Beekman: Vol. 2

A oltre un anno di distanza dall'album che segnò l'esordio del collettivo di musicisti, Beekman torna con un Vol. 2 che, nelle tracce di questo ultimo lavoro, prosegue sostanzialmente la linea di quella prima esperienza. Non è una nota di demerito, anzi. Nel jazz uno degli aggettivi più usati e abusati è "cosmopolita," per indicare musica senza fissa dimora ma capace di abitare ogni luogo sonoro possibile.

Bene, Beekman ha da un lato tutte le carte per incappare nel tranello del grande collage musicale—sì perché la formazione comprende un americano, due cileni e uno spagnolo, e le tentazioni potrebbero anche essere state molte e difficili da controllare —, dall'altro però è un esempio di quanto invece misura e gusto possano portare a un jazz positivamente apolide e di classe. Nel disco Kyle Nasser, Yago Vazquez, Pablo Menares e Rodrigo Recabarren celebrano una strabiliante e felicissima intesa musicale che, dal primo incontro della band nel 2012, pare si sia manifestata per non andarsene più.

La musica figlia di questo progetto si rifà a un jazz dai pochi spigoli, spesso atmosferico, talvolta in preda al fascino pianistico, talaltra dominato dal sax della mente e animatore principale Nasser. Un flusso che arriva non si sa da dove, per approdare a chissà cosa, difficile dire quando, verso una linea d'orizzonte in cui le definizioni -per fortuna -si perdono insieme all'orientamento di chi ascolta. I dischi che più ci piacciono.

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