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Zlatko Kaućić: Zlatko Kaučič@70 - Inklings
ByI concerti vedono Kaučič assieme ad alcuni dei suoi interlocutori preferiti e sono tutti improvvisati. In quello del primo CD, intitolato Venčko e registrato nel settembre del 2019 appunto al BCMF, è in duo con il sassofonista norvegese Torben Snekkestad per una performance di quaranta minuti divisa in quattro parti. La prima, nella quale il sassofonista è al tenore, si sviluppa come una classica improvvisazione europea: libera, espressiva e intensa, nella quale vengono tralasciate le tecniche estese a favore della potenza del suono, con il batterista che lo asseconda, accompagnandolo in modo estemporaneo con una molteplicità di suoni. Nella seconda parte la più lunga, con i suoi quasi quattordici minuti Snekkestad passa al soprano e lo usa a lungo in modo atipico, producendo suoni lievi e soffiati, esaltandoli con il battito delle chiavi; Kaucic, dal canto suo, lavora molto sulle percussioni e risponde con suoni altrettanto lievi, per una musica intima e sognante. Più narrative le altre due parti, ancora con l'alternanza di tenore e soprano, in particolare la conclusiva "Venčko," che completa in modo quieto e pacificato un concerto molto bello.
Anche il secondo disco documenta un concerto registrato al BCMF, stavolta però nel 2023: di scena, assieme a Kaučič, il trombettista tedesco Axel Dorner e il contrabbassista sloveno Tomaz Grom, altro suo frequente partner. Intitolato Tiha Misel Zablestela (Balenò un lucido pensiero), il disco è composto da una sola traccia di ben trentasei minuti e mezzo, nel corso della quale le atmosfere cambiano ripetutamente, pur restando caratterizzate in prevalenza da suoni sorprendenti che si addensano e si dilatano. Il trombettista nato a Colonia, formatosi in Olanda ma da anni parte della scena artistica berlinese alterna soffi ed emissioni stridule o gracchianti a intense e prolungate frasi, specie sui toni alti, ed espressive note calanti o crescenti, con effetti davvero inattesi e magnetici; stupefacente la sua capacità di mantenere sempre nitido il timbro, anche nelle situazioni più noisy. Grom, oltre a esplorare la gamma del proprio contrabbasso, si produce in sonorità profonde ed evocative, probabilmente usando l'archetto sul corpo dello strumento, e alterna arco e pizzicato, brevi frasi e impulsi. Kaučič accanto alla batteria ha un vasto apparato di percussioni dai suoni più diversi, che utilizza opportunamente a seconda del percorso dei compagni, rimanendo quasi sempre su intensità moderate e col frequente uso delle spazzole. Ne scaturisce così un dialogo di suoni e rumori, ma dotato di una incredibile nitidezza sonora e rigorosità procedurale che permette all'ascoltatore di seguirne perfettamente ogni dettaglio. Da questo punto di vista, una registrazione ideale per i neofiti del genere che vogliano provare ad avvicinarsi all'improvvisazione nelle sue forme più astratte e incentrate sul puro legame tra i suoni.
Registrato al BCMF, ma nel 2020, anche il terzo lavoro, intitolato Free Fall e che ha per protagonista, accanto a Kaučič, il tenorsassofonista di Lisbona Rodrigo Amado, interprete vigoroso dello strumento, al quale richiama la lezione di Sonny Rollins e della tradizione afroamericana, coniugandola però con l'improvvisazione europea. I quarantotto minuti di musica sono suddivisi in quattro parti di lunghezza assai diseguale si va dai cinque minuti e mezzo della prima ai quasi venticinque dell'ultima e si aprono subito con intensità ritmica e dinamica: il sax attacca quasi furioso su una nota fissa ripetuta, dal quale si sviluppa un prolungato e mutevolissimo fraseggio, sempre sostenuto nei volumi di suono; Kaučič svolge un accompagnamento altrettanto energico, con tambureggiamenti poliritmici e una pulsazione sui piatti. Parte invece soffusamente la seconda parte, che si svela tuttavia una progressione che porta sino a un acme tenuto fino alla conclusione degli oltre dieci minuti. "Free Fall III" è aperto da un solo della batteria, quieto e rilassato, che resta tale anche all'ingresso del tenore, inizialmente narrativo su tempi medio-lenti, poi via via sempre più nervoso, tanto da spingere anche la batteria su tempi veloci, fino alla conclusione concitata, su stilemi più sporchi ed espressionistici. L'ultima parte, di fatto oltre metà concerto, si apre con Amado a lungo al lavoro sugli armonici, in un'atmosfera rarefatta che il batterista asseconda; il sassofonista spicca poi il volo con una prolusione in crescendo fino alla metà del brano, lasciando spazio a un intervallo di sola batteria, ancora rilassata, per poi rientrare e riprendere i fraseggi, prima lenti e mobili, poi sempre più intensi e circolari, fino all'apice conclusivo. È il disco più tradizionalmente jazzistico dei quattro, forse anche il più prevedibile, ma anche quello a maggior tasso energetico.
