Franceso Branciamore: Trium

Piace per la scelta di allestire un trio dall’impasto timbrico originale e con due fiati davvero singolari, la tromba europea di Jean-Luc Cappozzo, mirabile per camaleontismo ed espressività, e la tuba onnipresente di Michel Godard, fiume carsico scuro, inquieto e profondo; convince per la grande varietà di soluzioni messe in atto dai protagonisti, in grado di muoversi agevolmente fra stilemi legati al Vecchio Continente e suggestioni free, fascinazioni contemporanee e afflati minimalisti; piace e convince per il lucido controllo dello sviluppo di ogni singola traccia, con un’attenzione particolare all’essenzialità e alla concisione, evitando sapientemente prolissità, sbavature ed eccessi (delle 17 composizioni in scaletta, solo 2 superano i 4 minuti).

Nel programma di originali proposti, spiccano l’entusiasmante “Monday 5”, con la tromba isterica di Cappozzo a far da contraltare al groove irresistibile di Godard e Branciamore, la contorta “Trium II”, impreziosita da un solo di tuba strabiliante per fluidità e precisione del fraseggio, e la swingante “Monday 9”, in cui emerge con maggior nitidezza la matrice free del progetto discografico. Vertice dell’intera scaletta l’eccellente “Tuesday 2”, strutturata secondo un crescendo travolgente e conclusa da un’esplosione ritmica d’inaspettato vigore.

Un disco fresco e vitale, dunque, che riesce a coinvolgere e a tener costantemente desta la curiosità dell’ascoltatore, a spaziare tra riferimenti culturali molteplici, senza cadere vittima di stilemi troppo vincolanti o semplicistiche banalizzazioni, in un costante equilibrio tra rigore della forma e leggerezza di spirito. Consigliato.

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