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Dominique Pifarély Quartet: Tracé Provisoire
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Dopo lo splendido lavoro in solo Time Before and Time After, Dominique Pifarély torna alla testa di un quartetto che vede schierati due suoi storici collaboratori quali sono BrunoChevillon e François Merville accanto al pianista Rayon. La cifra è quella che da sempre caratterizza il violinista francese: un camerismo contemporaneo piuttosto astratto, marcatamente ritmico e ricco di momenti improvvisati.
Pifarély vi domina la scena figurando come prima voce, ma l'interazione con i compagni è sempre molto marcata. La batteria costituisce l'elemento straniante, che riaccosta al jazz una musica in realtà dalle radici eurocolte e che per questo ha un peso considerevole nell'economia complessiva, anche grazie alla virtuosistica poliritmia di Merville e al suo modo di aprirsi alle pause; Chevillon è un po' l'alter ego del leader, anche se in realtà non sono molto ampi gli spazi solistici a sua disposizione. Rayon è la sorpresa del disco: noto più per le sue doti d'organista che come pianista, è di fatto la seconda voce del gruppo, è assai meno palesemente protagonista anche a causa del suo stile più pacato e sospeso, ma di fatto caratterizza il lavoro proprio per il suo essere un adeguato interlocutore per l'estroso violinista.
Le otto tracce, tutte di Pifarély, portano avanti con molta coerenza una narrazione lunare, che procede rarefatta senza ridondanze, grazie agli scatti ritmici, ai virtuosismi espressivi del leader, al gran lavoro della batteria e ai contrappesi della tastiera. L'elemento che più colpisce è la complessa varietà delle strutture: per esempio, il brano di apertura -"Le peuple effacé"-si avvia suggestivamente con un'introduzione magmatico-rumoristica, dalla quale emerge, quasi a metà del pezzo, il tema, sul quale il violino -ma anche il pianoforte e perfino il contrabbasso -operano ripetute, quasi ossessive variazioni, screziate tuttavia da incursioni fulminanti su territori diversi. Quello stesso tema viene poi ripreso nella terza traccia, dallo stesso titolo, che ne ripete il percosto al contrario, cioé variando il tema in apertura (peraltro in modo assai diverso, più luminoso e meno interiore) per poi trasformarsi in una notturna e rarefatta interazione improvvisata.
Ne scaturisce così un lavoro di tipica matrice francese, ma anche molto diverso dal citato lavoro in solo, rispetto al quale lo stesso Pifarély suona in modo parzialmentema anche significativamente diverso. Disco che arriva lentamente, via via che se ne scoprono i dettagli, raffinato e comunque godibile.
Pifarély vi domina la scena figurando come prima voce, ma l'interazione con i compagni è sempre molto marcata. La batteria costituisce l'elemento straniante, che riaccosta al jazz una musica in realtà dalle radici eurocolte e che per questo ha un peso considerevole nell'economia complessiva, anche grazie alla virtuosistica poliritmia di Merville e al suo modo di aprirsi alle pause; Chevillon è un po' l'alter ego del leader, anche se in realtà non sono molto ampi gli spazi solistici a sua disposizione. Rayon è la sorpresa del disco: noto più per le sue doti d'organista che come pianista, è di fatto la seconda voce del gruppo, è assai meno palesemente protagonista anche a causa del suo stile più pacato e sospeso, ma di fatto caratterizza il lavoro proprio per il suo essere un adeguato interlocutore per l'estroso violinista.
Le otto tracce, tutte di Pifarély, portano avanti con molta coerenza una narrazione lunare, che procede rarefatta senza ridondanze, grazie agli scatti ritmici, ai virtuosismi espressivi del leader, al gran lavoro della batteria e ai contrappesi della tastiera. L'elemento che più colpisce è la complessa varietà delle strutture: per esempio, il brano di apertura -"Le peuple effacé"-si avvia suggestivamente con un'introduzione magmatico-rumoristica, dalla quale emerge, quasi a metà del pezzo, il tema, sul quale il violino -ma anche il pianoforte e perfino il contrabbasso -operano ripetute, quasi ossessive variazioni, screziate tuttavia da incursioni fulminanti su territori diversi. Quello stesso tema viene poi ripreso nella terza traccia, dallo stesso titolo, che ne ripete il percosto al contrario, cioé variando il tema in apertura (peraltro in modo assai diverso, più luminoso e meno interiore) per poi trasformarsi in una notturna e rarefatta interazione improvvisata.
Ne scaturisce così un lavoro di tipica matrice francese, ma anche molto diverso dal citato lavoro in solo, rispetto al quale lo stesso Pifarély suona in modo parzialmentema anche significativamente diverso. Disco che arriva lentamente, via via che se ne scoprono i dettagli, raffinato e comunque godibile.
Track Listing
Le peuple effacé I; Tracé provisoire I; Le peuple effacé II; Vague I; Le regard de Lenz; Tracé provisoire II; Tout a déjà commencé; Vague II.
Personnel
Dominique Pifarély
violinDominique Pifarély: violino; Antonin Rayon: pianoforte; Bruno Chevillon: contrabbasso; François Merville: batteria.
Album information
Title: Tracé Provisoire | Year Released: 2017 | Record Label: ECM Records
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About Dominique Pifarély
Instrument: Violin
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