Aaron Parks: Arborescence

Nel corso delle undici improvvisazioni presenti in Arborescence - è vero, qualche frammento si ripresenta qua e là, qualche cellula melodica funziona da possibile raccordo, ma sono minime certezze nel flusso libero di idee - Parks ha modo di mettere in mostra un approccio musicale piuttosto personale.

Se nelle numerose collaborazioni e nei precedenti lavori da leader aveva indirizzato il proprio talento in funzione della specificità dei progetti spaziando dal modern mainstream alla canzone d'autore non disdegnando la scena newyorchese, con questo lavoro in solitudine Parks esprime la sua sensibilità più intima e raffinata. In una parsimonia di note che ne amplifica il valore specifico, emerge l'amore per la musica colta del Novecento con echi di romanticismo e più di un riferimento alla corrente minimalista. Ne risulta un album dalle dinamiche ridotte, piuttosto uniforme nelle sue coloriture, elegante nella forma e nel contenuto, che risulterà particolarmente gradito agli amanti della musica sofisticata e contemplativa.

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