Jacob Duncan - John Goldsby - Jason Tiemann: The Innkeeper's Gun

I tre sono musicisti aperti, senza preclusioni di sorta verso generi e stili, latitudini e culture. Vantano collaborazioni con le vecchia guardia - Abdullah Ibrahim, Lalo Schifrin, Maceo Parker, James Moody - con il pop ed il soul d'autore - Patti Austin, Aretha Franklin, Norah Jones - con le nuove tendenze - Ben Monder -, con le grandi orchestre - la WDR di Cologna. Eclettismo e varietà di background si riversano in un album inaspettatamente rigoroso, a tratti ostico, decisamente stimolante, sulla scia dei grandi trii pianoless.

The Innkeeper's Gun si snoda attraverso otto composizioni dall'identità definita, caratterizzate da un proprio mood, da una ferrea coerenza interna, che si muovono tra le ricchezze espressive e le sfumature caraibiche di Sonny Rollins, le traiettorie sfasate e taglienti di Ornette Coleman, le frasi borderline e ascetiche di Lee Konitz. E proprio quest'ultimo sembra essere il riferimento stilistico più appropriato per il contralto di Duncan, anche grazie all'intonazione marcatamente nasale e ad un relax metafisico nello sviluppo delle frasi.

Alle sette composizioni originali si aggiunge "Paparazzi" di Lady Gaga; una concessione ad una moda ormai imperante? Niente affatto, semmai la dimostrazione di come su una melodia semplice e piuttosto banale si possa costruire un grande brano originale, creativo ricco di spunti e sollecitazioni.

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