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Enzo Favata: The Crossing
ByLa scaletta del disco vede tre brani del musicista sardo (uno dei quali cofirmato dal suo storico collaboratore Marcello Peghin), un'improvvisazione di gruppo e tre brani di altrettanti grandi musicisti, assai diversi tra loro e perlopiù lontani dal clima che caratterizza la musica della formazioneun contrasto che, tuttavia, si rivela essere virtuoso all'ascolto del disco.
Il brano di apertura è di Ian Carr, fondatore dei Nucleus, epica formazione britannica che tra gli anni Sessanta e gli Ottanta sperimentò varie forme innovative del jazz, in particolare avvicinandovi il rock e l'elettronica; la scelta di Favata è pertanto emblematica, perché la sua formazione si muove proprio in quella direzione, sebbene tenendo conto degli oltre quarant'anni trascorsi da allora. Nel brano si evidenziano subito tutte le peculiarità della musica dell'intero album: la forte spinta prodotta dal basso elettrico della Brunello; la ricchezza e l'intensità delle percussioni sviluppate da Frattini; lo scintillio di suoni provenienti dal vibrafono e dalla marimba di Mirra; le belle linee melodiche espresse dal soprano di Favata, che opera però anche alle tastiere, al theremin e all'elettronica, conferendo alle atmosfere colori cangianti. Colori che qui, come in alcuni altri brani, vengono ancor più arricchiti dagli interventi di Salvatore Maiore al violoncello, Maria Vicentini alla viola e Peghin alla chitarra.
Il brano successivo, del compositore giapponese Jun Miyake, conserva grosso modo il medesimo clima, mentre le cose cambiano un po' in "Turn," di Favata e Peghin, che ha un gusto più melodico, cosicché anche l'intervento dell'elettronica si fa più misurato, per riprendere nel successivo "Salt Away," ancora di Favata, forse l'episodio che maggiormente reca un'impronta etno-elettronica, resa tuttavia singolare dal lungo assolo centrale di Mirra.
Particolarmente suggestivo "For Tutyia," brano di Charlie Haden che è immediato confrontare con la versione datane dal trio che il contrabbassista aveva negli anni Settanta con Jan Garbarek e Egberto Gismonti: qui le cose mutano tantissimo, con le belle linee del soprano, qua e là virate dall'elettronica, che volteggiano sui ritmi percussivi di Frattini e le sonorità di Mirra, con l'elettronica che avvolge tutto in un quadro dai tratti onirici. Più libera e attraversata dalle voci campionate di Fela Kuti, Steve Biko e Malcom X, "Black Lives Matter" è un chiaro omaggio al movimento internazionale antirazzista, mentre nella conclusiva "Oasis" Favata, che ne è autore, imbraccia stavolta il clarinetto basso e porta avanti una narrazione lirica che s'impenna progressivamente, anche per l'intervento dell'elettronica, andando a chiudere l'album di nuovo su un collettivo gioco ritmico di percussioni.
Album di indubbio interesse, in forza della varietà ritmica, della ricchezza timbrica e dell'intensità dinamica, testimonianza di una formazione che dal vivo deve coinvolgere in modo totale.
Track Listing
Roots; All Names; Turn; Salt Way; For Turiya; Black Lives Matter; Oasis
Personnel
Enzo Favata
saxophone, sopranoPasquale Mirra
vibraphoneRosa Brunello
bass, acousticMarco Frattini
drumsAdditional Instrumentation
Ilaria Pilar Patassini : voice; Salvatore Maiore : cello; Maria Vicentini : violin; Marcello Peghin: electric guitar; Giorgio Peghin: Viscount Legend organ;
Album information
Title: The Crossing | Year Released: 2021 | Record Label: Niafunken
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About Enzo Favata
Instrument: Saxophone, soprano
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