L'ultimo disco, Inklings, vede di scena una delle formazioni più illustri e frequentate di Kaučič, il trio con il pianista catalano Agusti Fernandez e il contrabbassista inglese Barry Guy, autori di altri lavori tra i quali Live in Glanegg, incluso nel recente cofanetto per il settantesimo compleanno di Fernandez, Aesthetic of Prisms. Registrati al festival di Lubjana nel luglio del 2023, i quasi cinquanta minuti di musica sono cadenzati su sette brani, cinque improvvisati e due della penna di Fernandez. Fin dalla traccia iniziale i tre inventano suoni inattesi, in ogni modo possibile, dialogando su tempi dilatati, dando in tal modo senso e luminosità anche ai rumori più estremi, fino a incrementare i tempi, inseguendosi l'un l'altro e spingendo a ondate anche il pedale dinamico. La raffinata ricerca timbrica riprende nel secondo brano, con Guy unico a offrire fraseggi sul suo contrabbasso a cinque corde, Fernandez al lavoro sulle corde e Kaučič a inventare suoni con percussioni, rintocchi e vorticosi lavori sui piatti. Nella parte centrale alle note alte del piano rispondono i rintocchi del basso e gli scintilli dei metalli della batteria, fino a un'incantevole parentesi totalmente rarefatta e a una mirabile conclusione in crescendo.
La ricaduta nel lento gioco dei suoni apre la terza traccia, tutta attraversata da un impressionante e fragoroso lavoro di Fernandez sulle corde del piano: all'inizio lento, lascia poi spazio ai suoni di Guy e Kaučič, impennandosi quindi con loro in un magma sonoro drammatico, che ha una breve pausa meditativa e una coda più serena, prima di dissolversi in un sognante scintillar di suoni che fa da introduzione a "Cam Ram," composizione lirica del pianista, quasi una pausa meditativa alla quale però non mancano le invenzioni sonore estemporanee, in particolare i fraseggi scuri del contrabbasso e le acute screziature dei piatti. Di nuovo l'addensarsi e il dilatarsi di suoni in libertà caratterizza "Inkling-4," mentre la successiva improvvisazione ruota attorno ai fraseggi del pianoforte, che alla metà diventano un rombo rullante a supporto prima delle invenzioni percussive di Kaučič, poi dei glissando espressivi di Guy, che chiudono il brano. La Niña De La Calle Ibiza, bis del concerto che conclude il CD, è una malinconica composizione di Fernandez, eseguita con molta linearità ma anche con il suono peculiare di questa straordinaria formazione.
Musica ricca di gemme interpretate da splendidi protagonisti dell'improvvisazione, questa forma musicale così sorprendente e affascinante della quale Zlatko Kaučič è uno dei grandi maestri internazionali.
Uscita discografica della settimana.
Track Listing
CD 1: Venčko:
Ve; Ven; Venč; Venčko
CD 2: Tiha misel zablestela Suite
Tiha misel zablestela/A Silent Thought Shined
CD 3: Free Fall
Free Fall I; Free Fall II; Free Fall III; Free Fall IV
CD 4: Inklings
Inkling 1; 2. Inkling 2; Inkling 3; Can Ram; Inkling 4; Inkling 5; La niña de la calle Ibiza.
Personnel
Zlatko Kaućić
drumsTorben Snekkestad
saxophoneRodrigo Amado
saxophone, tenorAxel Dorner
trumpetBarry Guy
bass, acousticTomasž Grom
bass, acousticAgusti Fernandez
pianoAlbum information
Title: Zlatko Kaučič@70 - Inklings | Year Released: 2024 | Record Label: Fundacja Sluchaj
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