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Cristina Mazza, Sean Bergin, Daniele D'Agaro, Bruno Marini, Jean-Jacques Avenel, Sangoma Everett: Celebrating The Music Of Mal Waldron

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Cristina Mazza, Sean Bergin, Daniele D'Agaro, Bruno Marini, Jean-Jacques Avenel, Sangoma Everett: Celebrating The Music Of Mal Waldron
Vent'anni fa, per la precisione il 2 febbraio del 2002, se ne andava Mal Waldron, straordinario artista che ha lasciato tracce indelebili nella musica jazz e che forse non ha avuto—e non ha tutt'ora—il riconoscimento che avrebbe meritato.

Cinque anni dopo, nel febbraio del 2007, la sassofonista Cristina Mazza, che con lui aveva lavorato e registrato l'album Where Are You?, in trio con Reggie Workman alla batteria, decise di riunire i componenti dell'ultimo quartetto europeo del pianista (che peraltro in Europa viveva dalla fine degli anni Sessanta), cioè Sean Bergin, Jean-Jacques Avenel e Sangoma Everett, per omaggiare il Maestro e interpretare alcune delle sue composizioni, aggiungendo alla formazione anche Daniele D'Agaro e Bruno Marini.

Quel sestetto multinazionale era di fatto anche piuttosto atipico: ben quattro ance e l'assenza proprio del pianoforte, lo strumento di Waldron, autore di tutte le composizioni in programma. Ciò spinse i musicisti a mettere a punto arrangiamenti originali, che conferiscono un colore assai particolare ai brani dell'artista newyorchese, disposti in una scaletta che alterna i più famosi—come "Snake Out," "Soul Eyes" e "Left Alone"—ad altri meno noti e tuttavia splendidi.

È il caso dell'iniziale "Hurray for Herbie," che esemplifica anche una delle strutture scelte per l'interpretazione: dopo un'introduzione, è la Mazza ha prodursi in un bell'assolo, con l'accompagnamento maestoso di Avenel, fino all'ingresso di tutti i fiati che crea un suono avvolgente e coinvolgente. Qualcosa di simile avviene nel successivo "Snake Out," tranne che il protagonista del solo è il clarinetto di D'Agaro, mentre in "What It Is" le cose si fanno subito più corali, con il progressivo ingresso di tutti a preparare l'assolo della Mazza, estremamente e rispettosamente ornettiana.

Dopo la concatenazione di interventi solistici in "Our Colline's a Treasure"—il clarinetto di D'Agaro, il tenore di Bergin, il contrabbasso di Avenel in dialogo con Everett— in "Status Seeking" c'è spazio anche per il baritono di Marini e per un "classico" solo di batteria. Gran pezzo di bravura di Avenel nella "Medley," che segue l'esposizione del tema di "Soul Eyes" da parte del clarinetto di D'Agaro e fa da ponte con la più corale "Changachangachanga." Ancor più corale "Dig It Deep Down Baby," che conduce alla conclusiva "Left Alone," arcinota ma qui trasfigurata da un singolarissimo arrangiamento che, dopo la bella introduzione tematica di Marini sul battito del contrabbasso, dà spazio a un talking di Bergin su testi di Billie Holiday.

Un bel lavoro, con una musica come si suonava una volta—che non sempre è un male, anzi —, la cui pubblicazione dopo quindici anni è decisamente meritoria, sia per la qualità indubbiamente elevata, sia per ricordare non solo un grande artista come Waldron, ma anche musicisti di livello stellare e che oggi, purtroppo, non ci sono più, come Bergin e Avenel.

Album della settimana.

Track Listing

Hurray for Herbie; Snake Out; What It Is; Our Colline’s a Treasure; Status Seeking; Medley: a. Soul Eyes b. Changachangachanga; Dig It Deep Down Baby; Left Alone.

Personnel

Cristina Mazza
saxophone, alto
Sean Bergin
saxophone, tenor
Daniele D'Agaro
clarinet, bass
Bruno Marini
saxophone, baritone
Jean-Jacques Avenel
bass, acoustic

Album information

Title: Celebrating The Music Of Mal Waldron | Year Released: 2021 | Record Label: Caligola Records


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