche Gregor, autore di uno splendido assolo al contrabbasso; in "Bye Bye Blackbird" e "Yesterdays" Liebman suona con elastica rilassatezza, ma vi viene messo in luce anche l'eccellente pianismo di Test; "Invitation" esalta in particolare la velocità e l'espressività "spremuta" dal sassofonista dalle note alte del soprano. Gli ultimi tre brani vedono Liebman al tenore, a cominciare dalla sorprendente "Speak Low"—interpretazione velocissima di un brano che si presterebbe invece a letture più malinconiche, anch'essa vetrina per il pianista—per finire con "You and the Night and the Music ," la traccia più lunga dell'album e anche la sola registrata dal vivo, che conserva le tensioni, l'energia e la libertà della situazione concertistica.

In generale, il disco permette di godere a pieno delle straordinarie doti di Liebman al soprano, con il quale modula in modo unico il suono e articola fraseggi con una impareggiabile capacità di variare la velocità, così da sviluppare stilemi espressivi totalmente personali.

Martial Solal & Dave Liebman
Masters in Paris
Sunnyside

L'ultimo lavoro in esame, Masters in Paris, è una vera chicca: si tratta del secondo album del sassofonista in duo con il mitico pianista francese Martial Solal, uno dei grandi protagonisti europei della tastiera, che segue Master in Bordeaux, sebbene sia stato registrato precedentemente—risale al 2016, mentre l'altro era del 2017. Solal non dimostra in alcun modo le ottantanove primavere e duetta con il sassofonista in modo a dir poco magistrale attraverso nove brani, sette standard e una composizione a testa per ciascuno dei protagonisti.

È perfino difficile dar conto del contenuto di questo lavoro, tanta è la creatività dei due artisti. Per capirlo basta ascoltare il primo brano in programma, il classico "A Night in Tunisia," aperto dal tenore con poche note sulle quali si precipita il pianista, sparigliando subito le carte armoniche; i due proseguono poi sulle ben note linee tematiche della composizione di Gillespie, senza tradirle nemmeno un po,' eppure variando tutto, ciascuno a modo proprio e ciononostante in piena sintonia. Il tutto va avanti per poco più di metà brano, quando Solal si prende per un minuto l'intera responsabilità della musica e inventa tutto quel che sia possibile inventare, con una fantasia, una semplicità, una gioiosa ludicità che lasciano a bocca aperta e gettano anche una luce diversa sul duetto che prosegue al rientro di Liebman.

È un saggio di quel che avviene per tutti i settantadue minuti di questo splendido concerto, che non ha né pause, né picchi. Liebman alterna soprano e tenore, riservando a quest'ultimo alcune delle parti più calde e sentimentali, come "In and Out," ma esprimendosi da par suo anche con il primo (per esempio in "Summertime" e nella conclusiva "Coming Yesterday"); tuttavia, va alla fine riconosciuto che il protagonista è soprattutto Solal, che apre continuamente scenari inattesi—si ascolti esemplarmente "What Is This Thing Called Love"—e cesella deliziose invenzioni a ripetizione, da grandissimo Maestro. Un disco imperdibile, vertice di una triade di eccellenti lavori.

Liste dei brani e musicisti

Dancing on the Edge

Brani: Topsy Turvy; Day and Night; Blackwell's Message; There Is No Greater Love; Get Me Back to the Apple.

Musicisti: Dave Liebman: sax soprano e tenore, flauti; Joe Lovano: sax tenore, flauto; Judy Silvano: voce; Tony Marino: contrabbasso; Michael Stephans: batteria.

Invitation

Brani: Maiden Voyage; Bye Bye Blackbird; Invitation; My Foolish Heart; Village Blues; Yesterdays; Speak Low; Summertime; You and the Night and the Music.

Musicisti: Dave Liebman: sax soprano e tenore; Billy Test: pianoforte; Evan Gregor: contrabbasso; Ian Froman: batteria.

Masters in Paris

Brani: A Night Iin Tunisia; Stella by Starlight; In and Out; Night and Day; Small One; Satin Doll; What Is This Thing Called Love; Coming Yesterday.

Musicisti: Dave Liebman: sax soprano e tenore; Martial Solal: pianoforte.

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