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Keith Jarrett: The Carnegie Hall Concert

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Keith Jarrett: The Carnegie Hall Concert
Il miglior segno dell'avvenuta guarigione di Keith Jarrett dalla malattia che negli ultimi dieci anni ne ha molto limitato le apparizioni pubbliche è il ritorno alla pratica del concerto in solitudine, sicuramente la più impegnativa per il pianista che lo affronta sempre come una totale improvvisazione.

Un primo ritorno era già avvenuto nel 2002 con alcuni concerti in Giappone (in parte documentati sul CD Radiance e il DVD Tokyo Solo), che però allora non avevano fugato i dubbi dello stesso pianista sul completo recupero delle sue capacità di tenuta. Fortunatamente, sono poi venute altre prove che ne hanno testimoniato il ristabilimento pressoché totale; una di queste è ora documentata in questo doppio CD che raccoglie la registrazione integrale del concerto tenuto alla Carnegie Hall di New York il 26 Settembre 2005, il primo di piano solo in terra americana da una decina d'anni.

L'effetto più evidente che la malattia ha lasciato al pianista è nella modifica alle modalità di improvvisazione: non più un flusso continuo di note spalmato lungo i due set che abitualmente compongono i suoi recital, ma una serie di frammenti più brevi (di rado sopra i 5-6 minuti) nei quali ogni idea e ogni spunto musicale viene sviluppato fino al suo esaurimento naturale senza più cercare di prolungarlo indefinitamente. Venuta a mancare così la tendenza alla eccessiva prolissità che ha spesso caratterizzato le improvvisazioni jarrettiane (suo principale limite), la musica ne ha guadagnato ampiamente, e le dieci parti in cui questo concerto risulta suddiviso rappresentano altrettante composizioni istantanee di senso compiuto, ognuna contraddistinta da una propria identità musicale in cui è facile ritrovare altrettanti aspetti della musica interpretata da Jarrett nel corso degli anni.

L'eccezionalità della serata è sottolineata anche dal copioso numero di bis concessi da Jarrett, notoriamente restio a prolungare oltre il dovuto la sua permanenza sul palco. Ben cinque i brani eseguiti, praticamente un terzo set; due improvvisazioni (una, in forma di inno, successivamente intitolata 'The Good America', l'altra un blues alla sua maniera), uno standard poco frequentato come 'Time On My Hands', e due riproposizioni di composizioni proprie (sublime la versione di 'My Song', originariamente incisa sull'album omonimo dal quartetto europeo con Jan Garbarek, il cui tema, subito riconosciuto, strappa un applauso entusiasta all'altrimenti composto pubblico newyorchese).

Questo concerto ha rappresentato indubbiamente un momento importante nella vita professionale di Jarrett, e come tale l'evento è documentato nella sua interezza, scegliendo di includere la partecipazione del pubblico, senza pertanto sfumare gli applausi che totalizzano un tempo record di 18 minuti di registrazione (le durate dei brani riportate si riferiscono alla sola musica), rafforzando nell'ascoltatore l'illusione di essere presente.

Forse un punto di svolta, per quanto non radicale, nel solismo di Jarrett, avviato verso un maggior equilibrio complessivo. Da verificare con le prossime uscite sia discografiche (il concerto tenuto quest'estate a Venezia dovrebbe essere pubblicato forse già nel corso del prossimo anno) che concertistiche (sono in programma in questi giorni due concerti alla Salle Pleyel parigina). Sicuramente una dimensione artistica pienamente ritrovata, dopo essere stata seriamente compromessa dalla malattia.

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Track Listing

CD1: Part 1; Part 2; Part 3; Part 4; Part 5. CD2: Part 6; Part 7; Part 8; Part 9; Part 10. Encores: The Good America; Paint My Heart Red; My Song; True Blues; Time on My Hands.

Personnel

Keith Jarrett: piano.

Album information

Title: The Carnegie Hall Concert | Year Released: 2006 | Record Label: ECM Records


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