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Ciampi, Tenco e dintorni
ByAA.VV.
Cosa resta di Piero Ciampi
Arroyo - distr. Venus
Valutazione: 3 stelle
Al "livornese maledetto" (almeno come il "dirimpettaio" Modigliani), al secolo Ciampi Piero, nato nel 1934 e morto nell'80 per mano di un cancro alla gola alquanto beffardo, visto che tutti avrebbero scommesso - e lui per primo - su una cirrosi del tutto in linea col suo etilismo disperato quanto disincantato, il premio sorto nel suo nome ha dedicato un nuovo giro di valzer, raccogliendo diciassette brani (uno, "Andare camminare lavorare," in duplice versione) estrapolati dalle ultime edizioni della rassegna.
Non tutto, sarà il caso di dirlo subito, appare in sintonia col più autentico spirito ciampiano, e neanche la scelta delle canzoni, pur nell'esigenza di non pescare sempre le "solite note," risulta inappuntabile. Ci sono tuttavia cose assolutamente degne di nota. Fra esse andranno anzitutto segnalate le citate versioni di "Andare camminare lavorare," l'una, in avvio, con Stazioni Lunari, ospiti Ginevra Di Marco, Paola Turci e Cristina Donà, che tornano a loro volta, in prima persona, in altri tre episodi degni di menzione (rispettivamente "Tu con la testa io con il cuore," attraversata da un felice intimismo, "Qualcuno tornerà," poco nota quanto efficace, e "Il merlo," per voce, chitarra e kazoo), l'altra con protagonista un John De Leo come sempre poco ossequioso delle regole costituite, come Ciampi, e come quel Carmelo Bene che in qualcosa persino ricorda, e che dell'uomo di Livorno fu amico prevedibilmente alquanto "dialettico".
Ben centrate, ancora, Rossella Seno in "E il tempo se ne va," che non può non rimandare al Léo Ferré di "Avec le temps," Gina Trio in "L'amore è tutto qui," Sara dei Vetri in "Come faceva freddo" e, dulcis in fundo, Nada, per la quale nel '73 Ciampi scrisse un intero album, Ho scoperto che esisto anch'io, dal quale è appunto tratta, qui, "Sul porto di Livorno" (e del resto la stessa "Come faceva freddo"). Altre autentiche icone ciampiane (su tutte "Te lo faccio vedere chi sono io" e "Ha tutte le carte in regola") risultano per contro come svuotate della tragicità beffarda quanto a suo modo epica degli originali.
AA.VV.
Le cose di Amilcare - Barcelona 2013
Ala Bianca
Valutazione: 3,5 stelle
Di tutt'altra natura il doppio CD emesso dal Club Tenco (con la consueta complicità di Ala Bianca) in concomitanza con una stagione di concerti in quel di Barcellona decollata in autunno e che si protrarrà fino ad aprile, mischiando artisti italiani e catalani (e non solo) nel segno di un gemellaggio da tempo largamente consolidato.
Qui l'Amilcare del titolo è ovviamente Rambaldi, storico patron del Tenco, mentre di Luigi (Tenco, naturalmente) non figurano brani. Figurano invece una trentina abbondante di canzoni della più varia provenienza, con una zoomata sul cantautorato italo-catalano, e non. Grandi protagonisti della raccolta sono infatti anche il ceco Jarek Nohavica (Premio Tenco nel 2011) e il portoghese Sergio Godinho (nel '95), accanto - fra gli altri - a Mariona Sagarra e Peppe Voltarelli, Rusò Sala e Yo Yo Mundi, la grande Maria del Mar Bonet e Alessio Lega (anche in duo con Nohavica), Marina Rossell ed Eugenio Finardi, Amancio Prada (spagnolo del nord-ovest, lui, non catalano) e David Riondino, Miquel Pujadò e Mauro Pagani, Badara Seck (senegalese di stanza in Italia) e Alberto Patrucco.
