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Trio Beyond (DeJohnette - Goldings - Scofield): Saudades

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Trio Beyond (DeJohnette - Goldings - Scofield): Saudades
Questo bellissimo doppio album è sostanzialmente un atto di amore. Un tuffo nella memoria che esalta le splendide doti strumentali dei tre protagonisti, una esternazione vigorosa che riporta l'attenzione su una delle esperienze artistiche più stimolanti, ma ahimé anche meno fortunate, di quella stagione meravigliosa a cavallo fra la fine degli anni sessanta e l'inizio del decennio successivo. Stiamo parlando ovviamente del mitico trio messo assieme da Tony Williams con John McLaughlin e con Larry Young nella primavera del 1969, sotto la sigla 'Tony Williams Lifetime'.

Per Tony Williams questo progetto era il biglietto d'uscita (assolutamente amichevole) dal gruppo di Miles Davis, col quale aveva scritto la storia del jazz dal 1963 in poi, quando giovanissimo era entrato nel mitico quintetto del trombettista. Per John McLaughlin, giovane chitarrista inglese poco conosciuto al di fuori del Regno Unito, era il biglietto di ingresso nel mondo del jazz vero. Curiosamente era stato proprio Jack DeJohnette (che aveva sostituito Tony Williams nel gruppo di Miles Davis) a segnalarlo a Tony, facendogli ascoltare una cassetta con una jam che DeJohnette aveva registrato a Londra l'estate precedente, assieme a McLaughlin e a Dave Holland. Per l'eccellente Larry Young era il biglietto di conferma della sua leadership nel giro degli organisti di jazz moderno, una categoria che però si stava in pratica estinguendo, almeno da un punto di vista della discografia più importante, rimanendo semmai attiva nella categoria della musica dal vivo funzionale (il trio con l'organo era il formato perfetto per i piccoli cocktail bar con musica dal vivo che allora erano ben presenti, come tipologia commerciale, nelle città degli Stati Uniti).

Il Tony Williams Lifetime fu il gruppo che diede la scrollata decisiva per schiodare il jazz dalle sue perplessità nell'approccio con il rock. Nel 1970, l'anno dopo l'eccellente doppio album in trio Emergency!, il gruppo diventò un quartetto con l'ingresso di Jack Bruce, incise un secondo album, il meraviglioso (turn it over), ma non riuscì a raggiungere quel successo che meritava ampiamente e si sciolse ingloriosamente, aprendo la via alla nascita della Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin, che in buona parte ripartì proprio da quella esperienza con Tony Williams e Larry Young. (Se volete ascoltare una rivisitazione recente, molto accurata e purtroppo non documentata su disco, di quel progetto, vi suggerisco di scaricare il brano "Sangria For Three" in mp3 dal sito di Nels Cline. Registrato dal vivo a Santa Monica nel marzo del 1997. Una meraviglia, per di più completamente gratuita).

Alcuni anni fa proprio DeJohnette ha deciso che valeva la pena rivisitare quel formato e quella musica, ha chiamato il vecchio amico John Scofield e uno dei nuovi astri dell'organo jazz moderno, l'ottimo Larry Goldings, ed è partito questo progetto in trio che pesca abbondantemente nel repertorio del Tony Williams Lifetime e rivisita con grande sensibilità quell'esperienza. Ci sono evidentemente molti elementi di discontinuità, a cominciare dalla decisa personalità artistica dei tre musicisti che impedisce loro di limitarsi a clonare le rispettive parti dall’esperienza precedente.

Jack DeJohnette è un batterista piuttosto diverso da Tony Williams, ha un modo diverso di stare sul tempo, è forse più nervoso, più portato all'interplay, meno centrale e meno dominante in qualche modo. Tutto questo restando uno dei migliori batterista in circolazione, cosa che qui dimostra ampiamente. John Scofield è lontanissimo da John McLaughlin, scherzando si potrebbe dire che hanno in comune solo il nome di battesimo (e curiosamente questo succede anche con Larry Goldings e con Larry Young, peccato che i genitori di DeJohnette non abbiano pensato di battezzarlo Anthony...). Scofield ha un suono molto diverso da McLaughlin, meno distorto e più carico di chorus (effetto che alla fine degli anni sessanta non esisteva), più aperto e frizzante. McLaughlin è più acido, più duro, più aggressivo, più scostante, più sporco. Tutto questo si riflette anche nel fraseggio e nella maniera in cui i due stanno sul ritmo, con Scofield decisamente più 'indietro' o 'laid back', come dicono i musicisti americani. McLaughlin è più aggressivo, coi denti aguzzi che mordono alla gola, pronto a scattare come un serpente. L'eccellente Larry Goldings è proprio di una generazione completamente diversa rispetto a Larry Young, è più lineare, meno legato a quell'esplosione di effetti 'spaziali' che piaceva tanto a Young, è più in linea con una tradizione organistica rivisitata, è meno incalzante da un punto di vista ritmico, è più attento invece allo sviluppo della linea melodica, è decisamente più pulito e preciso.

