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Antiche e moderne improvvisazioni a Napoli: Dalle musiche della casina pompeiana alla Settimana di Musica Contemporanea del Festival ‘Namusica
Per chi volesse raccontare la storia musicale di questa città, questo è stato un anno decisamente particolare. Un anno in cui la musica è in qualche modo cambiata ed è stata protagonista a tutti gli effetti della cronaca. Un anno di passaggio e di genesi al tempo stesso. Non poco, nella complessa realtà di Napoli.
Innanzitutto, come anticipato da Tommaso Rossi nell'intervista per il ciclo Dimensione Ensemble, nel 2011 è nata 'NaMusica. Si tratta di una rete di associazioni costituita da diverse realtà partenopi e campane - l'Ensemble Dissonanzen, Progetto Sonora - Network & Performing Arts, Arte di Improvvisare, l'Ensemble Barocco di Napoli, il Circolo Artistico Ensemble e Quodlibet - che si pone l'obiettivo promuovere sul territorio "una proposta musicale e artistica che tenga conto dei diversi linguaggi musicali che fanno riferimento alla contemporaneità e alla sperimentazione". La costituzione di una rete è stata la soluzione (strategica) elaborata per far fronte comune alle endemiche difficoltà che queste diverse associazioni negli ultimi anni si sono trovate a sostenere con i sempre più pesanti tagli alla cultura. Ma se si tratta di una formula di sopravvivenza, 'Namusica vuole anche ragionare in termini positivi e presentare una pratica del fare musica sul territorio nuova, autonoma, svincolata quanto più possibile da logiche di assistenzialismo culturale, attenta alle diverse declinazioni del fare e sentire musica. Sull'importanza e sul significato di questa rete abbiamo fatto alcune riflessioni con Eugenio Ottieri intervistato in occasione del Festival 'Namusica.
Il primo appuntamento pubblico di 'Namusica si è tenuto tra fine settembre ed inizio ottobre (23-25 settembre e 30 settembre-2 ottobre 2011) con un ciclo di Musiche alla Casina Pompeiana in Villa Comunale. I sei concerti sono stati un riuscito tentativo di collaborazione tra diversi ensemble di musica antica e contemporanea che operano oggi nel territorio partenopeo. Ciascuno ha presentato un concerto dedicato ad una diversa declinazione dell'improvvisazione, con mescolanze interessanti tra repertorio antico, barocco, moderno e contemporaneo. La scelta di unire formazioni così diverse ben rappresenta come si muovono nella pratica quotidiana molti musicisti di Napoli, che continuamente, programmaticamente e sapientemente mescolano (o si muovono tra) repertorio antico e contemporaneo, improvvisazione ed esecuzione, diverse forme d'arte (musica, danza, arte, teatro) senza soluzione di continuità. I sei diversi appuntamenti hanno rappresentato anche una occasione di riflessione su musiche che generalmente vengono eseguite in contesti assai diversi fra loro e che raramente confluiscono in un unico cartellone. Per poter costruire un futuro (fatto anche di innovazione e sperimentazione) nella cultura musicale di questa città, uno sguardo intelligente alla tradizione (parte integrante dell'identità anche di luogo) si è rivelato essere importante oltre che fondamentale. Riflettere sulla storia, rapportarsi con la tradizione, per guardare oltre e più distante, in modo creativo e propositivo.
I sei concerti della Casina Pompeiana sono stati molto diversi tra loro. Nel progetto di Tommaso Rossi e dell'Ensemble Dissonanzen "NOVAngelus. Antiche e moderne improvvisazioni" sono state eseguite musiche da e ispirate a Jacob Van Eyck, Aurelio Virgiliano, Gottfried Finger, Vincenzo Galilei, Mathhew Locke, con interessanti e liberi giochi di interplay tra musicisti. I materiali del passato (come ad es. i "ricercare") servono oggi da spunto per l'improvvisazione contemporanea.