La sezione più sfiziosa del lotto è con tutta probabilità quella conclusiva, cioè i sei bonus tracks estratti da diverse edizioni del Tenco in cui, come sempre, accadono cose altrove per lo più impensabili, tipo - tanto per fare gli esempi più ghiotti - Marina Vlady che interpreta con Finardi il suo compagno Vladimir Vysotsky, scomparso nel 1980 (come Ciampi, curiosamente, con cui condivide più di un tratto), Godinho con Giuni Russo, Joan Isaac che canta la sua "Cala la nit a Sanremo," ovviamente dedicata al Tenco, con Lluis Llach, e forse più di ogni altra cosa un'imperdibile "Crêuza de mä" di cui lo stesso Isaac (che del resto già l'aveva inserita in un suo CD) canta una strofa in catalano, con Mauro Pagani (coautore del pezzo, com'è noto) nell'originario genovese, e poi Massimo Ranieri in napoletano e Badara Seck in lingua griot. Una chicca assoluta che impreziosisce ulteriormente un album già di per sé ricco di gemme.
Serena Spedicato
My Waits - Tom Waits Songbook
Dodicilune Koiné
Valutazione: 3 stelle
Fra i molti Premi Tenco stranieri (nelle Cose di Amilcare ne compaiono ben sei) uno dei più leggendari è stato senza dubbio, nell'86, Tom Waits, al quale la cantante pugliese Serena Spedicato dedica una rilettura monografica, dieci brani debitamente riarrangiati da Pierluigi Balducci che si arrestano al 1980, pescando dai primi sette album del maudit (lui pure, già) di Pomona.
La mise è abbastanza squisitamente jazzistica, anche se il bandoneon, magistralmente maneggiato da Gianni Iorio, insinua ovvi sapori di tango, con la stessa voce della Spedicato che si muove costantemente lungo il crinale che abbraccia un concetto di song in bilico fra diversi emisferi. Certo, degli originali manca un po' - inevitabilmente, verrebbe da dire - il demone, ma l'omaggio è comunque corretto, genuino, specie negli episodi in cui (e citiamo almeno "Burma Shave" e "Blue Valentines," quasi recitativo) una certa "epica waitsiana" fa comunque capolino.
Favonio
Brutto di faccia brutto di cuore
Iperspazio
Valutazione: 3,5 stelle
Per molti versi ideale punto d'arrivo del nostro discorso è il secondo album dei Favonio, ottetto pugliese (come i protagonisti di My Waits) che al Tenco si è esibito nel corso dell'ultima edizione, e a Ciampi si rivolge estrapolando un passo di "Ha tutte le carte in regola" in "Sono un artista". Il tutto senza dimenticare un altro singolare personaggio come Franco Fanigiulo, di cui rilegge "A me mi piace vivere alla grande" (cosa che stanno facendo in diversi, di recente, da Cristiano Angelini a Giangilberto Monti), né il conterraneo Matteo Salvatore, di cui compare "L'uomo del tavoliere".
Album rigoglioso e colorato, opulento e arguto, Brutto di faccia brutto di cuore non lesina momenti di notevole impatto, dalla godereccia "Amore bradipo" alla più calibrata "Giano," dalla danzante "Lo scrittore e la ragazza" a "Sotto l'albero del melograno," accogliente valzerone con finale jazzato, dal brano che intitola l'album, decisamente vivace, alla conclusiva "O core s'è stancato". Li aspettiamo al terzo capitolo di una discografia fin qui senz'altro promettente.
