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Anthony Branker & Imagine: What Place Can Be for Us? - A Suite in Ten Movements

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Anthony Branker & Imagine: What Place Can Be for Us? - A Suite in Ten Movements
L'avventuroso post-bop del compositore Anthony Branker, ben espresso dall'album Beauty Within del quintetto Imagine, trova nuovi e più articolati sviluppi in questo What Place Can Be for Us?. Il gruppo conferma il chitarrista Pete McCann e la coppia Fabian Almazan e Linda May Han Oh ampliandosi fino a un medio organico con alcuni dei massimi giovani strumentisti di New York: il trombettista Philip Dizack, i sassofonisti Walter Smith III e Remy Le Boeuf, il batterista Donald Edwards e la vocalist Alison Crockett.

Se nell'album precedente erano già presenti ritmi convulsi su metriche irregolari e linee melodiche con aperture dissonanti, qui si aggiungono elementi di chiara marca M-Base, ampliando lo spettro timbrico e sviluppando spigolosi contrasti.

What Place Can Be For Us? è un'opera d'ampio respiro, ambiziosa negli intenti ma di forte impatto emozionale: sinuose linee in unisono si sviluppano su cicli ritmici ossessivi e dilatati, integrando sonorità distorte della chitarra elettrica, incisivi testi recitati, fervidi assoli di sax e tromba e radiosi interventi pianistici.

Trombettista e compositore formatosi nei primi anni novanta accanto a Jim McNeely e Manny Albam, Branker ha diretto per anni i corsi jazz all'università di Princeton nonostante i due aneurismi cerebrali provocati dalla stessa malformazione artero-venosa che colpì Pat Martino.

Oggi, all'età di 65 anni, dirige tre differenti ensemble (gli altri due si chiamano Word Play e Ascent) ed è giunto all'ottavo disco per l'etichetta Origin. Questa suite nasce dal forte turbamento di Branker per le sofferenze causate dai numerosi conflitti bellici nel mondo, in particolare quello siriano: per le popolazioni le appartenenze ai luoghi d'origine si rivelano sempre più fragili e precarie.

L'album si apre con "The Door of No Return," composizione che ricorda lo storico commercio degli schiavi con la recitazione di una poesia della brasiliana Beatriz Esmer. Dopo il disteso "Sundown Town" (lirici interventi di Almazan e Dizack), è il testo di Langston Hughes a caratterizzare "I, Too, Sing America," brano dal finale ossessivo e dissonante. Le connessioni con l'estetica M-Base iniziano a manifestarsi dal quarto tema, "Invisible" ma Branker sa integrarle in forme nuove, alternandole a brani intimi e ricercati dove hanno spazio Linda May Han Oh, Almazan, Dizack e McCain ("We Went Where The Wind Took Us," "The Trail Of Tears To Standing Rock").

Un lavoro significativo e coinvolgente, il più fantasioso di Anthony Branker e tra i più riusciti dell'anno.

Album della settimana.

Track Listing

The Door of No Return; Sundown Town; I, Too, Sing America; Indivisible; We Went Where the Wind Took Us; What Place Can Be For Us?; Sunken Place; The Trail of Tears to Standing Rock; Sanctuary City; Placeless.

Personnel

Anthony Branker
composer / conductor
Walter Smith III
saxophone, tenor
Remy Le Boeuf
saxophone, alto
Pete McCann
guitar

Album information

Title: What Place Can Be for Us? - A Suite in Ten Movements | Year Released: 2023 | Record Label: Origin Records


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