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Carminho - La nuova musa del fado
ByAssieme -e meglio- di cantanti affermate come Mariza e Ana Muora, Carminho incarna l'ultima fase del fado che ridefinisce la propria identità nel contesto contemporaneo.
Nata in una famiglia di musicisti (è figlia di Teresa Siqueira e Francisco Andrade), Maria do Carmo de Carvalho Rebelo de Andrade raggiunge ampia notorietà col nome di Carminho a 25 anni, pubblicando nel 2009 il disco Fado. Nei circoli degli appassionati il suo prestigio era rapidamente cresciuto dopo la sua vittoria nel 2005 al concorso Amália Revelação che ha favorito la sua partecipazione, due anni dopo, al film Fados di Carlos Saura, assieme ai massimi interpreti di questa musica.
Carminho aveva 23 anni e cantava ancora con l'apparecchio dentale evidenziando però la tecnica e l'espressività di una consumata professionista. In realtà si esibiva in pubblico già dall'età di dodici (per quattro anni nel ristorante Mesa de Frades all'Alfama, il quartiere più antico e popolare di Lisbona) e la domanda ricorrente presso la critica portoghese era questa: "Cómo puede una chica tan joven tener esa voz, esa expresión, esa sabiduría cuando canta fado? Cómo puede tener ese sentimiento?". Su YouTube si trovano interessanti filmati a nome Carmo Rebelo de Andrade poco prima del suo debutto discografico col nuovo nome.
La capacità di trasmettere emozioni in modo così intenso non può essere appresa ma aver assimilato quell'estetica sin dall'infanzia ha svolto il suo ruolo. "Sento che il fado è nel mio sangue - ha detto Carminho in un'intervista - ma è principalmente un mio modo di sentire il mondo. Il fatto che mia madre è una cantante e che mi ha mostrato molto di quello che so oggi significa che non era molto difficile trovarlo. Se fossi nata in un altro paese credo che canterei la sua musica tradizionale. (...) A casa avevo dischi di Amália, di Beatriz da Conceição, di Maria Teresa de Noronha che sono tre distinti ambienti di Fado: Amália era una donna del mondo, Beatriz da Conceição, una donna tradizionale di Lisbona urbana e parrocchiale, Maria Teresa de Noronha, un'aristocratica. Ma ho ascoltato tutto senza filtri, in modo casuale.
In seguito ho frequentato a lungo la Casa di Fado di mia madre nel cuore di un'Alfama dove mi sono sempre sentita in modo del tutto naturale...(...) Il mio modo di cantare è il risultato di questa miscela e questa miscela ha portato a quello che sono".
Altre sue influenze sono venute da importanti esponenti della tradizione fadista come Lucília do Carmo, Mauricio Fernando e gruppi rock più inclini alla melodia come i Queen e i Beatles.
Sei anni prima d'incidere Fado Carminho aveva partecipato al progetto discografico Saudades do Fado: Tertúlia de Fado Tradicional di Luis Penedo e João Machado ma solo dopo gli studi universitari e una lunga esperienza di volontariato nel terzo mondo, s'è dedicata interamente alla musica.
In un'intervista pubblicata su Revista Única il 5 dicembre 2009 confessava di volersi conoscere prima di lanciarsi sul serio nel fado e viaggiare per guardare il mondo da una prospettiva non così privilegiata come aveva sempre vissuto. "Anche se ero consapevole che era comunque una situazione privilegiata, di fronte a situazioni negative avevo sempre un aereo per tornare".
In qualche modo rinnova l'archetipo portoghese del viaggio. Prende un volo per Calcutta e si fa portare alla Congregazione di Maria Teresa. "Quando ho bussato alla porta è apparsa una suora, ha preso il mio zaino e mi ha detto - togliti le scarpe e vai lì...". Avevano un sistema pienamente collaudato. (...) Ho avuto un gran legame con Maria Teresa e il suo esempio; si è presa cura dei più poveri ed era lì che volevo stare. Pregavo molto ed ero arrivata al punto di forzarmi a lavorare con i bambini, cosa che non amo particolarmente, perchè pensavo di fare tutto il necessario per soffrire. Poi ho capito che non è così. Si può dare senza soffrire e il volontariato non significa masochismo o automutilazione così sono andata a stare con i vecchietti, che mi piacciono molto".
Nominato dall'UNESCO nel 2011 "patrimonio immateriale dell'umanità" il fado resta un genere unico ed è riuscito a conservare i suoi caratteri di fondo come poche altre espressioni popolari europee. È un'arte poetico-musicale il cui nome significa destino, sorte e si riferisce al percorso tracciato dalla provvidenza per ogni individuo. È un canto vocale intriso di tristezza nostalgica che racconta temi di emigrazione, lontananza e dolore: nella sua forma tipica è eseguito da una donna dalla voce struggente (ma non mancano gli esponenti maschili) vestita di nero e con uno scialle, accompagnata da una o più chitarre, tra cui essenziale quella portoghese.
