Vinny Golia è musicista, compositore, didatta, promotore culturale, patron di etichetta e molto altro. Oltre che straordinario multi-strumentista in grado di districarsi con padronanza e competenza tra oltre venti strumenti a fiato. L'idea di questo The Ethnic Project gli è stata suggerita da Jean Claude Jones, fondatore del collettivo-etichetta Kadima. Ossia registrare con un manipolo di blasonati contrabbassisti una serie di duetti utilizzando esclusivamente aerofoni di natura etnica.
Quindici brevi, a volte brevissime, improvvisazioni nelle quali l'elemento etnico risiede esclusivamente nella matericità degli strumenti utilizzati, si va dai flauti dei nativi americani alle cornamusa scozzesi, dal tarogato al flauto dolce maori, dal moxeneo al kaval e così via. Nessun richiamo ad atmosfere world, a elementi folklorici più o meno immaginari, ad una globalizzazione etnica che frulla melodie tradizionali con i ritmi del mondo.
The Ethnic Project è improvvisazione allo stato puro, i suoni, le inflessioni, le anomalie timbriche dei fiati di Golia provocano l'interlocutore di turno che trasforma l'austero contrabbasso in strumento estremamente malleabile, attraverso tecniche non ortodosse che ne allargano all'infinito le caratteristiche espressive. Il disco si chiude con poco più di due minuti nei quali Golia, sovraincidendo cornamuse scozzesi omaggia Paul Dunmall, altro musicista a trecentosessanta gradi dalle profonde connessioni con la musica della tradizione.
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