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Gli Snarky Puppy al Teatro dell'Arte di Milano

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Snarky Puppy
La Triennale
Teatro dell'Arte
Milano
18.07.2016

Gli Snarky Puppy collettivo post jazz originario del Texas carico ormai di Grammy Awards, premi e riconoscimenti di ogni livello e grado, è finalmente sbarcato a Milano raccogliendo applausi a ripetizione alla fine di una performance entusiasmante davanti a un pubblico che ha cantato, ballato, gioito e partecipato per quasi tutte le due ore filate del concerto.

Nel capoluogo lombardo si sono presentati in formazione leggera (il gruppo conta una trentina di elementi) ed esattamente in nove tra fiati, tastiere, chitarre e percussioni, incluso l'onnipresente bandleader, il bassista-compositore Michael League a guidare le danze.

Il concerto ha fatto il tutto esaurito in una serata ad altissima competizione: lo scorso 18 luglio erano infatti programmati in città o nell'immediato territorio metropolitano anche i concerti di Beyoncé, Ian Anderson dei Jethro Tull e Dweezil Zappa, il figlio di Frank Zappa.

A testimonianza che gli Snarky Puppy sono un vero e proprio fenomeno musicale dei nostri tempi. E visto che abbiamo tirato in ballo Zappa, il grande Frank sarebbe stato orgoglioso sia delle gesta di Dweezil, che ha proposto uno show tributo alle musiche di tanto padre, sia degli Snarky Puppy, figli anch'essi a pieno titolo, musicalmente parlando ovviamente. Sì perché le orchestrazioni jazz funk del collettivo americano, con i loro "pieni" e le loro "pause" istantanee, le improvvisazioni dei solisti, la fusione continua tra generi e ritmi, i lussureggianti "impasti" armonici ecc. devono molto alle intuizioni del genio baffuto di Baltimora.

Tornando al concerto milanese, gran parte dei brani eseguiti provenivano dall'ultimo album dell'ensemble uscito lo scorso aprile, Calca Vulcha (dal 2004 a oggi gli Snarky Puppy hanno pubblicato 11 album). Di forte impatto, in particolare, l'esecuzione di due temi di matrice latinoamericana, "Palermo," composto dal percussionista di origini argentine Marcelo Woloski (una vera forza della natura) e la brasiliana "Sermente" con i fiati in grande spolvero.

Non sono mancati poi i brani di maggior successo caratterizzati da refrain e sequenze diventati veri e propri inni tra gli aficionados del gruppo come "Lingus," "Sleeper" e "Shokufan." Mattatore della serata il tastierista di colore Shaun Martin, musicista molto conosciuto in ambito gospel e r&b che l'anno scorso ha licenziato il suo primo album da solista Seven Summers, che ha letteralmente "agitato" la performance con le sue improvvisazioni al vocoder, invitando il pubblico a tenere il tempo con le mani e a cantare in coro i passaggi più orecchiabili.

Qualcuno, forse invidioso del successo ormai planetario degli Snarky Puppy, ha messo in dubbio che si tratti di un progetto originale, facendo sorgere il sospetto che la band non sia altro che il frutto di un'operazione di marketing studiata a tavolino. Beh, Milano è stata l'ennesima dimostrazione che League e soci non fingono, ma sono professionisti e talenti veri.

Foto
Gianluca Di Ioia -La Triennale

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Snarky Puppy
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