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Henry Threadgill Zooid: Tomorrow Sunny / The Revelry, Spp

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Henry Threadgill Zooid: Tomorrow Sunny / The Revelry, Spp
Non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno sentir dire che Henry Threadgill è da almeno venticinque anni (bypassando la nodale esperienza collettiva di Air, quindi) una delle figure-guida del jazz internazionale, seppur meno reclamizzata di altre, a loro volta di indiscutibile statura, ma magari un po' più inclini a lisciare il pelo all'uditorio.

Questo nuovo lavoro del chicagoano, ennesima gemma regalataci da Zooid, gruppo nato una dozzina d'anni fa sulle ceneri - si fa per dire - dei gloriosi Sextet(t) e Very Very Circus (senza dimenticare l'esperienza di Make a Move), non fa che ribadirlo con totale eloquenza.

Dei due precedenti appena citati, Zooid - e questo album specifico - recupera input-chiave, specie nelle sonorità, che la presenza di tuba (anteposta decisamente da Davila rispetto al trombone) e chitarra (là entrambe raddoppiate) rimanda soprattutto al Very Very Circus e a certi suoi moti intestini, non di rado attraversati da una serpeggiante danzabilità, laddove il doppio arco (in particolare la presenza del violoncello, a suo tempo nelle mani di Diedre Murray) ci restituisce preziosità e costruzioni più tipiche delle varie edizioni del Sextet(t).

La partenza ("A Day Off") è subito squisitamente à la Threadgill (qui all'alto), con quell'incedere fra lo spigoloso e il caracollante che rende immediatamente riconoscibile la sua musica. Ancor più giocato su una ritmicità palpabile è il successivo "Tomorrow Sunny," col leader al flauto (molto equa, in quest'album, la ripartizione strumentale). Archi, tuba e alto, con semplici, aeree spolverate di chitarra e batteria, occupano il cuore dell'astratto "So Pleased, No Clue," mentre ancora l'inesausto quanto prezioso dialogare degli archi (per lo più uno pizzicato e uno no) segna l'avvio di "See the Blackbird Now," nuovamente magro, come appoggiato su una nuvola, col successivo ingresso del flauto basso a dotare di una grave, quasi solenne evocatività il seguito, dove si segnala anche uno dei rari exploit del trombone (pur puntualmente sordinato, a sua volta grave e pastoso), a cedere appena dopo il testimone ai riff generosamente mossi di "Ambient Pressure Thereby," in cui archi e tuba stantuffano ancora lungo binari squisitamente threadgilliani, con tempi e controtempi a intersecarsi senza posa. Magistrale, in particolare, l'apporto del violoncello di Hoffman. La pelle più asciutta, quasi severa, del sestetto trova ulteriore spolvero nel conclusivo "Put On Keep/Frontispiece, Spp," di elegantissimo aplomb cameristico-contrappuntistico.

Cosa aggiungere, ancora? Che dischi del genere fanno un gran bene al presente (più che al futuro: a quello penseremo da domani) del jazz. Che, in buona sostanza, se il termine "capolavoro" è ancora applicabile, questo è il caso per rispolverarlo. Cosa che ovviamente non può che farci un gran piacere.

Track Listing

A Day Off; Tomorrow Sunny; So Pleased, No Clue; See the Blackbird Now; Ambient Pressure Thereby; Put On Keep/Frontispiece, Spp.

Personnel

Jose Davila: tombone, tuba; Liberty Ellman: guitar; Christopher Hoffman: cello; Elliot Humberto Kavee: drums; Stomu Takeishi; bass; Henry Threadgill: flute, bass flute, alto saxophone.

Album information

Title: Tomorrow Sunny / The Revelry, Spp | Year Released: 2012 | Record Label: Pi Recordings


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