Alessandro Galati: Wheeler Variations
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Il trombettista e compositore canadese Kenny Wheeler, scomparso nel 2014, è stato uno dei musicisti più importanti del jazz europeo ha infatti vissuto in Inghilterra fin dal 1952, operando principalmente nel vecchio continente e ha avuto una grande influenza sullo sviluppo di questa musica anche nel nostro paese. Tra i musicisti italiani che hanno collaborato con lui, avvalendosi della sua statura artistica per la loro crescita, Alessandro Galati ha deciso di ricordarne la figura realizzando un lavoro originale a lui dedicato, nel quale riprenderne lo spirito.
Per farlo, Galati ha riunito musicisti che, come lui, avevano condiviso parte dell'avventura artistica con Wheeler, tre italiani Stefano Cantini, Ares Tavolazzi ed Enzo Zirilli e uno inglese Stan Sulzmann, membro stabile di numerose formazioni del trombettista. Solo dopo aver messo a punto la musica, il pianista fiorentino ha sentito l'esigenza di aggiungervi delle liriche, per la prima volta nella sua carriera scritte di proprio pugno, che ha affidato alla giovane e talentuosa cantante Simona Severini.
È nato così questo Wheeler Variations, opera di una certa complessità strutturale e tuttavia anche di immediata fruizione, che avevamo avuto modo di ascoltare dal vivo all'epoca della sua registrazione, poco meno di tre anni fa (clicca qui per leggere la recensione del concerto), e che adesso, dopo qualche peripezia editoriale, vede la luce per l'etichetta giapponese Something Cool, essendo il Giappone un paese in cui paradossalmente Galati è più affermato che da noi.
Come detto il lavoro ha una struttura complessa, che prevede quattro brani cantati e in formazione completa, intitolati con frazioni del nome dell'omaggiato KEN, NY, WHEEL, ER a ciascuno dei quali seguono delle variazioni in formazione ristretta e di volta in volta diversa, una variazione per ciascuna lettera del titolo. Questo permette al contempo di dare al lavoro una foggia atipica, di coordinarne le varie parti e di offrire spazi di libertà e di visibilità a tutti i protagonisti.
Questi ultimi, peraltro, danno tutti il meglio di loro, a cominciare dal leader, che abbiamo negli ultimi anni potuto apprezzare nei suoi lavori in trio (clicca qui qui per leggere la recensione del recente Cold Sand) e che qui, oltre a condurre eccellentemente la formazione, brilla in più passaggi anche come solista (lo si ascolti già nell'iniziale "KEN") e si regala la conclusione in piano solo; per proseguire con i due sassofonisti, ciascuno dei quali gode di numerosi spazi espressivi e che fin dalla prima variazione, la breve ma intensa "k," mettono a frutto la loro diversità timbrica e improvvisativa; continuando con la cantante, eccellente interprete e non a caso sempre più presente sulla scena jazzistica nazionale (recentemente Enrico Pieranunzi l'ha voluta per interpretare il suo songbook); per concludere con la ritmica ascoltare il loro eccellente duetto in "y" con un Tavolazzi come il suo solito tanto discreto, quanto di fatto essenziale (si ascolti attentamente il peso che ha il suono del suo contrabbasso nel procedere di "NY"), così come Zerilli (che in "l" ha anche un breve spazio d'improvvisazione con Cantini, che i due utilizzano mirabilmente).
Lavoro pienamente wheeleriano, in equilibrio tra tradizione e innovazione, ricco di splendidi momenti, Wheeler Variations è quindi un'altra opera che mostra la piena e feconda maturità di Alessandro Galati.
Per farlo, Galati ha riunito musicisti che, come lui, avevano condiviso parte dell'avventura artistica con Wheeler, tre italiani Stefano Cantini, Ares Tavolazzi ed Enzo Zirilli e uno inglese Stan Sulzmann, membro stabile di numerose formazioni del trombettista. Solo dopo aver messo a punto la musica, il pianista fiorentino ha sentito l'esigenza di aggiungervi delle liriche, per la prima volta nella sua carriera scritte di proprio pugno, che ha affidato alla giovane e talentuosa cantante Simona Severini.
È nato così questo Wheeler Variations, opera di una certa complessità strutturale e tuttavia anche di immediata fruizione, che avevamo avuto modo di ascoltare dal vivo all'epoca della sua registrazione, poco meno di tre anni fa (clicca qui per leggere la recensione del concerto), e che adesso, dopo qualche peripezia editoriale, vede la luce per l'etichetta giapponese Something Cool, essendo il Giappone un paese in cui paradossalmente Galati è più affermato che da noi.
Come detto il lavoro ha una struttura complessa, che prevede quattro brani cantati e in formazione completa, intitolati con frazioni del nome dell'omaggiato KEN, NY, WHEEL, ER a ciascuno dei quali seguono delle variazioni in formazione ristretta e di volta in volta diversa, una variazione per ciascuna lettera del titolo. Questo permette al contempo di dare al lavoro una foggia atipica, di coordinarne le varie parti e di offrire spazi di libertà e di visibilità a tutti i protagonisti.
Questi ultimi, peraltro, danno tutti il meglio di loro, a cominciare dal leader, che abbiamo negli ultimi anni potuto apprezzare nei suoi lavori in trio (clicca qui qui per leggere la recensione del recente Cold Sand) e che qui, oltre a condurre eccellentemente la formazione, brilla in più passaggi anche come solista (lo si ascolti già nell'iniziale "KEN") e si regala la conclusione in piano solo; per proseguire con i due sassofonisti, ciascuno dei quali gode di numerosi spazi espressivi e che fin dalla prima variazione, la breve ma intensa "k," mettono a frutto la loro diversità timbrica e improvvisativa; continuando con la cantante, eccellente interprete e non a caso sempre più presente sulla scena jazzistica nazionale (recentemente Enrico Pieranunzi l'ha voluta per interpretare il suo songbook); per concludere con la ritmica ascoltare il loro eccellente duetto in "y" con un Tavolazzi come il suo solito tanto discreto, quanto di fatto essenziale (si ascolti attentamente il peso che ha il suono del suo contrabbasso nel procedere di "NY"), così come Zerilli (che in "l" ha anche un breve spazio d'improvvisazione con Cantini, che i due utilizzano mirabilmente).
Lavoro pienamente wheeleriano, in equilibrio tra tradizione e innovazione, ricco di splendidi momenti, Wheeler Variations è quindi un'altra opera che mostra la piena e feconda maturità di Alessandro Galati.
Track Listing
KEN; k; e (#1); n (#1); NY; n (#2); y; WHEEL; w; h; e (#2); e (#3); l; ER; e (#4); r.
Personnel
Alessandro Galati: piano; Simona Severini: voice; Stan Sulzmann: tenor saxophone; Stefano Cantini: soprano saxophone; Ares Tavolazzi: bass; Enzo Zirilli: drums.
Album information
Title: Wheeler Variations | Year Released: 2017 | Record Label: Something Cool
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