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The Awakening Orchestra: Volume II: To Call Her to a Higher Plan

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The Awakening Orchestra: Volume II: To Call Her to a Higher Plan
Tra gli orchestratori e bandleader emersi di recente Kyle Saulnier è uno dei più interessanti. Il suo esordio con l'Awakening Orchestra nel doppio This Is Not the Answer (Innova 2014) ha rappresentato una sorprendente rivelazione per padronanza di scrittura e spregiudicata sintesi di elementi diversi, inclusi il free e il rock.

Con un taglio espressivo un po' diverso, il successivo Atticus Live! (Biophilia 2016) ha confermato la versatilità del leader nel coniugare altri mondi musicali (ovvero le musiche del chitarrista Jesse Lewis) imprimendo il suo segno distintivo: una tavolozza di vibranti contrasti su limpide melodie.

Pur confermando alcuni—entusiasmanti—elementi del suo stile orchestrale, questo nuovo disco per l'etichetta di Fabian Almazan, cambia ancora direzione puntando su due suites sinfoniche: "I Can See My Country from Here" e "To Call Her to a Higher Plain." In introduzione a queste troviamo brani meno lunghi e "impegnativi" ma non per questo minori.

Una profonda riflessione politica sta alla base di tutto il progetto e nasce dalla disillusione dell'autore sul presente stato della democrazia statunitense rispetto agli intenti originari. Com'è noto, la musica è un linguaggio asemantico ma l'approccio di Saulnier traspare chiaramente da alcuni titoli e nel tributo alla Liberation Music Orchestra su "Throughout" di Bill Frisell («La LMO è una grande fonte d'ispirazione—scrive il bandleader—per il netto approccio politico e il libero stile dell'Awakening Orchestra, anche se ho scelto ironicamente un brano senza specifiche implicazioni politiche»).

Il primo CD virtuale (la Biophilia Records non stampa dischi fisici ma un artistico booklet detto Biopholio contenente un codice per scaricare la musica) si snoda sotto l'insegna "The Pessimist's Dilemma" e anticipa la prima suite con tre brani avvincenti. "Prelude & Fanfare" ha vari momenti di libera improvvisazione (dal cameristico ad assonanze con Bitches Brew) e preannuncia il multiforme "Burn," un brano dei Nine Inch Nails che ha il suo climax nell'esplosivo quadro cantato da Nathan Hetherington, dove rock, soul e jazz orchestrale s'intrecciano magistralmente. Segue il delicato tema di Frisell in un lento e sontuoso arrangiamento con ottimi assoli di Michael Fahie al trombone e Seneca Black alla tromba. La suite "I Can See My Country from Here" si sviluppa in quattro movimenti per complessivi 40 minuti ed è impossibile da sintetizzare per la ricchezza dei suoi sviluppi. Il giudizio è quanto mai positivo per le fantasiose soluzioni che si sviluppano in un coerente quanto variopinto quadro jazzistico. Le orchestrazioni sono generalmente raffinate e sostengono ricchi assoli.

La seconda parte del progetto s'intitola "The Optimist's Folly" ed è occupata in gran parte dall'altra suite, a sua volta divisa in tre lunghi movimenti e due intermezzi per solo violino. È una composizione scritta per la violinista Broke Quiggins Saulnier che ne è la principale interprete. Qui il clima passa da momenti austeri e dissonanti di taglio contemporaneo ad altri jazzisticamente pregnanti. Broke Quiggins è una solista di prim'ordine (secondo violino in prestigiose orchestre americane) e il sposano bene con quelli di Samuel Ryder al soprano, John Yao trombone, Pablo Masis alla tromba e Vito Chiavuzzo al contralto, il tutto nel contesto di fluttuanti fondali. Le mie personali preferenza vanno al secondo movimento.

Il disco contiene brani di taglio diverso ma sempre indovinati: dalla delicata versione di "I Remember" (scritta dalla mamma di Nick Drake e cantata da Julie Hardy) al solenne corale "Lux Aurumque."

Album della settimana.

Track Listing

Prelude & Fanfare: the Patriot; Burn; Throughout; I Can See My Country from Here (Free Labor, Free Land, Free Men / Liberté, Egalité, Fraternité / Ethos, Pathos, Logos / Epilogue); I Remember; To Call Her to a Higher Plain (On the Technicians of Power / First Cadenza / On the Acceptance of Things That We Can Not Change / Second Cadenza / On the Changing of Things That We Can Not Accept); The (desc/diss)ent; Lux Aurumque.

Personnel

Kyle Saulnier
composer / conductor
Remy Le Boeuf
saxophone, alto
Samuel Ryder
saxophone, tenor
Andrew Gutauskas
saxophone, baritone
Felipe Salles
saxophone
Dan Urness
trumpet
Seneca Black
trumpet
Pablo Masis
trumpet
Michael Fahie
trombone
John Yao
trombone
Samuel Burtis
trombone
James Rogers
trombone
Joshua Paris
bass, acoustic
Additional Instrumentation

Feat: Seth Fruiterman: voice; Julie Hardy: voice; Nathan Hetherington: voice; Brooke Quiggins Saulnier: violin.

Album information

Title: Volume II: To Call Her to a Higher Plan | Year Released: 2020 | Record Label: Biophilia Records


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