Nel concerto intitolato "Il soffio di Partenope" l'Ensemble Barocco di Napoli ha suonato musiche di Coreno, Mancini, Sammartini in modo appassionato e vivace dando idea che la musica antica, se ben eseguita, ha margini di grandi suggestione. È stato poi presentato il progetto-CD di Marco Sannini Cambiamo l'Aria che si muove tra jazz e musica barocca, grazie ad una riscrittura del repertorio della scuola napoletana. "Arte d'improvvisare" è stata una bella lezione del musicologo Roberto Grisley che ha proposto immagini sul tema, con immagini d'arte, musiche eseguite e interferenze negli altrui repertori di Giulio Martino, Francesco D'Errico e Dario Guidobaldi. Infine due progetti d'ensemble. "Sax experience" del duo Agorà (Domenico Luciano e Eugenio Catone) con musiche e video per sax e piano in un concerto curato dal Sonora Network Ensemble diretto da Eugenio Ottieri. Infine, "Tarantoday. Formule ritmiche di carattere ipnotico," un progetto di Dario Candela, a cura del Circolo Artistico Ensemble. Le danze popolari del Sud Italia (tarantella, pizzica, tammurriata) sono state fatte rivivere nell'interpretazioni di compositori di oggi e nella musica strumentale.
Nei tre giorni di "Natale ha Napoli" (18-20 Dicembre 2011) si sono tenuti tre concerti: "Aria di Tango" con un quartetto guidato dal sassofonista Marco Sannini; "Sincronie," con Enzo Salomone, Veruschka Graziano e Francesco D'Errico, uno spettacolo di poesia e musica; "DUOdiDUE" con Tommaso Rossi e Marco Cappelli, musiche di John Dowland, Jonathan Eccles, Georg Friedrich Haendel, Niccolò Castiglioni, Toru Takemitsu, John Cage.
Infine il Festival 'Namusica: IV Settimana di Musica Contemporanea (17-26 maggio 2012).
Il concerto della Go: Organic Orchestra, Adam Rudolph, Ensemble Dissonanzen, IMPROART Orchestra (in collaborazione con le classi di Jazz dei Conservatori di Napoli e Salerno e la Classe di Musica d'insieme per fiati del Conservatorio di Avellino) è stato, dal punto di vista strettamente musicale, l'evento più importante della stagione. Per questa ragione abbiamo fatto un approfondimento sul progetto di Adam Rudolph Murmuration in cui abbiamo raccontato la lezione al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli di Adam Rudolph, le prove della Go: Organic Orchestra e il concerto finale presso il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore, Sala Sisto V. A parte, abbiamo intervistato Adam Rudolph.
Il secondo appuntamento, "Il violino di Rotschild," con il Circolo Artistico Ensemble e Renato Carpentieri, si è di nuovo svolto nel magifico Complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore ed ha visto protagoniste musica e letteratura del Novecento storico. Il racconto di Anton Cechov, "Il violino di Rotschild," con musiche di Dmitri Shostakovich (Quintetto con pianoforte in sol minore, op. 57), e voce recitante di Renato Carpentieri, ha messo in scena un lato esistenzialista e sofferto del secolo breve. Una drammaturgia di grande efficacia ed effetto.
Ha chiuso il festival l'ADM Ensemble di Modena con "Abstract," immagini musicali dal Secolo Breve. Sono stati proposti brevi sketches degli anni '10, '20, '30, con musiche da Anton Webern, Alban Berg, Arnold Schönberg, Claude Debussy, Igor Stravinskij, Béla Bartók (con le sue "piccole melodie per la memoria" riscritte da Claudio Rastelli), Aram Khachaturian, Darius Milhaud, Erwin Schulhoff. Pezzi storici che si disgregano e vengono decomposti da un quartetto particolarmente vivace. Musiche, dolorose e tremolanti, che tratteggiano lati di oscurità di cui il Novecento è pieno. Solo Syrinx di Debussy è stata eseguita per intero. Guardando oltre i vetri della Casina Pompeiana, sembra di intravedere una ninfa emergere da luoghi oscuri della memoria. Ma è un gioco di specchi...
Seminari, prove aperte e varie occasioni di confronto tra pubblico e mucisti sono state le attività collaterali, ma non marginali, proposte nel corso della Settimana di musica contemporanea.
Particolarmente riuscita la "Cenerentola spiegata ai bambini" (Casina Pompeiana, 12 e 13 maggio) realizzata in collaborazione con l'Associazione Esperimento 20. Il lavoro rappresenta il punto di arrivo di un'esperienza didattica già in corso da alcuni mesi, che vede i bambini imparare ad apprendere i linguaggi musicali, attraverso l'ascolto, la manipolazione e la ri-appropriazione di parti della Cenerentola di Rossini.
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