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Brianza Open Jazz 2013
ByTredicesima edizione del Brianza Open Jazz festival. Come per tutti, anche per questa manifestazione il 2013 è stato particolarmente difficile. Riuscire a mettere insieme un programma, portare dei concerti gratuiti nelle piazze cittadine èdi per séun successo.
Tempo di crisi, e dunque condivisione di risorse e collaborazioni con entità "esterne". Con Suoni Mobili, rassegna organizzata da Musicamorfosi (a nostro avviso il soggetto più interessante e dinamico operante sul territorio brianzolo), che porta buona musica in luoghi suggestivi da scoprire e da riscoprire di tutta la Brianza. E con Suona Francese, programma di eventi culturali e musicali su scala nazionale, curato dall'Institut Français.
Detto tutto ciò, non può non destare in noi qualche perplessità un programma che, nel corso di quattro serate, propone il trio Mediums di Vincent Courtois, l'opera coreana Spring Spring (Boom Boom), il quartetto di Giovanni Falzone e la Big Band di Paolo Tomelleri (per tacere dei successivi tributi ai Beatles o a Lucio Battisti, fortunatamente fuori dal cappello Brianza Open). Fermo restando il massimo rispetto nei confronti di tutti gli artisti coinvolti, la disomogeneità di orizzonti è tale da far pensare che il programma non sia tanto il frutto di una vera e propria scelta artistica, quanto di una mediazione tra le varie correnti e tendenze che da sempre animano il Brianza Open Jazz. Seguiamo infatti la manifestazione monzese sin dalle origini e, sia pure da osservatori esterni quali siamo, abbiamo spesso percepito tensioni tra sostenitori della contemporaneità, fautori di un jazz più tradizionale, e inseguitori della massima affluenza di pubblico possibile. Posizioni tutte più che legittime, ma che non sempre hanno dato l'impressione di remare nella medesima direzione.
Per quanto riguarda la parte squisitamente musicale, abbiamo assistito alle due serate a noi elettivamente più vicine.
Il violoncellista Vincent Courtoische ha partecipato anche a Suoni Mobili con una performance solitariasi è qui presentato alla testa di Mediums, un trio atipico che lo ha visto affiancato dai due tenor-sassofonisti Daniel Erdmann e Robin Fincker. Come molti jazzisti francesi della sua generazione, anche Courtois è fortemente influenzato dalla musica di Olivier Messiaen, di cui erano particolarmente evidenti gli echi nella prima parte del concerto. Successivamente, la musica ha preso una piega quasi rock, con ostinati pedali rivelatori invece di una certa predilezione per la scrittura dodecafonica. I seguenti echi popolari, blues veraci, deliziose melodie ballabili su scansioni ternarie (di cui i jazzisti francesi sono maestri) hanno dato corpo ad un concerto intenso, inusuale nelle sonorità e non facilissimo nella fruizione, che ha comunque saputo suscitare grande entusiasmo nel pubblico, che ha richiamato i musicisti sul palco per ben tre bis.
Il trombettista Giovanni Falzone, in compagnia di Rudi Manzoli al sax baritono, Giacomo Tagliavia al contrabbasso e Alessandro Rossi alla batteria, ha invece presentato in prima assoluta un omaggio al pianoless quartet di Gerry Mulligan e Chet Baker, alternando standard e composizioni originali in una sorta di excursus sulla storia del jazz. Eccellente l'idea di ispirarsi al quartetto di Mulligan e Baker, e dunque di sviluppare le armonie in modo orizzontale, facendo leva sugli intrecci contrappuntistici dei fiati. Meno convincente la sua realizzazione pratica, soprattutto nella prima parte del concerto, imprevedibilmente - per chi conosce bene Falzone e il suo approccio musicalesenza guizzi e di poco impatto. Fortunatamente, con il susseguirsi dei brani il concerto ha gradualmente preso quota e la brillante Song For My Father di Horace Silver ha impresso un deciso cambio di marcia. La scansione ternaria assolutamente contemporanea di Kappa Ottantasette (dedicata a Domenico Scarlatti ed ispirata ad un suo frammento tematico), l'ellingtoniana Caravan ed il dinamico funk di Veggente, hanno quindi riportato la musica su livelli più consoni alle nostre aspettative.
In ogni caso, al termine del concerto grandi applausi per tutti ed in particolare per Falzone, musicista ormai di casa sui palcoscenici monzesi. Per quanto ci riguarda, abbiamo aggiunto alla nostra personalissima lista di giovani musicisti da seguire con attenzione l'ottima sezione ritmica Rossi - Tagliavia.
Foto di Cristina Crippi e Alberto Iacono.
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