Roberto Cecchetto - Giovanni Maier: Blues Connotation

Nel disco del 2003 erano le cadenze lente e le atmosfere morbide quasi cameristiche, nell’ultimo la struttura forse più utilizzata nell’ambito della musica jazz, ossia il blues. Con un filo rosso forte, solido e avvolgente che li accomuna quello di un approccio per niente calligrafico, tutto meno che filologico, assolutamente aperto, fatto di umori e di sensazioni, di libertà e di sentimenti.

Se il clima complessivo dell’album conferma un’ardita raffinatezza ed il gusto per l’improvvisazione che non di rado prende spunto da semplici impulsi timbrici, è nei brani in cui Cecchetto imbraccia la chitarra elettrica e utilizza l’elettronica che il disco cambia marcia.

Perché distorsori, loop e delay da semplici effetti con la funzione di ravvivare o connotare i maniera trendy il mood del brano si trasformano in processo artistico, in momento creativo, in composizione istantanea. Basta porre attenzione a “Genesi“ per bearsi di un contrabbasso che sembra nato per interloquire con brandelli di noise music o di electronic avantgarde; o gustarsi lo strano connubio di impasti timbrici, granulosi sulle corde del basso e acidi sulle quelle della chitarra, in “Tell Me Why“, brano piacevolmente ossessivo.

Intenso.

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