Frank Kimbrough: The Call

La prematura scomparsa di Frank Kimbrough nel dicembre del 2020 ha lasciato un grande vuoto nel jazz in termini di spessore umano, valore artistico e apertura mentale. La pubblicazione di questo CD postumo è quindi l'occasione giusta per riassaporarne il talento pianistico, che ha anche illuminato la discografia di Maria Schneider e The Herbie Nichols Project di cui era cofondatore.

Ascoltare un album di Frank Kimbrough è sempre un'esperienza emozionante, che tocca le corde più recondite del cuore e questo disco —registrato in solitudine nel 2010 —non fa eccezione. The Call è un prezioso capolavoro che ne attesta lo stato di grazia, nel destreggiarsi con equilibrio tra eloquenza melodica e verve ritmica, indipendentemente dal tipo di repertorio affrontato.

Tra immortali standard e composizioni originali, la sua vibrante espressività è un iridescente caleidoscopio minimalista, che esemplifica al meglio la forza evocativa della musica, provocando pathos ed intensità emotiva in chi lo ascolta. La rilettura di "I Love You Porgy" testimonia la lacerante bellezza di note sussurrate, intime e toccanti che rendevano Kimbrough uno dei jazzisti più originali della contemporaneità musicale. I nove brani proposti delineano un percorso intimo di raffinata cantabilità che si compone di vari, preziosi segni: nitore espressivo, crepuscolarità, elegante cura della forma, volatile vis improvvisativa.

Un disco tutto da assaporare, amare, consigliare. È il testamento artistico di un artista poco esposto mediaticamente, in possesso di una tecnica sopraffina non gridata, solo sussurrata.

Album della settimana.

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