Elenco dei brani:
Cosa resta di Piero Ciampi: 01. Andare camminare lavorare; 02. Tu con la testa io con il cuore; 03. Confesso; 04. La polvere si alza; 05. Quando ti ho vista; 06. Il Natale è il 24; 07. Andare camminare lavorare; 08. E il tempo se ne va; 09. Te lo faccio vedere chi sono io; 10. Ha tutte le carte in regola; 11. Qualcuno tornerà; 12. Bambino mio; 13. L'amore è tutto qui; 14. Come faceva freddo; 15. Fino all'ultimo minuto; 16. Il merlo; 17. Livorno; 18. Sul porto di Livorno. Le cose di Amilcare: CD 1: 01. Kometa; 02. Cibele; 03. Maremma; 04. Scarpe rosse impolverate; 05. Saldati; 06. Formigole; 07. La casa; 08. Sstéila; 09. Vigliacca; 10. Addio; 11. Il 14 gennaio; 12. Le ragazze di Osaka; 13. Verrai; 14. Fosse stato per me; 15. Cuore in bancarotta. CD 2: 01. Em dias consecutivos; 02. Tieniti di me un qualche cosa; 03. Quiero; 04. Farafrique; 05. La danza d'amore; 06. Tocchi a tocchi; 07. La falsaria; 08. Le onde di Giorgio; 09, Navigatore solitario; 10. Luna; 11. Il canto della terra; 12. Il primo giorno; 13. A barca dos amantes / La barca degli amanti; 14. Crêuza de mä; 15. Cala la nit a Sanremo; 16. Zitra ràno v pet / Alle cinque domattina. My Waits: 01. Please Call Me Baby; 02. Muriel; 03. Burma Shave; 04. Invitation To The Blues; 05. A Sight For Sore Eyes; 06. On The Nickel; 07. Saving All My Love For You; 08. Ruby's Arm; 09. Blue Valentines; 10. Tom Traubert's Blues. Brutto di faccia brutto di cuore: 01. A me mi piace vivere alla grande; 02. Sono un artista; 03. Amore bradipo; 04. Giano; 05. Lo scrittore e la ragazza; 06. Cipressi nei pressi; 07. L'uomo del Tavoliere; 08. Sotto l'albero del melograno; 09. Tutto sommato; 10. Dormire; 11. Brutto di faccia brutto di cuore; 12. 'O core s'è stancato.
Musicisti: Cosa resta di Piero Ciampi: Stazioni Lunari in 01; Paola Turci in 01 e 02; Ginevra Di Marco in 01 e 11; Cristina Donà in 01 e 16; Gatti Mezzi in 03; Michela Lombardi in 04; Sara Loreni in 05; Antonio Righetti in 06; John De Leo in 07; Rossella Seno in 08; Working Vibes in 09; Debora Petrina in 10; Underfloor in 12; Gina Trio in 13; Sara Dei Vetri in 14; Voc&Piano in 15; Sinfonico Honolulu in 17; Nada in 18. Le cose di Amilcare: Jarek Nohavica in 1.01 e 2.16; Agricantus in 1.02; Mariona Sagarra in 1.03; Peppe Voltarelli in 1.04; Dente in 1.05; Toni Bruna in 1.06; Rusò Sala in 1.07; Yo Yo Mundi in 1.08; Alessio Lega in 1.09 e 2.16; Feliu Ventura in 1.10; Pan Brumisti in 1.11; Eugenio Finardi in 1.12 e 2.11; Joan Isaac in 1.13, 2.14 e 2.15; David Riondino in 1.14; Dani Flaco in 1.15; Sergio Godinho in 2.01, 2.12 e 2.13; Marina Rossell in 2.02; Mauro Pagani in 2.03 e 2.14; Badara Seck in 2.04 e 2.14; Maria del Mar Bonet in 2.05; Amancio Prada in 2.06; Alberto Patrucco in 2.07; Daniele Caldarini in 2-08; Miquel Pujadò in 2.09; Enric Hernàez in 2.10; Marina Vlady in 2.11; Giuni Russo in 2.13; Massimo Ranieri in 2.14; Lluis Llack in 2.15. My Waits: Serena Spedicato (voce); Gianni Iorio (bandoneon, pianoforte); Antonio Tosques (chitarra); Pierluigi Balducci (basso elettrico, arrangiamenti); Pierluigi Villani (batteria). Brutto di faccia brutto di cuore: Paolo Marrone (voce); Antonello Del Sorfdo (tromba, flicorno); Mimmo Petruzzelli (sax soprano, alto, tenore e baritono, clarinetto, fisarmonica, kazoo); Stefano Capasso (pianoforte, tastiere, fisarmonica); Lucio Pentrella (chitarre, bouzouki); Giovanni Mastrangelo (basso elettrico, contrabbasso); Giuseppe Guerrieri (batteria); Piernicola Morese (percussioni); Fabio Contillo (clarinetto, clarinetto basso) in 03 e 06; Fatima Sanchez Silva (flauto) in 04, 08, 12; Michela Celozzi (violoncello) in 05 e 11.
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