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David S. Ware: Apogee - Birth of a Being
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Birth of a Being presenta l'esordio del trio denominato Apogee -David S. Ware, Cooper-Moore, Marc Edwards -originariamente stampato in vinile dalla label svizzera hat Hut nel 1979 e rimasto fuori catalogo per più di trent'anni, più un secondo CD di materiale proveniente dalle stesse session e mai pubblicato fino ad ora. Se il disco di debutto da leader del sassofonista di Plainfield, New Jersey, getta le fondamenta del celebrato quartetto che incise per Columbia e DIW negli anni novanta, il materiale inedito ascoltato nel secondo CD, pur mancando della compattezza e della forza d'urto del precedente, contiene comunque più di un motivo di interesse.
L'inizio di tutto è "Prayer," una dichiarazione d'intenti che accompagnerà Ware lungo la sua carriera fino alla prematura scomparsa avvenuta nell'ottobre del 2012. Ossia un formidabile afflato spirituale che si estrinseca attraverso estenuanti cavalcate al tenore che geme, urla, strepita, sussurra, comunica tutta la gamma possibile di sentimenti, di passioni, di gioie e di dolori con spirali di note ripetitive e impazzite. Edwards alla batteria fornisce una ritmica infernale, asfissiante, non concede tregua mentre Cooper-Moore diventa l'elemento straniante, cluster e dissonanze trasformano il suo pianoforte in liquido di contrasto per la reazione del trio.
Musica che tramortisce, che lascia senza respiro e senza appello, la tradizione come linfa insostituibile, il delirio espressivo come unica via di fuga. La sublimazione di questa estetica troverà compimento, si diceva, negli album degli anni novanta in particolar modo in Godspelized, uno dei vertici di un musicista che come pochissimi altri si è adoperato a raccogliere e ad espandere l'eredità di John Coltrane.
Il secondo CD, oltre ad una alternate take di "Prayer" comunque interessante, mostra il lato più riflessivo di Ware. "Cry" e "Stop Time" -oltre trenta minuti complessivi -privilegiano l'interplay, il trio si riequilibra nelle sue componenti, certo perde irruenza e visionarietà ma esalta la fitta trama di connessioni che si instaurano tra musicisti in piena sintonia e avvolti in una sorta di enigmatica souplesse. "Ashimba" vede Cooper-Moore alle prese con uno xylofono di propria costruzione (pratica che affinerà sempre di più nel corso degli anni, quella della costruzione di strumenti originali) per due minuti di pura magia ancestrale. Mentre "Solo" è il soffio solitario di Ware, preghiera finale di una registrazione nodale per gli sviluppi della carriera di David S. Ware.
Prezioso.
L'inizio di tutto è "Prayer," una dichiarazione d'intenti che accompagnerà Ware lungo la sua carriera fino alla prematura scomparsa avvenuta nell'ottobre del 2012. Ossia un formidabile afflato spirituale che si estrinseca attraverso estenuanti cavalcate al tenore che geme, urla, strepita, sussurra, comunica tutta la gamma possibile di sentimenti, di passioni, di gioie e di dolori con spirali di note ripetitive e impazzite. Edwards alla batteria fornisce una ritmica infernale, asfissiante, non concede tregua mentre Cooper-Moore diventa l'elemento straniante, cluster e dissonanze trasformano il suo pianoforte in liquido di contrasto per la reazione del trio.
Musica che tramortisce, che lascia senza respiro e senza appello, la tradizione come linfa insostituibile, il delirio espressivo come unica via di fuga. La sublimazione di questa estetica troverà compimento, si diceva, negli album degli anni novanta in particolar modo in Godspelized, uno dei vertici di un musicista che come pochissimi altri si è adoperato a raccogliere e ad espandere l'eredità di John Coltrane.
Il secondo CD, oltre ad una alternate take di "Prayer" comunque interessante, mostra il lato più riflessivo di Ware. "Cry" e "Stop Time" -oltre trenta minuti complessivi -privilegiano l'interplay, il trio si riequilibra nelle sue componenti, certo perde irruenza e visionarietà ma esalta la fitta trama di connessioni che si instaurano tra musicisti in piena sintonia e avvolti in una sorta di enigmatica souplesse. "Ashimba" vede Cooper-Moore alle prese con uno xylofono di propria costruzione (pratica che affinerà sempre di più nel corso degli anni, quella della costruzione di strumenti originali) per due minuti di pura magia ancestrale. Mentre "Solo" è il soffio solitario di Ware, preghiera finale di una registrazione nodale per gli sviluppi della carriera di David S. Ware.
Prezioso.
Track Listing
CD 1:
Prayer; Thematic Womb; A Primary Piece #1; A Primary Piece #2.
CD 2:
Prayer; Cry; Stop Time; Ashimba; Solo.
Personnel
David S. Ware
saxophone, tenorDavid S. Ware: sax tenore; Cooper-Moore: piano; Marc Edwards: batteria.
Album information
Title: Apogee - Birth of a Being | Year Released: 2016 | Record Label: AUM Fidelity
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Vincenzo Roggero
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Apogee - Birth of a Being