Sean Noonan: A Gambler's Hand

L'impiego di un quartetto d'archi in ambiti jazzistici e di improvvisazione non è più una novità già da parecchio tempo; sono molti infatti musicisti e compositori che hanno contribuito ad abbattere i muri che separano sempre più debolmente i vari settori della musica contemporanea (basti pensare a Kronos Quartet e John Zorn tanto per fare un paio di nomi). Eppure, il batterista Sean Noonan riesce ancora a sorprendere con questo suo lavoro, una suite per batteria e quartetto d'archi che ha ben pochi precedenti (Max Roach oltre ad aver affiancato in diverse occasioni un quartetto classico al suo quartetto jazz lo ha utilizzato anche in alcuni brani come accompagnamento alla sua batteria).

Potrebbe sembrare una scelta azzardata (e proprio il gioco d'azzardo è il tema del lavoro), ma in questo caso si tratta di una scommessa vinta. Noonan riesce infatti a comporre un'opera che fonde mirabilmente le sue percussioni con le voci dei quattro archi, conciliando la scrittura con le parti improvvisate, e integrando la batteria con gli altri strumenti non semplicemente sul piano ritmico, ma sviluppando un vero e proprio dialogo attraverso i vari movimenti che compongono la suite.

Opera coraggiosa e innovativa, questo A Gambler's Hand è un'altra dimostrazione che in ambito contemporaneo le distinzioni stilistiche hanno sempre meno significato. E se il riferimento al già citato Zorn è inevitabile, tuttavia Noonan si segnala per originalità ed inventiva, firmando un piccolo gioiello che piacerà agli amanti della musica senza barriere o confini.

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