Home » Articoli » Album Review » Rachelle Garniez: Sad Dead Alive Happy
Rachelle Garniez: Sad Dead Alive Happy
ByLa straordinaria polistrumentista (prima di tutto fisarmonicista, ma anche pianista, chitarrista e bassista), che ha iniziato a suonare quasi per caso, esibendosi per le strade e i metro di Manhattan, torna con questo Sad Dead Alive Happy, un album pieno di invenzioni, humor, visioni.
La cantautrice newyorkese ci ha ormai abituato alla sua capacità di far proprie lezioni diverse (da Tom Waits, a Laura Nyro, solo per citarne alcune) per creare infine un prodotto artistico assolutamente unico. Dopo aver toccato o sfiorato decine di generi, dal blues all'oldtime country, dal tango al ragtime qui, virando verso suggestioni soul e gospel, propone ancora una volta otto canzoni di straordinaria potenza comunicativa.
Rachelle Garniez inizia senza mezze misure e apre il disco con un allucinato, bipolare e surreale omaggio a Jean-Claude Van Damme (che esce dalla canzone come un improbabile venditore di soluzioni antidepressive), forse il brano più divertente e spiazzante dell'album, quello che si apre alle più diverse interpretazioni musicali e letterarie. È proprio questo che colpisce, il talento nell'inventare testi originali ed intriganti senza dimenticare di comporre musiche che non cadano nel già sentito, impreziosendo infine il tutto con le nuances di un'interpretazione sempre nitida: Rachelle è sarcastica in "God's Little Acre," quasi magica in "Parallel Universe" (piacevole ballata ricamata dalla chitarra di Matt Munisteri), ipnotica e virtuosa in "Lunasa" (canzone già "prestata" a Karen Elson per l'album "The Ghost Who Walks," 2010).
Convincente la versione di "Just Because You Can," scritta per la jazz vocalist Catherine Russell, così come l'interpretazione di "My House of Peace," già incisa come singolo su vinile per la Third Man Records di Jack White. Suggestivo infine il crescendo del pezzo di chiusura, "Land of the Living," ultima e ulteriore prova di un talento fatto non solo di tecnica (e di tecnica la Garniez ne ha da vendere) ma soprattutto di capacità di saper trasmettere stati d'animo. Come sempre, l'elemento di rottura è la voce, sospesa tra gioia e sottile malinconia, dolce ma piena di sfumature drammatiche, giocata su una notevole potenzialità di estensione. Ecco così che bassi pastosi e pieni spezzano acuti ineccepibili e i salti di ottava sono variazioni cromatiche improvvise, salti di sensazioni.
Sarcastica, realistica, visionaria, dipende dai punti di vista. Dipende anche dallo stato d'animo di chi ascolta, perché la Garniez con il suo costruire le canzoni a livelli, a strati semantici, musicali ed emozionali diversi, lascia lo spazio necessario all'ascoltatore di lasciarsi raccontare, di decidere se una nota inaspettata, un improvviso cambiamento di umore, siano davvero un momento "blu" o solo un piccolo scherzo dell'inafferrabile Rachelle.
Oltre ai membri del trio della Garniez (Dave Hofstra al contrabbasso e Ben Perowsky alla batteria) si segnalano gli interventi degli ospiti Matt Munisteri, Doug Wieselman, e Steve Elson.
Da non perdere.
Track Listing
1. Jean Claude Van Damme - 4:07; 2. Fighters - 3:32; 3. My House of Peace - 4:33; 4. Lunasa - 4:09; 5. Parallel Universe - 4:38; 6. Just Because You Can - 3:53; 7. God's Little Acre - 4:18; 8. Land of the Living - 5:35.
Personnel
Rachelle Garniez - voce, piano, tastier, claviola, fisarmonica; Dave Hofstra - contrabbasso; Ben Perowsky - batteria. Ospiti: Matt Munisteri - chitarra; Doug Wieselman - clarinetto, chitarra; Steve Elson - sax (tenore); Palmyra Delran - tambourine.
Album information
Title: Sad Dead Alive Happy | Year Released: 2012 | Record Label: Jazz Artist Management
Tags
Comments
PREVIOUS / NEXT
Support All About Jazz