A eccezione del grande successo internazionale di Amália Rodrigues, il fado è rimasto confinato fino agli anni ottanta entro il Portogallo, vivendo gli anni successivi alla dittatura di Salazar nella dimensione ancor più ristretta dei locali popolari, delle case di fado e dei ristoranti tipici. Durante la sua fase più buia, il regime aveva cercato di appropriarsi - stemperandone i contenuti di critica sociale - dell'originale espressione popolare e nei due anni post rivoluzionari (1974-75) l'universo musicale fadista subì l'ostilità di un settore della popolazione e fu quasi bandito da radio e televisione.
Il fado divenne oggetto di scontro politico, sospettato ingiustamente di connivenza con la dittatura. Le falsità non risparmiarono neppure Amália Rodrigues, la figura artistica più amata e rappresentativa dell'identità collettiva portoghese. Da quel doppio confinamento è emerso lentamente nella seconda parte dei Settanta grazie al prestigio del progressista Carlos do Carmo e negli Ottanta s'è rivolto all'estero, sfruttando l'interesse internazionale per le musiche etniche. Ovviamente è stato un percorso articolato che, spezzando decenni d'isolamento, ha generato anche sintesi influenzate dalla tradizionale identità fadista, com'è successo ai Madredeus di Teresa Salgueiro oppure a Dulce Pontes.
Allo stato attuale delle cose Carminho è diversa, per il suo operare entro il corpus espressivo del fado e la pregnanza del suo canto. La sua voce trasmette vibrazioni profonde, che rispecchiano l'essenza dell'animo lusitano. È dalla morte della Rodrigues che non accadeva. Ciò non le impedisce di proseguire nel percorso di modernizzazione iniziato da Amália e condiviso con Mariza, Ana Moura e poche altre.
Fado è stato il secondo disco di fado più venduto in Portogallo nel 2009, definito da Time Out Lisboa "il debutto più impressionante del decennio".
È strutturato accostando fados tradizionali e temi originali, alcuni scritti dal chitarrista e produttore Diogo Clemente e un paio dalla stessa cantante. La sintesi evidenzia profondo rispetto per la tradizione e i suoi modelli, con interpretazioni fresche e intense nello stesso tempo. La voce di Carminho, appassionata e avvincente, è influenzata dalle inflessioni di Amália Rodrigues che viene omaggiata con la magica esecuzione di "Marcha de Alfama," un suo vecchio successo.
La selezione offre tributi ad altre figure del fado tradizionale e non. Nel primo caso abbiamo riferimenti alla cantante Joaquim Viana Pimentel ("Meu Amor Marinheiro") ed ai compositori João Nobre ("Senhora da Nazare") e Carlos Nóbrega e Sousa ("A Bia da Mouraria"), nel secondo al poeta João Monge ("Voltar a ser") o al virtuoso di chitarra portoghese Ricardo Rocha ("Carta a Lisboa").
Un debutto di rara maturità con pagine irresistibili. Gli strumentisti sono tra i migliori della scena lusitana: in particolare Bernardo Couto, Angelo Freire e José Manuel Neto che si alternano con Rocha alla chitarra portoghese.
Il 2 marzo 2012 Carminho presenta con un concerto a Sintra il nuovo disco Alma, ancora prodotto da Diogo Clemente che partecipa in qualità di chitarrista e cura la direzione musicale. Ai tipici strumenti della tradizione fadista, Clemente aggiunge un quartetto d'archi, un pianoforte e un contrabbasso coinvolgendo anche Luis Guerriero, il più fantasioso tra i giovani solisti di chitarra portoghese.
L'album è un notevole passo avanti nella sintesi tra passato e presente: la scelta dei brani si snoda tra fado tradizionali e originali, aggiungendo composizioni di Vinicius De Moraes ("Saudades Do Brasil em Portugal") e di Chico Buarque ed Edu Lobo ("Meu Namorado"). In un'edizione speciale per il mercato brasiliano pubblicata in novembre sono stati aggiunti tre duetti: l'incantevole "Carolina" con Chico Buarque, "Cais" con Milton Nascimento e "Contrato de Separaçao" con Nana Caymmi.
Come già faceva Amália Rodrigues, Carminho spazia oltre il classico repertorio del fado pur conservando il nucleo espressivo di una tradizione che è riletta alla luce della modernità. Il miglior esempio viene da un classico di Fernanda Maria che Carminho "depura" dalla tipica enfasi del passato e ne esalta i valori melodici con un'appassionata interpretazione. I momenti significativi del disco sono molti: ricordiamo lo struggente "Talvez" su testo del poeta Vasco Graça Moura, l'intenso "Folha" della stessa Carminho, lo struggente "Meu Namorado" mentre il seducente bolero di "Cabeça de vento" la pone in confronto con la drammatica versione di Amália. Più inclini alla classica tradizione fadista risultano "Fado Adeus," "À Beira do Cais," "Lágrimas do céu" o "Ruas".
Non era difficile prevedere un interesse dell'industria culturale, che speriamo la cantante riesca a controllare. Carminho è stata coinvolta a collaborare col nuovo volto del pop spagnolo Pablo Alborán realizzando il grande successo di "Perdóname," disco dell'anno 2011 in Spagna ma la si vede realizzare anche interessanti sperimentazioni.
In quella estemporanea con Nicolas Jaar il suo appassionato eloquio, circondato da un'ambientazione elettronico, risulta quanto mai suggestivo e svela nuove prospettive.
Foto di Isabel Pinto (la prima).
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