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Sonny Rollins
Auditorium - Sala Santa Cecilia - 11.11.2009
Sonny Rollins a Roma per la 33esima edizione del Festival Jazz. Come dire: un'occasione da non perdere per vedere dal vivo uno dei maggiori protagonisti della musica afroamericana del Novecento. È quello che devono aver pensato gli spettatori che lo scorso 11 novembre hanno occupato quasi tutte le rosse poltroncine dell'imponente Sala Santa Cecilia dell'Auditorium, in una serata che difficilmente sarà dimenticata.
Mezz'ora di ritardo sull'orario previsto, ma dal momento che il Colosso mette piede sul palco e si avvicina claudicante al centro della scena, sono applausi scroscianti misti a brividi, emozione e tangibile entusiasmo. Pugno chiuso alto verso il cielo, camicione rosso fuoco e fazzoletto per il sudore in tinta, 79 anni compiuti e una voglia di suonare che non trova paragoni.
Si parte, senza un istante d'esitazione. La band è subito proiettata in un jazz travolgente, energico, pieno di rimandi caraibici, improvvisazioni spiazzanti, puntualissimi salti nel vuoto che il maestro risolve ogni volta in maniera diversa, originale. Rollins vive la performance come nessun altro, disegna linee fantasiose, infila cascate di chorus che generano applausi a scena aperta; guida il resto della band in una dimensione concertistica compiuta. Suona tantissimo, e mai una nota di troppo. A sbalordire è il suo timbro pieno, il colore melodico caldo e trascinante, le dinamiche tese e senza sbavature. Tiene la scena come un leone affamato sulla preda, e quando lascia spazio agli altri interpreti è sempre lì, di fronte a loro, quasi per invogliarli a dare il massimo e se possibile anche un pizzico in più.
E anche se rimane difficile staccare gli occhi da quel sax tenore infuocato, va sottolineata la performance dell'intera band, capace di muoversi in totale sintonia: Clifton Anderson al trombone, Bobby Broom alla chitarra, Bon Cranshaw al basso, Victor See Yuen alle percussioni e soprattutto un fenomenale Kobie Watkins alla batteria, sono un autentico spettacolo.
Chiusura in bellezza con "Easy Lady" e "Don't Stop the Carnival," due temi d'accecante brillantezza che riempiono il cuore di gioia al pubblico capitolino e fanno tornare in mente le parole di Rollins in un'intervista di qualche tempo fa: «Il significato della vita sta in quello che dai agli altri, e quando il mio pubblico è felice sono felice anch'io», e a noi non rimane che ringraziare.
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