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Thomas de Pourquery: Back to the Moon

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Thomas de Pourquery: Back to the Moon
A dieci anni dalla loro fondazione, e dopo aver trionfato per ben due volte alle Victoires du Jazz nel 2014 (premio album dell'anno assegnato a Supersonic Play Sun Ra) e nel 2017 (premio artista dell'anno in seguito all'uscita del secondo album del collettivo, Sons of Love), Thomas de Pourquery e i Supersonic danno vita a Back to the Moon, un album che, a detta dello stesso sassofonista cresciuto nelle banlieu parigine, è "allo stesso tempo una nave spaziale e un viaggio musicale" .

Se da un lato Back to the Moon conferma quelli che sono i tratti caratteristici dei Supersonic (l'alchimia collettiva, l'irrazionalità espressiva che si traduce in un'improvvisazione costante, la follia lirica, l'ibridismo primordiale), dall'altro lato, attraverso quest'opera, l'ensemble riesce ad arricchire e mettere maggiormente a fuoco il proprio discorso sonoro, in particolare grazie alle scelte effettuate nella fase di produzione: non più "home recording" come nei primi due dischi, con quel sound ruvido e artigianale da presa diretta, ma un vero e proprio lavoro di registrazione in studio, avvalendosi del prezioso supporto di talentuosi ingegneri del suono del calibro di Arnaud Pichard e Fred Soulard.

Il risultato è che alla fine dei lavori il sound dei Supersonic risulta più "prodotto" e definito, ma non per questo circoscritto entro i recinti del razionale. L'istintività viscerale della band, unita all'immensa versatilità delle singole parti, mescola continuamente le carte, diversificando e al contempo intensificando i paesaggi sonori. Da segnalare a riguardo soprattutto la batteria di Edward Perraud, capace di dispiegare la caducità militaresca di "Back to the Moon" e di "Wolf Smile" così come quella funerea di "Bring Me Back the Day," in cui le percussioni fanno pensare alle campane spettrali della nebbiosa Londra dickensiana. E ancora a riguardo non si può non menzionare la tromba di Fabrice Martinez, che passa senza troppe difficoltà dal sound albeggiante di "Lullaby (Sunrise)" alle atmosfere crepuscolari bakeriane di "Lullaby (Sunbeam)" .

Si potrebbe scrivere molto dei singoli musicisti/strumenti (ma quanto è puro e stratosferico il sound del sax tenore di Laurent Bardainne? Ascoltate l'assolo nella title-track per rendervene conto), ma ciò sarebbe altamente fuorviante trovandoci al cospetto di un'opera così compatta e fondata su un interplay spontaneo tra le parti. E, tra l'altro, restando nell'ambito delle sonorità, non si può non fare riferimento alle scelte equilibrate nell'uso degli effetti elettronici ("Joy" e "Jungle" in particolare, ma anche "I Gotta a Dream") e all'inserimento di eco e di moltiplicazioni di voci che amplificano la dimensione corale del disco.

Thomas de Pourquery dipinge trance siderali attraverso il sound noir e cinematico del suo sax. La sua impronta è talmente radicata in ogni passaggio del disco da diventare impercettibile. La sua è la presenza assente di un direttore che guida un'orchestra anarchica e trasgressiva nel segno della ricerca dell'espressività nella sua forma più pura piuttosto che puntando sulla perfezione formale. D'altronde, è proprio l'importanza dell'espressività il più grande insegnamento che l'autodidatta de Pourquery ha appreso dall'amico- maestro Stefano di Battista, suonando insieme a lui gli standard, il blues e il jazz di fronte a uno schermo televisivo che trasmetteva le immagini di film senza suono. Ecco, Back to the Moon è esattamente questo: una colonna sonora di un film che, non esistendo, è tutto da immaginare.

Ma c'è dell'altro: de Pourquery è un genio soprattutto per la sua capacità di dialogare con gli ascoltatori sul piano umano e delle emozioni. È difficile descrivere quella gioia che si prova quando la voce calda del sassofonista emerge dalla tenera intro di "Yes Yes Yes Yes" cantando "I was sitting in the morning light, watching the new world falling in the dark." La musica di Thomas de Pourquery è come un amico che in un momento difficile ti prende per le spalle, ti scuote e ti ricorda quanto vivere sia meravigliosamente insano.

Album della settimana.

Track Listing

Take-Off; Joy; Back to the Moon; Jungle; Lullaby Sunrise; Wolf Smile; Gotta Dream; Venusian Boys; Yes Yes Yes Yes; Lullaby Sunbeam; Bring Me Back the Day; O Estrangeiro; Lullaby Starnight.

Personnel

Album information

Title: Back to the Moon | Year Released: 2021 | Record Label: Lying Lions Production / L'Autre Distribution


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