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Orioxy: The Other Strangers

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Orioxy: The Other Strangers
Quello che comunemente si chiama contaminazione spesso è un attraversamento di territori sonori in cui emergono linee di condotta musicale più o meno inclini al rispetto di un canone estetizzante. Interrogarsi se sia rispettata o meno la normativa che regola un genere è molto spesso inutile oltre che infruttuoso. Ciò che vale è la riuscita o meno di un'operazione.

Pertanto, delimitare entro i confini canonici del jazz il secondo disco degli Orioxy, The Other Stranger, è questione retorica non di primaria importanza. Vero è che una indiscussa vocazione all'esotismo orientaleggiante è l'elemento che dà il carattere a tutto il progetto di questo gruppo elvetico.

A guidare le fila è la voce limpida, sottilmente sussurata, della cantante di origine israeliana Yael Miller. La sua melopea, che percorre molte direzioni sia intonando melodie dall'incedere ipnotico e sottilmente blusey sia confluendo in recitativi e vocalizzi, viene pronunciata in inglese o in ebraico contemporaneo e sa essere insieme lineare ed efficacemente semplice. A sostenere il canto sono iterati blocchi armonico-ritmici sostenuti sia da un'arpa, che vuole assomigliare ad una Kora africana ("Parenthese") e per questo si muove su un range limitato ed estremamente etnicizzante, sia da contrabbasso e percussioni, i quali in poche occasioni riescono a sviluppare una sintassi improvvisativa di stampo più prossimo al jazz ("A Wise Man" è l'unico esempio di solo contrabbassistico) o un pulsare ritmico fluente.

In The Other Strangers si percepiscono echi di musiche improbabilmente lontane e di vario genere che vanno dal rock acustico ("World Database of Happines") ad atmosfere mediorientali e subsahariane. Si intuisce perfino una probabile prossimità con alcuni dischi di Cassandra Wilson (soprattutto quelli con Brendon Ross), ma ancor più stretta è la vicinanza con certi lavori della Cinematic Orchestra (con la voce di Fontella Bass). Per quanto vi siano strette analogie dal punto di vista compositivo con musiche elettroniche costruite su loop, pedali e suoni sintetizzati, la proposta degli Orioxy si differenzia da quelle per il ricorso rigoroso a timbri asciutti, pienamente acustici e dal vago sapore etnico.

Le canzoni di questo disco si sforzano di realizzare un progetto musicale in cui emerge l'intenzione di non farle rimanere confinate entro un genere preciso e, per quanto forti siano gli ammiccamenti alla world music, seppur immaginati e oniricamente rappresentati, rimane chiara esclusivamente la volontà di offrire suggestioni pacate, intime e visionarie, che non vogliono esplodere in graduali sviluppi tendenti ad una visione policromatica. Per quanto ampi e dalle enormi potenzialità espressive siano i territori musicali battuti immaginariamente dagli Orioxy, The Other Strangers sembra tuttavia confinarsi linguisticamente in un territorio lessicale ben ristretto e fatto di poco più che superficiali suggestioni geografiche.

Track Listing

01. Wish Luck Star; 02. We're Done. May 21; 03. Im Tamouti; 04. Zman; 05. World Database of Happines; 06. Tfila/Ben Azra; 07. A Wise Man; 08. Parenthèse; 09. The Other Strangers.

Personnel

Yael Miller (voce); Julie Campiche (arpa); Manu Hagmann (contrabbasso); Roland Merlinc (batteria).

Album information

Title: The Other Strangers | Year Released: 2013 | Record Label: Unit Records

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