Magic Malik Orchestra: Saoule

Questo perché Malik Mezzadri - flautista, compositore, voce e leader del progetto - altro non è che un cosmopolita della musica afroamericana, nella quale fa confluire le sue esperienze di vita (il Nostro è un ivoriano naturalizzato francese con trascorsi in terre caraibiche) e le attitudini dei musicisti qui chiamati a raccolta.

Saoule ne è testimonianza tangibile con due CD dove, nel primo, assistiamo a un ventaglio timbrico colorato, pieno di sfumature e suoni di varia natura, mentre nel secondo a farla da padrone è una linea espressiva più consueta, anche se mai scontata.

La band si fa apprezzare negli azzeccati accostamenti tra elettronica e fiati di "La passacouaille," come nelle movenze latin di "Caraïbes" e in quelle sciamaniche di "Domine (Deus)". Rischiosi, ma riusciti, i gorgoglii elettro-noise di "Le beep" e tutta una serie di rivoli espressivi - come la rivisitazione di "Giant Steps" - dove il quintetto, nel quale va sottolineata la prova di Denis Guivarc'h, altoista spesso in primo piano, si muove con destrezza e flessibilità. A sostenere il lavoro svolto da Mezzadri, il quale, intelligentemente, si ritaglia i giusti spazi esclusivi a favore di un maggior respiro d'ensemble, intervengono alcuni ospiti capaci di lasciare il segno, come il percussionista Minino Garay.

Un'ora e mezza di musica che scorre piacevolmente, leggera, fresca, dove la Magic Malik Orchestra dimostra come si possano oltrepassare le frontiere stilistiche senza calpestare una filosofia jazzistica radicata e meritevole di rispetto.

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