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Agustí Fernández: Aesthetic of Prisms

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Agustí Fernández: Aesthetic of Prisms
Cofanetto di ben sette CD, edito per celebrare i settant'anni del pianista catalano, Aestethic of Prisms permette di ascoltare Agusti Fernandez all'opera in numerose situazioni e con compagni diversi, sebbene sempre rigorosamente alle prese con l'improvvisazione libera e non idiomatica, di cui è uno dei grandi interpreti contemporanei.

Apre la raccolta Blue Rose, un duo tra il pianista e lo straordinario contrabbassista Barry Guy, suo abituale partner (figura infatti in altri due CD del cofanetto), registrato in studio a Barcellona il 6 febbraio 2024. I due dialogano a meraviglia, alternando nei dieci brani momenti concitati ad altri più meditativi e utilizzando un'impressionante varietà di stilemi. Fernandez sorprende sempre per la bellezza del tocco e la nitidezza del suono, anche se non manca di lavorare sulle corde, produrre suoni sporchi o clusters tambureggianti. Non gli è da meno Guy, anch'egli capace tanto di suoni purissimi sia con l'arco che con il pizzicato, quanto di rumori, stridori, percussioni sulla cassa. Bello il modo come i due alternano le sonorità e come varino i tempi e le dinamiche, dando vita a narrazioni espressivamente compiute pur nell'assenza di temi melodici e di vere e proprie frasi. Un concerto esemplare.

Sempre nella medesima città spagnola, il 26 ottobre 2023, ma stavolta dal vivo, è registrato il secondo disco, appunto Live in Barcelona, che accanto al pianista vede i sassofoni di Don Malfon e John Butcher. Il lavoro è più tormentato e tuttavia sorprendente: Fernandez vi svolge un ruolo quasi defilato e di supporto, lasciando a momenti tutta la scena ai due fiati, i quali si propongono sempre con suono espressivamente distorto —Malfon è solito usare barattoli e altri oggetti sulla campana per alterare timbro e dinamica, Butcher impiega spesso gli armonici —ma l'originalità, almeno rispetto a tanta improvvisazione centroeuropea, sta nel fatto che sono decisamente rari i momenti di caos urlato o di vero e proprio magma sonoro. Gran parte del disco è perciò un intimo dialogo tra i sax —contralto, tenore, soprano e sopranino —che a momenti si fa più serrato e anche dinamicamente intenso, a momenti è più rilassato, all'interno del quale anche le sonorità più sporche si fanno apprezzare, che il pianista asseconda, completandolo e rendendolo più dolce.

Ritual, il terzo CD della serie, è invece registrato in studio a Berlino nel giugno del 2019 ed è un duo con la percussionista Lucia Martinez. Un'ora e un quarto di musica divisa in undici tracce, entro le quali predomina il contrasto tra le note cristalline del piano e la fragorosità delle percussioni. Frequenti i momenti rumoristici da parte di entrambi i musicisti, con Fernandez che percuote la tastiera o lavora sulle corde e la Martínez che produce stridii, schiocchi o tambureggiamenti caotici, ma non mancano neppure passaggi più quieti, dialogici, dove il pianoforte suona più linearmente, come nel conclusivo "Respiro." Esemplare da questo punto di vista "Regreso," il brano più lungo, che in qualche modo sintetizza l'intero lavoro iniziando meditativamente per poi proseguire con un possente dinamismo caotico e concludendosi con un ritorno pacificatore alla quiete. Notevolissimo, infine, "Alma," tutto un crescendo dinamico basato su un potente pedale del piano e un ricco e libero lavoro delle percussioni.

Di nuovo con Barry Guy, ma stavolta dal vivo e con la presenza del sassofonista norvegese Torben Snekkestad è il quarto CD, Live in Oslo, le cui due lunghe tracce (poco meno di mezz'ora ciascuna) sono però registrate in altrettante situazioni diverse: una al Blow Out Festival il 21 agosto 2024, l'altra al Nasjonal Jazzscene Viktoria il 13 ottobre 2022. Nel primo caso la performance procede lungamente su dinamiche contenute e intrecci liberi, ma anche ben distinguibili e piuttosto godibili, con Snekkestad che dà un contributo espressivo al tenore. La musica s'impenna brevemente dopo una decina di minuti e a seguito di un solo rumoristico di Guy, per toccare un picco magmatico e ritornare in un'atmosfera meditativa e sospesa, che a due terzi accelera tra cascate di note alte del piano e del sax soprano. L'ultima parte, ancora contenuta nelle dinamiche, inizia più lirica, tra fraseggi e ostinati del piano, begli arpeggi del contrabbasso e narrazione del soprano, per poi concludersi di nuovo magmaticamente con forte intensità. Ancora più mutevole la seconda traccia, dove si alternano costantemente scene pensierose e frastagliate, con Snekkestad ora al soprano, ora al tenore, parti dal vago lirismo in cui il norvegese è alla tromba, momenti in cui frammenti di suoni si addensano liberamente e altri più intensi e magmatici. Il tutto mantiene comunque sempre una ottima leggibilità della forma.

