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Assif Tsahar: Solitude / Lost Brother
ByAssif Tsahar - Tatsuka Nakatani - KJLA String Quartet
Solitude
Hopscotch Records
(2006)
Valutazione: 2,5 stelle
Solitude, registrato con il percussionista Tatsuka Nakatani e lo KJLA String Quartet, ha un impronta chiaramente cameristica con uno sviluppo complessivo che ne rivela i molteplici riferimenti a certa avanguardia colta. L’uso del quartetto a corde è ben lontano da qualsivoglia funzione decorativa ma con frequenti dissonanze, largo uso di scarti timbrici, e la prevalenza di rasoiate rumoristiche o fondali stridenti, tende ad allargare gli spazi di libertà delle composizioni per aumentarne il potenziale espressivo.
Complessivamente però l’operazione lascia spazio a qualche dubbio e a più di una perplessità, i fiati di Tsahar faticano a trovare una soddisfacente interazione timbrica con il quartetto, si respira un’aria eccessivamente ingessata, le dinamiche latitano e la tensione rimane ad un livello superficiale. E non basta una rilettura mozzafiato del brano di Duke Ellington che dà il titolo al CD, reso in una versione metafisica che ne coglie l’intima bellezza, a rivalutare un progetto troppo pretenzioso.
Assif Tsahar
Lost Brothers
Hopscotch Records
(2006)
Valutazione: 4,5 stelle
Con Lost Brothers, Tsahar ritorna ad una formazione più canonica ma, soprattutto, si circonda di amici e collaboratori di vecchia data come Hamid Drake e Cooper-Moore. E la musica decolla. Se in Solitude il riferimento principale era la musica eurocolta, in Lost Brothers a farla da padrone è Madre Africa con i suoi colori, i suoi profumi, i suoi ritmi, la sua forza primordiale; un’Africa sulla quale si innesta in maniera del tutto naturale la veemenza improvvisativa di Tsahar.
A tracce caratterizzate dal canonico interplay tra la batteria di Drake, gli strumenti di Cooper-Moore e il sax tenore Tsahar, si alternano regolarmente episodi nei quali si esibisce un vivido intreccio tra clarinetto basso e percussioni etniche. Nelle prime si respira profonda l’aria dell’esplorazione, dell’improvvisazione più libera, a volte senza rete, più spesso ancorata al groove quasi funky del diddley-bo di Cooper-Moore o a sequenze ritmiche binarie di Drake.
E’ musica selvaggia nell’anima ma profondamente pensata nella sostanza, con intrecci stilistici apparentemente improponibili ed un’ energia straboccante. Nelle seconde le atmosfere si dilatano, subentra una quiete attiva, si avvertono i richiami della giungla, le suggestioni della savana, le asprezze del deserto israeliano, con il clarinetto basso di Tsahar che si rifrange in mille colori.
Elenco dei brani:
Solitude
01. Love is - 05:51; 02. Unmoving - 11:02; 03. Sand Between a Toe - 03:01; 04. The Epistemology of Loss - 07:38; 05. Of Amazing Most Now - 06:44; 06. Blue Sun - 05:47; 07. Falling - 05:33; 08. By and By - 05:00; 09. Solitude (Ellington) - 06:06. Tutte le composizioni, tranne la # 9, sono di Assif Tsahar, Tatsuya Nakatani, Katt Hernandez, Jean Cook, Ljova, Audrey Chan.
Lost Brothers
01. Breaking the Water - 08:14; 02. A Falling Leaf - 04:19; 03. Departure - 04:29; 04. Dugong the Sea Cow - 09:31; 05. Seeking the Punto Fijo - 06:19; 06. Confessions - 08:19; 07. The Coming of the Ship - 06:33; 08. The Sheperd - 06:14; 09. Goin'Home - 07:25. Tutte le composizioni sono di Assif Tsahar, Cooper-Moore, Hamid Drake.
Musicisti:
Solitude:
Assif Tsahar (ance); Tatsuya Nakatani (percussioni), Katt Hernandez (violino); Jean Cook (violino); Ljova (viola); Audrey Chan (violoncello).
Lost Brother
Assif Tsahar (sax tenore e clarinetto basso); Cooper-Moore (ashimba, twanger, diddley-bo), Hamid Drake (batteria, tabla, frame drum).
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