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Dino Betti Van Der Noot: The Silence of the Broken Lute

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Dino Betti Van Der Noot: The Silence of the Broken Lute
Il gradito e atteso appuntamento, all'incirca biennale, con una nuova opera di Dino Betti van der Noot è stato rispettato anche in tempo di pandemia: messe a punto la nuove partiture e richiamata la sua ampia orchestra—ben ventidue elementi—il compositore milanese ha registrato questo The Silence of the Broken Lute, cinque lunghe composizioni, tutte caratterizzate dai percorsi drammaturgici, dalle strutture e dagli impasti che sono il suo marchio di fabbrica.

La pandemia è anche in parte ispiratrice del lavoro, come evidenziano in filigrana i titoli dei brani, come tradizione di Betti tratti dalla letteratura e dall'arte: il silenzio forzato, che proprio la pandemia ha imposto anche all'artista, bloccando a lungo la sua capacità di comporre; il mare come fonte di guarigione (titolo ispirato da un verso di Ezra Pound); il beneaugurale arrivo della primavera; il ritorno (espresso con l'espressione letteraria greca "Nostos"); infine, l'esito finalmente lieto (ancora una volta ripreso da un verso, stavolta di Prevert).

Ma, aldilà delle ispirazioni e dei riferimenti nascosti, è la musica, sempre incalzante nel suo procedere narrativo, a restituire l'urgenza e la gioia di poter nuovamente trovarsi, esprimersi, comunicare. Quelle cose così necessarie e "normali," che tuttavia per oltre un anno sembravano diventate impossibili e che, come lo stesso Betti scrive nelle brevi note di copertina, via via che il lavoro di messa a punto dell'album procedeva sono tornate a essere vive e a produrre gioia.

I brani in cui si suddivide il lavoro sono tutti originali, tranne il centrale "Here Comes Springtime," rielaborazione di una composizione della metà degli anni Ottanta. Tuttavia tra di loro c'è non solo grande coerenza, ma anche una sorta di continuità, dando all'album la compiuta interezza di un viaggio, a momenti anche dal tono epico—per esempio in "Our Nostos"—nel corso del quale si percorrono strade diverse, si incontrano molti paesaggi, si procede variando la velocità e—forse soprattutto—si dialoga, ciascuno comunicando agli altri il proprio stato d'animo e la propria opinione.

Perché, forse ancor più che in altri lavori di Betti, in The Silence of the Broken Lute le voci dei singoli spiccano, l'una dopo l'altra, e le composizioni le raccolgono, senza subordinarle, per comporre un discorso collettivo. Essendo tanti e tutti bravissimi, è impossibile menzionare tutti i protagonisti; importante è invece sottolineare come la loro diversità—timbrica, vista la varietà di strumenti, ma anche espressiva—costituisca una delle ricchezze di un'opera che offre grande piacere fin dal primo ascolto— grazie alla liricità della narrazione—ma che svela sempre nuovi aspetti ai successivi, proprio in virtù della complessità delle architetture e dei dettagli contenuti negli interventi individuali.

Atteso e gradito, dunque, Dino Betti non solo è puntualmente arrivato all'appuntamento, ma ci ha ancora una volta regalato un lavoro incantevole.

Disco della settimana.

Track Listing

The Silence of the Broken Lute; Listen for the Sea-Surge; Here Comes Springtime; Our Nostos; Souriante épanole ravie.

Personnel

Dino Betti van der Noot
composer / conductor
Luca Begonia
trombone
Sandro Cerino
saxophone, alto
Andrea Ciceri
saxophone, alto
Giulio Visibelli
saxophone, tenor
Rudi Manzoli
saxophone, tenor
Gilberto Tarocco
saxophone, baritone
Luca Gusella
vibraphone
Filippo Rinaldo
keyboards
Gianluca Alberti
bass, electric
Additional Instrumentation

Giampiero LoBello: flugelhorn, cornet; Alberto Mandarini, Mario Mariotti, Paolo De Ceglie: flicorno; Gianfranco Marchesi: bass trombone; Sandro Cerino: flute, dizi, bass clarinet; Andrea Ciceri: flute; Giulio Visibelli: flute; Rudi Manzoli: soprano saxophone; Gilberto Tarocco: clarinet, bass clarinet; Emanuele Parrini: viola; Stefano Bertoli: batteria; Tiziano Tononi: percussioni; Federico Sanesi: percussioni.

Album information

Title: The Silence of the Broken Lute | Year Released: 2021 | Record Label: Audissea


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