Il quinto disco, Four Hands, è un singolarissimo duo per pianoforte a quattro mani in cui Fernández è accanto alla giovane e bravissima Jordina Millà, anch'essa catalana e recentemente apprezzata in coppia proprio con Barry Guy in Live in Munich. Registrato in studio a Barcellona il 2 luglio 2024, il lavoro è il più sperimentale e sorprendente del lotto, ma anche quello più tormentato, che richiede più attenzione e che risente maggiormente dell'assenza della visione dell'atto improvvisativo. I due infatti operano nei modi più disparati sullo strumento—oltre che alla tastiera, sulle corde, "preparate" per risuonare in modi diversi, e anche sulla cassa e con chissà quali oggetti —al fine di produrre suoni, rumori, ticchettii, vibrazioni, scricchiolii e quant'altro, che si accumulano e si disperdono dando vita a un complesso impasto, quasi sempre soffuso e intimo, quasi mai includente frasi e sviluppi lineari, sempre comunque da decodificare. Un lavoro enigmatico e suggestivo, diviso in nove parti tra loro coerenti stilisticamente, che appunto sarebbe stato bello (e forse anche utile) poter vedere nella sua realizzazione, per cogliere meglio sia l'interazione dei due, sia il modo in cui la molteplicità di suoni viene prodotta.

Live in Glanegg, il sesto CD, è per chi scrive il più bello della raccolta, anzi un vero capolavoro. Vede all'opera una formazione "rodata," alla luce dei rapporti, frequenti e di lungo periodo, esistenti tra i protagonisti: oltre Fernández, di nuovo Barry Guy e il batterista sloveno Zlatko Kaućić. Il lavoro è diviso in sette parti, quasi prive di soluzione di continuità, quattro delle quali completamente improvvisate, tre —quelle titolate —che ruotano attorno a semplici spunti lirici composti dal pianista, che da un lato cambiano l'identità della musica influenzandone in parte anche le parti improvvisate, dall'altro permettono ai tre di mostrarsi in forme diverse e di utilizzare sensibilità e suoni al servizio di un percorso pensato precedentemente. I risultati sono splendidi e trovano il loro culmine nel conclusivo, struggente "La niña de la calle Ibiza," ove un semplice motivo di poche note viene ripreso e ripetuto dal pianista, variato nelle forme e nei tempi, mentre attorno a lui i suoi compagni scelgono con estrema libertà come accompagnarlo, e lo fanno in modo sempre opportuno e sorprendente. Più che meritato il minuto di applausi che conclude la registrazione del concerto, tenutosi a Glanegg, in Austria, nel luglio del 2023. Un disco che da solo vale l'acquisto del cofanetto.

L'ultimo disco, Neris, vede il pianista in studio a Vilnius assieme al sassofonista lituano Liudas Mockūnas. Poco più di un'ora di musica divisa in tredici parti, quasi sempre intensa dinamicamente e come tempi, spesso molto magmatica, ma diversificata nelle forme: ora quasi un'inseguimento convulso dei due, come la XI parte, ora più lirica e riflessiva, come le parti VI e conclusiva, ora costruita attorno a stilemi elaborati, come la I e la XII parte. Mockunas mostra energia e varietà stilematica, enfatizzata dal costante cambiamento di strumento, mentre Fernández è sempre pronto ad assecondarlo e a dare unitarietà al discorso musicale.

Un cofanetto molto bello, importante riconoscimento per un artista straordinario e colpevolmente poco noto in Italia, indispensabile sia per chi lo conosca e lo apprezzi, sia a chi voglia iniziare a farlo.

Track Listing

CD 1: Blue Rose

Part I-Part X.

CD 2: Live in Barcelona

Part I-Part IX

CD 3: Ritual

Pulsión de vida; Despertar; Latidos multicolores; Porvenir; Boca a boca; Tic tac; Regreso; Rito; Alma; Grito; Respiro.

CD 4: Live in Oslo

Part I; Part II.

CD 5: Four Hands

Part I-Part IX.

CD 6: Live in Glanegg

Part I; David M; Part II; KaučičCan Ram; Part III; La niña de la calle Ibiza.

CD 7: Neris

Part I-Part XIII.

Personnel

Additional Instrumentation

CD 1: Blue Rose

Agustí Fernández: piano; Barry Guy: bass.

CD 2: Live in Barcelona

Don Malfon: saxophone; John Butcher: saxophone; Agustí Fernández: piano.

CD 3: Ritual

Agustí Fernández: piano; Lucía Martínez: drums, percussions, voice.

CD 4: Live in Oslo

Torben Snekkestad: saxophone, trumpet; Agustí Fernández: piano; Barry Guy, bass.

CD 5: Four Hands

Agustí Fernández, Jordina Millà, four hands keyboard, inside, prepared and expanded piano.

CD 6: Live in Glanegg

Agustí Fernández: piano; Barry Guy: bass; Zlatko Kaučič: drums, percussions.

CD 7: Neris

Liudas Mockunas: sax (sopranino, soprano, tenor, bass); Agustí Fernández: piano.

Album information

Title: Aesthetic of Prisms | Year Released: 2024 | Record Label: Fundacja Sluchaj

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