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Avishai Cohen Trio al Roma Jazz Festival
Roma Jazz Festival
Auditorium Parco della Musica
Roma
03.11.2023
Altro ritorno importante al Roma Jazz Festival quello del contrabbassista israeliano Avishai Cohen col suo trio, formazione che ha sempre avuto un ruolo importante nei progetti musicali propri o di altri cui ha partecipato, a cominciare dai trii dei pianisti Danilo Pérez e Chick Corea che lo hanno lanciato nella seconda metà degli anni '90.
Nei propri trii il contrabbassista ha sempre voluto pianisti dall'impostazione molto classica, capaci di interpretare la sua musica molto lirica, come i connazionali Shai Maestro e Nitai Hershkovits. Per questo tour il ruolo tocca a un altro israeliano, il pianista Guy Moskovich, che sostituisce l'azero Elchin Shirinov che aveva partecipato all'incisione dell'ultimo album del trio, Shifting Sands, pubblicato nel 2022.
Da questo suo ultimo lavoro provengono molti dei brani presentati nel corso del concerto romano, come "The Window," "Below," "Dvash," "Hitagut" e "Joy," ma non mancano composizioni tratte da suoi album precedenti come la delicata "Calm" che apre la serata impostando l'atmosfera classicheggiante che pervaderà la maggior parte dei brani in scaletta, o la brillante e movimentata "Chutzpah." I temi, tutti firmati dal contrabbassista, si basano su spunti melodici cantabili, interpretati dai tre musicisti con grande interplay. Cohen si riserva, come naturale per un bassista, il ruolo di perno, eseguendo numerosi assoli, ma lasciando molto spazio ai due partner; il pianista segue le orme di quelli che l'hanno preceduto nel trio mantenendo un approccio molto classico, mentre la giovanissima batterista finlandese Roni Kaspi fornisce un sostegno ritmico molto energico, spingendo all'applauso la platea a seguito dei suoi virtuosistici assoli.
Per il bis Cohen riprende uno dei suoi temi più noti, "Remembering," prima di tornare sul palco e congedarsi con un ultimo brano, "Alfonsina Y el mar," una canzone firmata dal compositore argentino Ariel Ramirez su testo di Felix Luna e originariamente interpretata da Mercedes Sosa. Il contrabbassista la canta molto sentitamente, col solo accompagnamento del contrabbasso, che lascia per l'ultima strofa. Un ottimo concerto, espressione di una visione totale della musica come somma delle influenze che hanno accompagnato l'artista nel corso della sua vita professionale, dalle origini mediterranee alla musica latina, interpretate col rigore formale della classica e la libertà inventiva del jazz, in una sintesi personale ben riuscita.
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