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Marike van Dijk: The Stereography Project

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Marike van Dijk: The Stereography Project
Il fermento creativo in ambito orchestrale che caratterizza oggi la scena statunitense si arricchisce di una talentosa giovane sassofonista e compositrice olandese: Marike van Dijk.
Trasferitasi a New York nel 2008 dopo un lunga pratica al sax contralto (dall'età di 11 anni) e un master degree al conservatorio di Rotterdam, la van Dijk ha debuttato nel 2010 a capo di un quintetto post bop (Patches of Blue) iniziando a dare concerti e perfezionando gli studi di composizione alla New York University (un secondo master nel maggio 2013).

Registrato il 28 aprile 2014, quest'album è il frutto di alcuni anni di lavoro e cambia radicalmente prospettiva. Pur continuando a esibirsi come strumentista, la musicista olandese presenta un variopinto progetto orchestrale con sue composizioni, dove un astratto camerismo si coniuga a ricercatezze cool e percorsi carichi di tensione. Una musica che colpisce per la fragranza degli sviluppi tematici, la capacità di giocare con le dinamiche orchestrali e le soluzioni timbriche, sviluppando percorsi ariosi tra parti scritte e improvvisate. Nel suo organico ha riunito alcuni notevoli talenti operanti a New York, come il noto trombonista Alan Ferber e gli emergenti Ben van Gelder, Anna Webber, Manuel Schmiedel e Lucas Pino (altro notevole sassofonista e bandleader da tenere d'occhio).

Il percorso musicale inizia con "I Am Not a Robot" uno dei brani caratterizzanti dell'album. Sull'evocativo tema base si sviluppa un percorso ricco di tensioni e distensioni, tra suggestioni cameristiche, convulsioni ritmiche e il serrato intervento di Schmiedel al pianoforte. Davvero magistrale è il successivo "322423," dall'impressionistica orchestrazione giocata su impasti timbrici dissonanti che precede gli assoli di Van Gelder e della stessa leader.
Unica composizione non originale è la beatlesiana "She's Leaving Home" dove il talento orchestrale della van Dijk ha ancora modo d'evidenziarsi nella ricercata introduzione che precede la parte vocale. L'integrazionte tra il quartetto d'archi è felice e l'ensemble si muove con alta coesione lasciando misurati (ma efficaci) spazi ai solisti citati. Al sax contralto Marike si esprime con un fraseggio obliquo, dal timbro luminoso, che ricorda a tratti Lee Konitz e che risulta particolarmente affascinante nel brano finale, "Walsje."

Track Listing

I Am Not a Robot; 322423; The End; She's Leaving Home; Jean Jacques; Christmas; 22e (To Everyone I Miss); Walsje.

Personnel

Marike van Dijk
saxophone

Marike van Dijk: composizione, sax contralto e soprano; Alan Ferber: trombone; Anna Webber: flauto, sax tenore; Ben van Gelder: clarinetto basso, sax contralto; Lucas Pino: clarinetto, sax tenore; Manuel Schmiedel: pianoforte; Rick Rosato: contrabbasso; Mark Schilders: batteria; Sita Chay: violino; Elinor Speirs: violino; Eric Lemmon: viola; Amanda Gookin: violoncello; Ruben Samama: voce; Defne Sahin: voce; Dan Pratt: direzione.

Album information

Title: The Stereography Project | Year Released: 2015 | Record Label: BJURecords


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