Eppure, o per meglio dire proprio per questo, il Trio Beyond (denominazione che prende a prestito il titolo di uno dei brani di Emergency!, che in realtà si chiamava "Beyond Games") funziona alla grandissima. Semmai si potrebbe disquisire, da un punto di vista concettuale, se questo sia davvero un progetto che va oltre ('beyond') l'esperienza originale. Secondo noi è assolutamente il contrario. Questo progetto fa un deciso passo indietro, diventa lo splendido anello mancante che spiega forse anche le ragioni dell'insuccesso commerciale del Tony Williams Lifetime. Al di là degli enormi problemi di management che avrebbero probabilmente ucciso qualsiasi progetto, il Tony Williams Lifetime non decollò, in termini di riscontro del pubblico, proprio perchè era un progetto troppo avanti, un meraviglioso laboratorio dove si intravedevano tutte le cose che sarebbero successe e anche molto di più, mille altre idee che sono rimaste purtroppo sospese nel nulla e che non sono state portate avanti o che, ancora peggio, sono state stravolte e strumentalizzate in maniera banale, vedi il fallimento di molti progetti jazz-rock (o fusion che dir si voglia) nel maledetto decennio successivo, quegli anni ottanta che hanno prodotto una delle più soporifere normalizzazioni della storia.

Quello che è decisamente importante è che, al di là delle disquisizioni concettuali e dei paragoni col passato, la musica di questo trio suona davvero bene. Questo doppio album, che la presenta finalmente a tutto il pubblico, arriva da un concerto che il trio ha tenuto alla Queen Elizabeth Hall di Londra il 21 novembre del 2004. Concerto che la BBC aveva mandato in onda (anche se non integralmente) e che quindi era in parte già noto, almeno ai fedelissimi. Fra l'altro il trio aveva suonato anche in Italia in quello stesso periodo (per esempio tredici giorni primi era stato a Milano), nel contesto di un tour europeo che aveva fatto seguito a date statunitensi che erano state effettuate sin dai primi mesi del 2004, creando grande interesse e fermento. Avendo ascoltato la messa in onda della BBC dobbiamo dire che ci mancano un po' le ironiche introduzioni di John Scofield che si prende in giro in maniera esilarante. Evidentemente dalla tedesca ECM non potevamo aspettarci che mantenesse viva anche l'ironia americana (e lo diciamo in modo scherzoso, sia ben chiaro, avercene di ECM e di eccellenti registrazioni dal vivo come questa...). Un'altro piccolissimo appunto ci sentiamo di farlo sul mancato rispetto dell'ordine nel quale i brani sono stati eseguiti dal gruppo sul palco della prestigiosa sala londinese.

Il repertorio pesca soprattutto dai due album del Tony Williams Lifetime, ma aggiunge anche la bellissima "Pee Wee" che Williams aveva scritto per l'album Sorcerer di Miles Davis del 1967 (e non da E.S.P. come erroneamente sostiene Scofield nell'introduzione), alcuni brani originali, fra i quali spicca "Saudades" dedicata sin dal titolo al promoter austriaco Thomas Stöwsand, responsabile di innumerevoli tour europei di tantissimi musicisti americani. Non mancano alcuni standard scelti con cura e coerenza ("If" di Joe Henderson era uno dei brani dell’album Unity di Larry Young, "Seven Steps to Heaven", "I Fall In Love Too Easily" sono particolarmente legati a Miles Davis e a Tony Williams). Esaltante è la lunghissima versione di "Big Nick", un brano poco noto di John Coltrane che era presente come breve cover nel secondo album del Tony Williams Lifetime e che qui dà spazio ad un lungo assolo di batteria di Jack DeJohnette perfettamente inserito nel contesto. Ma tutta questa musica ha qualità straordinarie, si inerpica verso cime nascoste sulla cordigliera, si arrotola nelle lunghe discese alpine, si beve l'acqua fresca dei ruscelli irlandesi e si rituffa nei 'cenote' più nascosti dello Yucatan, riemergendo con uno sbuffo d'aria nelle acque sporche dell'East River. Descriverla ulteriormente è un esercizio con poco costrutto e significato. Ascoltatela! E non dimenticate di farlo mettendo in pratica quel "play it very very loud" che stava scritto sul retro della copertina di (turn it over).

p.s. dopo aver ascoltato molte volte questo eccellente Saudades ci siamo ritrovati con una voglia matta di riascoltare Emergency! e (turn it over) del Tony Williams Lifetime, cosa che stiamo facendo (very very loud, of course) in questo momento: MERAVIGLIOSI, DEVASTANTI, INDISPENSABILI. Non aggiungiamo altro.

Vista i siti di Jack DeJohnette, Larry Goldings e John Scofield

Track Listing

01. If (Henderson) - 10:07; 02. As One (Goldings) - 4:36; 03. Allah Be Praised (Young) - 0:43; 04. Saudades (DeJohnette, Goldings, Scofield) - 10:46; 05. Pee Wee (Williams) - 12:13; 06. Spectrum (McLaughlin) - 16:11; 07. Seven Steps to Heaven (Davis, Feldman) - 12:54; 08. I Fall in Love Too Easily (Styne) - 10:13; 09. Love in Blues (DeJohnette, Goldings, Scofield) - 4:45; 10. Big Nick (Coltrane) - 17:08; 11. Emergency (Williams) - 11:19

Personnel

Larry Goldings
organ, Hammond B3

Album information

Title: Saudades | Year Released: 2006 | Record Label: ECM Records


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