Josh Maxey: Celebration of Soul

È un nome da tenere a mente quello di Josh Maxey. Non è solo un chitarrista tecnicamente esuberante ma si dimostra un leader fantasioso e un ottimo autore. Celebration of Soul è l'ultimo di dieci dischi autoprodotti nell'arco di tre anni (questo in versione compact disc, gli altri sono scaricabili in formato MP3 o FLAC dal suo sito web. Una produzione che raccoglie 50 composizioni originali incise con 20 differenti musicisti.

In quindici anni di permananenza a New York City (dal 2013 s'è trasferito a Denver, Colorado) il chitarrista ha compiuto ottime esperienze formative (Dr. Lonnie Smith, Carl Allen, Donald Harrison, Maceo Parker) e stretto significative partnership, che ritroviamo anche in quest'ottimo lavoro.

A prima vista l'organico sempre proporre la classica formula dell'organ trio con chitarra ma qui, oltre al sassofonista abbiamo una seconda chitarra in quasi tutti i brani, nella figura del prestigioso Rodney Jones, a lungo suo insegnante e mentore. Inoltre nei brani iniziale ("Brooklyn Sunrise") e finale ("Colorado Sunset") prima dei bonus track, il clima cambia completamente: due lente e dilatate improvvisazioni di gusto ambient con l'aggiunta una chitarra acustica (Dave Parnell), una lap steel (Brett Parnell) e una slide (Michael Cioffero).

Niente di scontato dunque anche se nel cuore del lavoro non c'è trasgressione ma freschezza, feeling e ricco groove. Le composizioni sono melodicamente accattivanti, il collettivo coeso e gli interventi solisti smaglianti. Josh Maxey evidenzia chiarezza melodica e blues feeling, influenzato da Grant Green e George Benson. Brian Charette è uno dei massimi organisti sulla scena mentre il ventisettenne Chase Baird è tra gli emergenti di punta, con uno stile ritmicamente insinuante e uno splendido sound. Ultimo ma non meno importante è il batterista Jeremy Noller, allievo di Bunky Green, che si fa notare per il suo versatile approccio percussivo influenzato dai ritmi africani.

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