Un'eleganza un po' esangue e piuttosto ritorta su se stessa caratterizza questo album del duo formato da musicisti separati esattamente da vent'anni l'uno dall'altro (1957 per Stockhausen, 1977 per Weber). Il rilievo non deve suonare come una censura nei confronti del disco, capace anzi di ammaliare l'orecchio e gratificare lo spirito. Il problema è che fa non poca fatica ad andare al di là del pur preziosissimo esercizio di stile, anche ispirato, ma troppo monolitico sul piano sia climatico che strutturale.
Si parte nel segno del minimalismo con "What Can I Do for You?" (tutti i brani sono a firma dei due performer, in un solo caso, "Ishta," in coppia, per il resto separatamente), proseguendo sulla falsariga nel successivo "Mondtraum," mentre più mosso è "Surfboard," fra gli episodi più interessanti del lavoro, col citato "Ishta," molto lirico, che segue a ruota, "Emilio," in possesso di una singolare agilità (pur nell'olimpicità di fondo), "Resonances" e "Better World," di fatto i momenti capaci di rompere in qualche misura la sottile nebbia che avvolge il grosso del disco.
Track Listing
What can I do for you?; Mondtraum; Surfboard; Ishta; Emergenzen; Barycenter; Emilio; Possibility I; Befreiung; Resonances; Die weise Zauberin; Synergy Melody; Better World; Zephir; Today .
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Ecumenico ma (abbastanza) esclusivo, non sopporta la musica – e l’arte in generale – di routine, rassicurante e dozzinale, preferendo, se proprio deve, il brutto all’inutile. Un ideale spaccato dei suoi amori musicali (che non si limitano al jazz; e più o