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Jon Balke: Warp
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Progetto in solitudine del pianista norvegese, quasi un decennio dopo il suo Book of Velocity, ma qui il pianoforte registrato al Rainbow Studio -è accompagnato da suoni registrati e campionati, da rumori d'ambiente e da voci, il tutto processato dall'autore assieme ad Audun Kleive, già partner di Jon Balke in altri lavori, e poi missato alla registrazione.
L'obiettivo dichiarato di questa operazione era inserire il suono del piano all'interno di una più ampia architettura sonora, che in particolare richiamasse le eco della città. E infatti ci sono rumori di tram, le voci di una scolaresca, l'annuncio di un aeroporto, e via dicendo, sempre in forma velata, lontana e sfuggente, inseriti in un racconto sonoro suddiviso in sedici capitoli (gli ultimi due variazioni di altre preesistenti, come Balke usa fare).
Francamente, però, all'ascolto il disco lascia perplessi, sia perché un tale obiettivo non sembra essere stato raggiunto -i suoni sono solo evocativi, non contestualizzano il piano in niente di concreto, neppure come allusione -sia perché in sé e per sé non convince: lento e prevedibile, né lirico, né introspettivo -a meno che per introspezione non si intenda la sola atmosfera astratta -privo di sorprese e di autentiche originalità, il lavoro pare fatto apposta per confermare gli stereotipi che girano sulle produzioni ECM in generale e Nordeuropee in particolare.
Peccato, perché Balke cose interessanti ne ha fatte molte e anche perché, comunque, il disco ha alcuni buoni momenti. Ma l'esito complessivo è quel che è. Non tutte le ciambelle riescono col buco.
L'obiettivo dichiarato di questa operazione era inserire il suono del piano all'interno di una più ampia architettura sonora, che in particolare richiamasse le eco della città. E infatti ci sono rumori di tram, le voci di una scolaresca, l'annuncio di un aeroporto, e via dicendo, sempre in forma velata, lontana e sfuggente, inseriti in un racconto sonoro suddiviso in sedici capitoli (gli ultimi due variazioni di altre preesistenti, come Balke usa fare).
Francamente, però, all'ascolto il disco lascia perplessi, sia perché un tale obiettivo non sembra essere stato raggiunto -i suoni sono solo evocativi, non contestualizzano il piano in niente di concreto, neppure come allusione -sia perché in sé e per sé non convince: lento e prevedibile, né lirico, né introspettivo -a meno che per introspezione non si intenda la sola atmosfera astratta -privo di sorprese e di autentiche originalità, il lavoro pare fatto apposta per confermare gli stereotipi che girano sulle produzioni ECM in generale e Nordeuropee in particolare.
Peccato, perché Balke cose interessanti ne ha fatte molte e anche perché, comunque, il disco ha alcuni buoni momenti. Ma l'esito complessivo è quel che è. Non tutte le ciambelle riescono col buco.
Track Listing
Heliolatry; This Is The Movie; Bucolic; On And On; Bolide; Amarinthine; Shibboleth; Mute; Slow Spin; Boodle; Dragoman; Kantor; Geminate; Telesthesia; Geminate; Heliolatry.
Personnel
Jon Balke
pianoJon Balke: piano, sound images.
Album information
Title: Warp | Year Released: 2016 | Record Label: ECM Records