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Steve Day: Visitors

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Steve Day: Visitors
Wow! Fantastico. Una manna piovuta dal cielo. Uno di quei dischi da portare sulla famosa isola deserta e da ascoltare, ascoltare, ascoltare. Un abbaglio passeggero come un temporale estivo, che non reggerà alla prova del tempo, direte voi? Può anche essere, ma Visitors è, per il momento, una delle perle più preziose in questo anno del Signore duemiladieci.

Steve Day ha scritto due libri fondamentali sulla musica improvvisata: "Ornette Coleman: Music Always" e "Two Full Ears - Listening to Improvised Music". È apprezzato specialista in liner notes per etichette indipendenti e alternative e per artisti quali Anthony Braxton, Keith Tippett, i nostri Antonio Moncada e Carlo Actis Dato. Oltre che poeta e studioso dei rapporti tra disabilità mentali e forme artistiche.

In questo Visitors, si mette in gioco in prima persona con testi e voci, e la miscela con l'interlocutore musicale, tra impro, free jazz, hawaiian mood, surf jazz e indie rock è assolutamente deflagrante. Diciotto brani, diciotto storie, per raccontare le debolezze, le stranezze, le risorse, i labirinti e le manifestazioni della natura umana attraverso un uso della parola non convenzionale, uno stile narrativo che con le parole ci gioca, rendendolo tagliente, affilato, ironico e straordinariamente incisivo.

Naturalmente risulta decisivo l'apporto dei musicisti che accompagnano Steve Day in questa sorta di viaggio lucidamente delirante, musicisti la maggior parte dei quali non si era mai incontrata prima di questa registrazione. Come la musica sgorgata e registrata in tempo reale, tranne le parti di piano composte da Bill Bartlett e quelle di viola basate su un traditional inglese.

La presenza di ben tre chitarristi nella formazione complessiva potrebbe far pensare ad un album pesantemente chitarrocentrico. Pur risultando elemento caratterizzante l'incisione, la sensibilità dei musicisti porta la chitarra a giocare piuttosto il ruolo di reagente chimico in grado di trovare le giuste chiavi di lettura del mondo di parole creato da Day, e di esaltare il contralto sgusciante, increspato, obliquo spesso infuocato di Aaron Standon.

Track Listing

01. Then I saw It Was a Fox; 02. Visitors/Deep; 03. Diversity Springs; 04. Nemesis for Nina; 05. Ripe Orange Cordoba; 06. Weirdo; 07. Seducti et Abducti; 08. Flares from Gabriel's Gate; 09. January 1649; 10. We Like Lunch; 11. Feed Me; 12. Constipation; 13. Those Old Solos; 14. The Road to Cairo; 15. Eating Up the Shoals of Herring; 16. Y No; 17. Queer Church; 18. I'm Banking on It Baby.

Personnel

Steve Day (voce, percussioni, congas), Bill Bartlett (piano, tenor recorder, conduzione); Aaron Standon (sax alto, sax soprano, chitarra); Alex Harvey (chitarra); Andrews " Duds" Young (chitarra); Fiona Harvey (basso elettrico, viola); Anton Henley (batteria, percussioni).

Album information

Title: Visitors | Year Released: 2010 | Record Label: Leo Records


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