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Wadada Leo Smith: America’s National Parks

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Wadada Leo Smith: America’s National Parks
Approssimandosi al traguardo dei tre quarti di secolo (ci arriverà il prossimo 18 dicembre), Wadada Leo Smith, in una fase della sua carriera feconda (diremmo persino fulgida, senza voler peccare di retorica) come non mai, se ne esce con uno dei lavori che rimarranno fra i più luminosi della sua discografia, per mole, ambizioni (supportate dalla sostanza, ovviamente), pathos, importanza dei musicisti coinvolti, e chi più ne ha più ne metta.

L'obiettivo, stavolta, è puntato sui parchi naturali americani, con titoli chilometrici (come per lo più i brani che compongono il doppio CD) che poi la musica, come quasi sempre accade (a meno che non ci sia di mezzo la parola), sublima e nel contempo annette a sé, illuminando il tutto sulla base dei risultati conseguiti, nello specifico una volta di più assolutamente maiuscoli.

A voler essere più precisi—e forse persino crudelmente sintetici—potremmo dire, in tutta semplicità (e sincerità), che è il clima globale che si respira in questa ora e mezza abbondante di musica l'elemento che più salta all'occhio, nel senso che non accade nulla di clamoroso, ma tutto quanto si srotola dinnanzi a chi ascolta ha le stimmate della grande arte, libera e articolata, soffice e più nervosa, turbolenta (quanto lo può essere in un musicista come Wadada), controllata senza apparire mai ingessata o compressa entro steccati strutturali troppo rigidi, seducente sempre, casuale o tirata per i capelli mai, neppure quando un pezzo (tipo quello che apre il secondo CD) oltrepassa la mezz'ora.

La tromba del leader detta le regole, quando suona e quando tace, determina il tono della musica, il suo percorso, che poi si sviluppa autonomo (va con le sue gambe, per meglio dire) quando sono gli uomini da cui ha scelto di farsi brillantemente affiancare a tenere le redini della diligenza. Nulla, come detto, appare affidato al caso, anche se molto è contingente, prende corpo nel momento in cui si genera, sboccia, si configura e materializza.

Individuare in questo tutto così mirabilmente coeso, esteticamente ed espressivamente coerente, dei picchi, dei momenti preferibili ad altri, risulterebbe arbitrario e forse persino fuorviante. Ovunque esemplare si rivela l'interazione fra i cinque musicisti (dal vivo ci sarebbe anche un sesto elemento, aggiunto a questo che Smith ha voluto chiamare Golden Quintet: l'artista visivo Jesse Gilbert), il loro respiro congiunto, tra ampie sezioni di temperatura cameristica, da sempre cara a Wadada, sospese e incorporee, e fremiti più o meno repentini, aperture e ripiegamenti, sempre dall'alto di un aplomb che, come si sarà intuito, non lascia mai il campo.

Ad maiora, dunque, come si dice in questi casi.

Track Listing

CD 1: New Orleans: The National Culture Park USA 1718; Eileen Jackson Southern, 1920-2002: A Literary National Park; Yellowstone: The First National Park And The Spirit Of America—The Mountains, Super-Volcano Caldera And Its Ecosystem 1872. CD2: The Mississippi River: Dark and Deep Dreams Flow the river—A National Memorial Park c. 5000 BC; Sequoia/King's Canyon National Parks: The Giant Forest, Great Canyon, Cliff, Peaks, Waterfalls and Cave System 1890; Yosemite: The Glaciers, The Falls, The Wells And The Valley of Goodwill 1890.

Personnel

Jesse Gilbert: video artist.

Album information

Title: America's National Parks | Year Released: 2016 | Record Label: Cuneiform Records

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