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Sun Ra: Live at the left Bank, Lights on a Satellite

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La seconda metà degli anni Settanta vede l'Arkestra di Sun Ra già in un momento di bilanci. Vent'anni di attività, una parabola virtuosa che congiunge inizi avventurosi, incompresi, a sviluppi ricchissimi di idee, che oltrepassano sia il post-swing degli esordi che il free radicale, per planare in quello stile composito e stratificato, totalmente personale, che è inconfondibile.

Sun Ra
Lights on a Satellite: Live at the left Bank
Resonance Records
2024

Live at the Laft Bank fotografa il concerto dato a Baltimora il 23 luglio 1978, oggetto anche delle riprese filmate, montate poi in The Joyful Noise da Robert Mugge. È ancora un frutto produttivo di Zev Feldman, che ha contato sull'aiuto della Sun Ra Estate e dei Sun Ra Archives, ed ha coinvolto nelle presentazioni firme come quelle di JD Considine, Marshall Allen, Gary Bartz, Michael D. Anderson, john Ade Fowler, Dan Morgenstern, Craig Taborn.

Il doppio CD tiene fede alle promesse, quelle di uno show rutilante e catartico, i cui capitoli riescono a toccare ogni sfaccettatura delle possibilità espressive dell'Arkestra, a partire da una "Tapestry from an Asteroid" che scorre da un'apertura classica a una cacofonia anarchica, passando per brillanti soli di Craig Harris e Marshall Allen fino a concludersi in una bolgia elettronica.

Un sincretismo musicale che rispecchia quello filosofico-mistico del leader e che andrebbe goduto anche con la componente video. In ogni caso, se accettiamo di inserire Sun Ra nel movimento aperto della New Thing, dovremmo convenire che in generale l'ala di Chicago—città di origine del pianista-direttore—rispetto a quella di New York ha sempre privilegiato rapporti stretti con la tradizione degli anni Trenta e Quaranta, rievocata, decostruita, costantemente sullo sfondo dell'audacia estetica in tensione dialettica con essa. La breve ma intensa esperienza di Sun Ra arrangiatore per Fletcher Henderson risplende nelle riprese cicliche di classici come "Yeah Man" o "Big John's Special," anche qui presenti con elettrizzanti esecuzioni. Così come permane il lato del Sun Ra intrattenitore anche un po' naif, che in "Somewhere Over the Rainbow" in piano solo affascina con il suo stile contrappuntato e l'uso ampio del pedale, prima di affogare in un tappeto di clusters, disorientando non poco l'ascoltatore. Anche la "'Round Midnight" finale è servita con una scansione ritmica del tutto anomala e si allontana molto dal mistero monkiano diventando quasi un tema da night-club con organo elettrico.

Il repertorio è tutto antologico, pesca dai dischi vecchi della band, oppure appunto riveste in maniera originale standards, ad esempio "Half Nelson" di Miles Davis o "Ladybird" di Tadd Dameron, miscelate assieme.

Il lato percussivo-tribale trova spazio nella lunga "Watusi," quello ludico-bucolico in "They Plan to Leave," mentre "Images in a Mirror" torna al jazz più concentrato con un importante intervento di John Gilmore.

Sicuramente Live at the Left Bank rimarrà tra i documenti postumi più rilevanti di una discografia proteiforme e incontrollata.

Sun Ra Arkestra
Lights on a Satellite
In + Out Records
2024

E arriviamo all'ultima fatica dell'Arkestra, che riprende il titolo Lights on a Satellite e che è ancora sotto la direzione di Marshall Allen, all'incredibile età di cento anni!

È un organico ancora ben vivace e vitale, con qualche asperità in meno e qualche sequenza accomodante in più, ma che riesce a bilanciare con gusto l'esperienza dei membri veterani e diverse nuove entrate.

Lights on a Satellite ha un incipit sontuoso, con un procedimento in "call and response" tra la sezione fiati e il solismo tuttora corrosivo di Allen, seguita da un vecchio tema di Phil Cohran—che aveva iniziato la carriera nell'Arkestra, ovvero "Dorothy's Dance," molto "old fashioned" e sorniona. La lista dei pezzi contiene diverse tracce cantate (Tara Middleton, ma anche molte voci maschili sullo sfondo) e rispolvera chicche arcaiche come "Baby Won't You Please Be Mine" o la deliziosa "Holiday for Strings" di David Rose—che compariva già in una vecchia raccolta di standards del 1960—in cui Marshall Allen fa ancora sentire il suo ruggito.

Non sarà un disco trascendentale, questo, ma comunque è ben strutturato, benissimo suonato, e mette in evidenza solisti della generazione più recente come Knoel Scott (fiati) e Robert Stringer (trombone), accanto agli infaticabili senatori come Michael Ray e Vincent Chancey.

Liste dei brani e musicisti

Lights on a Satellite: Live at the left Bank

Brani: Band Intro/Thunder of Dreams; Tapestry from an Asteroid; Somewhere Over the Rainbow; A Pleasant Place in Space; Space Travelin' Blues; Yeah Man; Big John's Special; Lights on a Satellite; Lady Bird/Half Nelson; Cocktails for Two; Watusi; They Plan to Leave; Images in a Mirror; We Travel the Spaceways; Left Bank Blues; 'Round Midnight.

Musicisti: Sun Ra: pianoforte acustico ed elettrico; June Tyson: voce; John Gilmore: sassofono tenore, clarinetto; Marshall Allen: sassofono alto, flauto, piccolo; Danny Davis: sassofono alto, flauto; Danny Ray Thompson: sassofono baritono, flauto; Walter Miller: tromba; Michael Ray: tromba, voce; Eloe Omoe: sassofono alto, clarinetto basso; Craig Harris: trombone; Dale Williams: chitarra; Damon Choice: vibrafono; Richard Williams (Radu): contrabbasso acustico ed elettrico; Michael D. Anderson: batteria; Eddie Thomas: batteria; Atakatune (Stanley Morgan): congas; James Jacson: "infinity drums," fagotto; The Jingle Brothers: campane, percussioni.

Lights on a Satellite

Brani: Lights on a Satellite; Dorothy´s Dance; Big John´s Special; Images; Friendly Galaxy; Baby Won´t You Please Be Mine; Holiday for Strings; Tapestry from an Asteroid; Reflects Motion; Joy Delight; Way Down Yonder in New Orleans.

Musicisti: Marshall Allen: leader, sassofono alto, EVI, gong, voce aggiuntiva in C1; Tara Middleton: voce, violino; Knoel Scott: sassofoni alto e baritono, congas, voce aggiuntiva in B1, C1; Anthony Nelson: clarinetto, sassofono baritono; Nasir Dickerson: sassofono tenore; James Stewart: flauto, sassofono tenore; Chris Hemingway: sassofono alto; Michael Ray: tromba, voce in C2; Cecil Brooks: tromba; Vincent Chancey: corno francese; Brent White: trombone e trombone basso; Dave Davis: trombone; Robert Stringer: trombone; Nina Bogomas: arpa; Owen Brown Jr.: violino; Gwen Laster: violino; Melanie Dyer: viola; Farid Barron: pianoforte, tastiere, moog theremin; Carl LeBlanc: chitarra, voce in D3; Dave Hotep: chitarra; Tyler Mitchell: basso; George Gray: batteria; Elson Nascimento: surdo, percussioni; Jose Jorge Da Silva: percussioni.

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Instrument: Piano

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